Una domanda
Ma vi rendete conto che l’esposizione ai materiali potenzialmente pericolosi, in quantità massiccia, e a un numero massiccio di lavoratori-cittadini, succede a Monfalcone, città “amianto mai più”, e che dall’inizio non abbiamo sentito una parola di prevenzione da parte della città. Una costatazione amarissima, la città non c’è, non pervenuta, e questo è il vero problema. Succede, che dopo il convegno regionale sulle fibre artificiali vetrose del 2017, svolto a Monfalcone, e calato il silenzio totale sulla prevenzione della salute sui posti di lavoro, per scelta politica. Stessa scelta è la mancata convocazione da 5 anni, del Tavolo permanente amianto. Succede che in aprile 2025, in occasione della giornata mondiale vittime amianto, venga resa pubblica la denuncia dell’Associazione esposti amianto di Taranto sull’utilizzo di fibre artificiali vetrose cancerogene, oltre che dell’amianto, a bordo delle navi militari; e la relazione dell’Inail sulla nave passeggeri Concordia (quella affondata all’isola del Giglio) costruita a Genova nel 2006, dove veniva affermato che i rifiuti dei panelli isolanti di fibre artificiali sono classificati cancerogeni, e il necessario tipo di indumenti idonei per la protezione, ebbene: a 50 giorni ancora nessun commento, il silenzio regna su una città smarrita. Siamo in presenza di un mondo del lavoro inquieto, minacciato da appalti e subappalti massicci, stipendi bassi, mancanza di prevenzione sulla salute, lavoratori non garantiti. Siamo in presenza di un’impotenza culturale e politica, che va oltre la sconfitta, questo sta a dimostrare che l’esito del referendum non ha in realtà nulla di sorprendente. Dovrebbero esserci come dovrebbero esserci i partiti, le istituzioni in mezzo a questo disordine produttivo, se non riprendono l’obbligo del loro ruolo delle decisioni, non andremo da nessuna parte. Non so se c’è una relazione ma la Fincantieri ha deciso di creare una task force con l’Università la Sapienza di Roma per un lavoro di conoscenza anche sulle fibre, mentre l’Ianil ha cancellato dal suo sito la relazione!!!!!
Poco interessa puntare il dito contro i lestofanti, imbroglioni che nel sistema politico e in quello mediatico alimentano le paure per deviare l’attenzione sui vari fallimenti: dalla Centrale A2a al confronto con Fincantieri; dal rapporto con il Governo nazionale molto amico alla protezione sulla salute sui posti di lavoro; al mancato governo del processo di integrazione dei lavoratori chiamati dalle aziende locali con il permesso del Governo nazionale, che alimenta un clima che va di molto oltre la xenofobia, indicando in una comunità il nemico diventa razzismo. Un clima del tanto peggio, tanto meglio. Si può dire solo che Dio perdoni questi arruffapopoli. Ma chi non cede a questa ignobile tentazione, e dunque noi tra gli altri, deve porsi una domanda: come è accaduto che la paura verso i lavoratori sia cosi diffusa a Monfalcone, città che è cresciuta, trasformata, sviluppata attorno ai lavoratori e il lavoro? E perché mai ciò che chiamiamo sinistra non è stata in grado in questi ultimi 20 anni di proporre una cultura su questa tematica? La stima, il rispetto, il riconoscimento politico, sociale, culturale, di solidarietà e integrazione che Monfalcone aveva in Regione, nel Paese Italia non c’è più. Il futuro economico e politico è il tema cruciale su cui riprendere il camino insieme.
Luigino Francovig