Uso smodato di medici gettonisti a causa delle politiche sanitarie sbagliate. In Fvg spesi, secondo l’Anac, 57 milioni di euro dal 2019 al 2023
Chi ha una certa età ricorda come il “gettone” fosse solo quello telefonico o al massimo quello che si introduceva per far muovere gli autoscoti al Lunapark, oggi invece ad essere “gettonati” sono medici che hanno scelto facili guadagni e meno rischi e fatica rispetto ad un servizio sanitario “matrigno” incapace di trattenerli o comunque dalla bassa attrattività e non solo economica. Intendiamoci nessuna colpevolizzazione per la scelta, ogni professionista è libero di fare le proprie scelte lavorative, spetta semmai a chi gestisce la sanità evitare quantomeno che certe scelte siano favorite. Una denuncia forte sulla situazione che si è creata, arriva in questi giorni dall’opposizione in consiglio regionale e nello specifico dal consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd): «La ricetta di Fedriga e Riccardi per curare un sistema sanitario pubblico malato ormai da tempo, non solo non ha sortito alcun effetto, ma sta causando un fuga inarrestabile di personale. In quattro anni sono state duemila e cento le dimissioni volontarie di medici, infermieri e operatori, migrati verso il privato finanziato dalla Giunta indebolendo le aziende sanitarie. E a subirne le conseguenze sono sempre i cittadini che di fronte a tempi di attesa insostenibili spesso sono costretti a pagare visite ed esami o, quando non se lo possono permettere, rinunciano alle cure».
«Dopo le 1.530 dimissioni volontarie registrate nel triennio 2020-2022, nel 2023 la situazione è ulteriormente peggiorata, nonostante le dichiarazioni di Fedriga e Riccardi su quanto stanno investendo in sanità. L’Asugi, infatti, ha perso altre 132 unità, l’Asufc 264, l’Asfo 134, il Burlo 21, il Cro 9 e l’Arcs 5 per un totale di 565 uscite, ben superiori alle 382 quiescenze. Negli ultimi quattro anni, dunque, la fuga di personale ha raggiunto la cifra esorbitante di 2.095 unità» rende noto Conficoni.
«Ma quello che risulta inaccettabile è l’atteggiamento dell’assessore Riccardi che cerca di far credere che la gestione della salute pubblica funziona. A fine anno, in occasione dell’assestamento autunnale garantiva che il 2023 si sarebbe chiuso con “un effetto stimato di 400 persone in più nel Servizio sanitario regionale”. Peccato che i dati della direzione generale Salute dicano ben altro, ossia che l’incremento è stato di 32 unità, un aumento che comunque porta a un numero di dipendenti inferiore rispetto a quello che si registrava nel 2018 quando il centrodestra ereditava dal centrosinistra il governo della sanità. Inoltre – aggiunge Conficoni – nei giorni scorsi abbiamo letto le dichiarazioni di Fedriga, a margine della Conferenza delle Regioni, attraverso le quali comunicava che “mancheranno infermieri”. Anche qui Riccardi ha raccontato una storia del tutto differente, vantandosi dei primati del Fvg. Solo un mese fa dichiarava alla stampa che “la nostra Regione ha una media di infermieri di 6,84 ogni mille abitanti, mentre in Italia il dato è 5,12: siamo i primi”» ricorda Conficoni. In definitiva, conclude, «la Giunta Fedriga e il centrodestra dimostrano di non aver preso piena coscienza del fatto che il nodo principale del sistema salute riguarda la crisi del personale. Hanno bocciato le nostre proposte per trattenere il personale in fuga e favorire nuove assunzioni, intanto una regione come la Lombardia ha introdotto la regola della permanenza di 3 anni nel sistema sanitario pubblico per gli specializzandi beneficiari di borse di studio, esattamente quello che avevamo chiesto nella legge di Stabilità 2024 unitamente ad altri incentivi per incoraggiare i percorsi di formazione». Fin qui quanto dichiarato dal consigliere d’opposizione. Bisogna aggiungere il capitolo costi esorbitanti sui cosiddetti gettonisti dato che molti fra chi ha lasciato il servizio sanitario pubblico hanno abbracioato la pratica di diventare lavoratori autonomi a cottimo, ormai chiamati “gettonisti” pratica emergenziale nata in pandemia e diventata però strutturale. A far luce sul costo sostenuto dal servizio sanitario nazionale è stata l’ANAC – autorità nazionale anti corruzione – che quantifica in quasi 1 miliardo di euro l’esborso fatto negli ultimi 5 anni in tutta Italia.
Ricordiamo che L’ANAC è un’autorità amministrativa indipendente la cui missione istituzionale è individuata nell’azione di prevenzione della corruzione in tutti gli ambiti dell’attività amministrativa. L’attività di ANAC si esplica attraverso la vigilanza su vari fronti: applicazione della normativa anticorruzione e rispetto degli obblighi di trasparenza, conferimento degli incarichi pubblici, conflitti di interesse dei funzionari, affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici. Ed è appunto in questa veste che l’Anac denuncia una situazione inaccettabile. Si tratta di un fenomeno non solo presente nella nostra regione, in cima alla classifica per ricorso a gettonisti ci sono in ordine Toscana, Lombardia, Abruzzo e Piemonte. Il FVG – sempre secondo il rapporto ANAC – è al sesto posto, con 57 milioni di euro spesi dal 2019 al 2023. Molto più quindi di regioni più popolose come il Lazio (con i 40 milioni nello stesso periodo) o il vicino Veneto (8 milioni e mezzo). Scelte politiche e di orientamento che evidentemente sono state nelle corde dell’assessore Riccardi