Trieste, gravissimo notte senza guardia medica. Ma in Carnia è la prassi anche di giorno

A Trieste negli ultimi giorni sono state osservate ampie scoperture, fino al  70%, dei turni di Guardia medica e USCA, p.es.  nella giornata di ieri erano presenti  in fascia oraria diurna 3 medici sugli 11  previsti. Durante la scorsa notte, tra il 2 e 3 gennaio,  la scopertura è stata totale, ovvero nessuno  dei 7 turni medici previsti risulta essere stato  coperto, per cui l’intera popolazione triestina è rimasta totalmente priva di guardia medica. La denuncia è del consigliere regionale Walter Zalukar.  “E ciò  per la prima volta – a memoria d’uomo  spiega il consigliere –  nella storia ultra centenaria della Guardia medica, nata  a Trieste nel 1888. Non sono note nel dettaglio le conseguenze sui malati, oltre ai disagi, verosimilmente assai marcati visto che il mattino del 3 gennaio le richieste di assistenza inevase superavano il centinaio. E si possono immaginare le conseguenze sul numero di emergenza e sul Pronto soccorso, cui inevitabilmente molti utenti si sono rivolti per avere aiuto. Pare inammissibile che un’intera città possa essere privata per tutta la  notte di un  servizio essenziale come la guardia medica e che neppure si sia pensato di darne capillare avviso alla cittadinanza. Presenterò un’interrogazione alla Giunta regionale, conclude Zalukar,  per sapere se non ritenga doveroso accertare le responsabilità dell’interruzione di un servizio pubblico essenziale  come la Guardia medica e i motivi per cui  non è stata data capillare informazione alla cittadinanza”.  Fatto grave in una grande città, ma lo è altrettanto il fatto che in gran parte della regione vi sono scoperture pesanti dei servizi sanitari soprattutto nelle aree montane. Emblematico il cartello affisso su uno studio medico di Forni di Sopra (immagine postata su Facebook) dove si invitano i pazienti:  “per la guardia medica chiamare il centralino ospedale di Tolmezzo o guardia medica Ampezzo “. In realtà verrebbe voglia di chiamare l’assessore regionale alla sanità, certo non tutte le colpe saranno sue, ma molte senz’altro.