Udine: privatizzazione dei nidi comunali, delusione dei sindacati,”scelta non giustificata”. 2.150 no dai cittadini

«Il benessere dei cittadini si misura sulla qualità dei servizi pubblici. Ci auguriamo quindi che per mantenere “felici” i cittadini di Udine non si proceda ad altre esternalizzazioni, né dell’ultimo nido rimasto a gestione diretta, né di altri servizi». È quanto dichiarano, non senza un pizzico di sarcasmo, i sindacati dei lavoratori pubblici Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Cisal nel comunicato con cui criticano nuovamente la scelta di esternalizzare la gestione del nido comunale Fantasia dei bimbi. Scelta recentemente confermata dall’amministrazione, che ha bandito il relativo appalto, nonostante la ferma contrarietà dei lavoratori, che contro la privatizzazione hanno anche indetto una giornata di sciopero lo scorso 10 maggio, e la «completa solidarietà», sottolineano i sindacati, di molte famiglie coinvolte.

Contro l’esternalizzazione sono state raccolte già 2.150 firme in poco più di un mese, nell’ambito della sottoscrizione promossa dai sindacati a partire dal 17 maggio. A rivelarlo i rappresentanti delle quattro sigle sindacali (Federico Fortin e Vanessa Spanò della Fp Cgil, Giovanni Di Matola della Cisl Fp, Maria Antonella Carrieri e Matteo Scatton della Uil-Fpl, Federico Ruvolo della Cisal) nel corso di una conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio nella sede della Cisl di Udine. «Tutt’oggi – si legge nel comunicato diffuso dopo la conferenza stampa – non comprendiamo questa scelta da parte dell’assessore ai Servizi educativi e di tutta la Giunta comunale di centro-sinistra, che ha votato a favore della delibera in questione, visto che c’erano e ci sono ancora tutti i margini economici e finanziari per mantenere questo servizio a gestione diretta, attraverso l’assunzione di personale educativo e ausiliario, che poteva garantire il potenziamento del servizio con l’ampiamento dei posti disponibili e con il prolungamento dell’orario di servizio fino alle 17.30». Sempre nel merito della scelta, i sindacati la giudicano non giustificata neppure dal punto di vista economico, dal momento che «i risparmi derivati da questa operazione – scrivono – non sono quelli dichiarati più volte dall’assessore Pirone e che i maggiori costi potevano comunque essere coperti dalle risorse ancora disponibili in bilancio per la spesa del personale».

A rafforzare la perplessità e la contrarietà dei sindacati anche la recente polemica sulla distribuzione dei fondi regionali tra Trieste e Udine: «Il minor finanziamento al capoluogo friulano – rilevano infatti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Cisal – è dovuto ad un minore investimento che il Comune di Udine ha fatto nel settore educativo, di controverso il Comune di Trieste continuerà a ricevere più fondi, così come dichiarato dall’assessore regionale Roberti». Da qui lo sconcerto dei sindacati, usciti delusi anche dall’ultimo, recente confronto con il sindaco, che ha ribadito l’intenzione dell’amministrazione di procedere sulla strada intrapresa, senza tornare sui suoi passi.