Trieste: caso cardiochirurgia alimenta guerra tra opposti fanatismi – quali i fatti reali?

La vicenda è ormai diventata una sorta di campo di battaglia in cui predomina il fanatismo e i fatti vengono deformati e amplificati. La lettera all’origine del caso esiste, e allora è da capire perché è stata scritta e da chi. Verosimilmente il primario della cardiochirurgia l’ha firmata senza leggerla, in quanto subissato, al pari di tutti i primari, da una mole asfissiante di adempimenti burocratici, per lo più inutili. Ma un primario non ha il tempo né i mezzi per controllare tutto, altrimenti farebbe solo questo e non opererebbe più.
Ricordo che quando dirigevo il Pronto soccorso firmavo ogni mese centinaia di documenti, relativi al personale, ai farmaci, ai materiali di consumo, ecc. che non leggevo, e comunque non avrei avuto mezzi per controllare, dovevo fidarmi di caposala e segretarie, nel caso di errori ovviamente avrei risposto io, ma sono i rischi del mestiere per cui ero pagato.
Ora il primario di cardiochirurgia viene crocifisso e il paziente che ha ricevuto la lettera viene messo alla pubblica gogna, ma è una persona fragile, probabilmente impaurita. Mi pare becero chi dà addosso a lui, come è becero chi dà addosso al primario.
Chi invece a mio avviso ha sbagliato in questa vicenda è ASUGI, che nella replica all’articolo del quotidiano La Verità, si è inferta un clamoroso autogol tentando di negare l’evidenza e colpevolizzare il paziente.
L’azienda avrebbe dovuto riconoscere l’errore, chiedere scusa all’interessato, promuovere un audit per verificare cosa è successo e quindi adottare idonee misure perché non succeda più. Questo è un metodo efficace con cui una volta si affrontavano gli incidenti, garantendo piena trasparenza. Ora non è più così, ormai siamo abituati a questi deficit di trasparenza, chi lavora oggi nelle aziende sanitarie non può esprimere liberamente le proprie opinioni sulla gestione della sanità.
Io stesso sono stato colpito da questa “politica” quando nei giorni di Pasqua del 2020 diedi notizia dell’esistenza di un focolaio di Covid a Cattinara tenuto nascosto per diversi giorni. Allora il Direttore di ASUGI invece di sanzionare i responsabili preferì sporgere denuncia contro di me per diffamazione. Dopo un anno fui prosciolto da ogni accusa, i Carabinieri accertarono che quanto avevo detto era tutto vero, il focolaio di Covid era stato tenuto nascosto per diversi giorni, con le conseguenze immaginabili sulla diffusione del virus. La colpa di queste storture è dell’attuale sistema sanità, il primario e il paziente ne sono vittime incolpevoli.

Walter Zalukar Associazione Costituzione 32