Vino sotto attacco, “dannoso” dice l’Oms. Si ergono i difensori contro il proibizionismo ma a senso alternato
“Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere” è un proverbio che mette in guardia dai vizi legati al vino, al sesso e al fumo, traendo origine da un’antico detto romano che recitava: “Bagni, vino e sesso corrompono i nostri corpi, ma bagni, vino e sesso sono la vita”. Come non condividere la saggezza latina, ma ovviamente i soloni dell’Oms non la pensano così, perchè il diavolo sta nel particolare, e cioè negli eccessi. Ed è da questo che prendono vita i nuovi proibizionismi in Europa, lasciamo da parte il sesso (meriterebbe ampio capitolo), ma dopo il fumo (inteso in tutte le sue forme e accezioni) si vuole condannare e mettere fuori legge l’alcol e i prodotti alcolici senza distinguere tra tipologie (ovvero differenziare i superalcolici da vino o birra) e modalità di consumo, quindi trattando con lo stesso duro metro di giudizio il consumo moderato e l’abuso. La querelle nasce dal fatto che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – Regione Europa, ha adottato il 14 settembre scorso a Tel Aviv – tra l’altro senza alcuna presa di posizione contraria da parte dei rappresentanti italiani ed Europei – il documento “European framework for action on alcohol 2022-2025”. La denuncia viene dall’Unione italiana vini secondo cui «le linee guida, accolte integralmente e senza opposizioni, prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità d’azione, con l’obiettivo di riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025». Era ovvio che se pur tardivamente la notizia rimbalzasse sui media nostrani partendo dalla presa di posizione dell’ Unione italiana vini secondo cui si tratta di una misura che equivale a una scure sul mondo del vino e che segna l’inizio di una nuova ondata proibizionista per un settore del made in Italy che vanta un export di oltre 7 miliardi di euro e occupa 1,2 milioni di persone in Italia. Il documento dell’Oms si propone di raggiungere gli obiettivi di un taglio dei consumi di alcol attraverso una strategia precisa che prevede aumento della tassazione, divieto di pubblicità, promozione e di qualsiasi azione di marketing e obbligo di health warming in etichetta. Le bottiglie di vino insomma come i pacchetti di sigarette. «Il testo – hanno aggiunto all’Unione italiana vini – si basa sul concetto di consumo “no safe level”». Ovvero che qualsiasi livello di consumo anche minimo sia comunque dannoso per la salute. Un principio solo qualche mese fa fortemente contestato in sede di voto al Cancer plan dell’Europarlamento e che quindi potrebbe non avere effetti reali. Ma tanto è bastato perchè suonassero le sirene d’allarme. Ora se è vero che il proibizionismo non è soluzione e anche vero che questo dovrebbe valere in via generale e quindi, volendo trattare la questione in maniera laica, non è certamente agitando gli animi e paventando in maniera scomposta battaglie di libertà che si può ragionare sulla questione. Dire che si tratta il vino, un prodotto della terra, come la nicotina è doppiamente sbagliato, intanto perchè volendo cavillare sotto attacco è l’alcol contenuto nel vino, esattamente come la nicotina è contenuta nel tabacco che è anch’esso “un prodotto della terra”. Intendiamoci l’azione dell’Oms ha una sua ratio, l’alcol è dannoso (basta ricordare i dati sull’alcolismo, gli effetti sul fegato e quelli degli incidenti stradali) ma non tiene conto non solo della cultura e delle tradizioni, ma anche dell’azione socializzante e perfino benefica se non si eccede nel consumo. Detto questo però non si può non ragionare sul fatto che appaiono piuttosto scomposte alcune reazioni. Una fra tutte quella del presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin che, ci ricorda con grande evidenza il quotidiano di Viale Palmanova “è sempre sensibile riguardo a questi temi” che aggiungiamo noi, sono molto popolari. Zanin entra nel dibattito con pesanti e teatrali, anzi cinematografiche, critiche all’Organizzazione mondiale della sanità. “Trama e scenografia – ha detto infatti il presidente dell’assemblea regionale – sembrano quelle di un film di Dario Argento, invece siamo di fronte all’ennesimo tentativo di imporre la scure proibizionista e omologatrice a senso unico da parte di istituzioni sovranazionali, in questo caso da un’organizzazione che negli ultimi tempi, in particolare con la questione Covid, è stata spesso nel mirino della critica». E fin qui la posizione ci potrebbe stare ma è sul proseguo che Zanin forse esagera nell’alzare l’asticella. Si legge infatti ancora nelle dichiarazioni pubblicate dal MV «un muro di buon senso, tradizione, lavoro, qualità, salute e benessere al cospetto di un attacco scomposto e generalista nei confronti del vino, incluso tra le bevande alcoliche da demonizzare senza se e senza ma con l’obiettivo di ridurne l’uso senza pensare, al contrario, a diffondere il concetto positivo di bere moderato e consapevole». Zanin in sostanza spiega che “il vino è salute mentale, fisica ed economica se assunto nelle giuste proporzioni e con le dovute cautele, un mantra che vale per qualsiasi prodotto alimentare. Il proibizionismo o simil tale, invece, nella storia ha prodotto sempre e solo danni a ogni livello». Diciamo che siamo assolutamente d’accordo a patto che si usi la coerenza. è una battaglia di libertà che ci sentiamo di condividere sempre che non si usino pesi e misure diverse a secondo della propria propensione e gusto. «Non vorrei, chiosa ancora Zanin, si andasse nella direzione di un Monopolio di Stato, anzi di Unione europea per un prodotto centrale nell’economia nazionale qual è il vino, magari arrivando successivamente ad aggredire altre eccellenze già penalizzate come olio, latte e chissà cosa ancora». Oibò, che dire. L’iperbole di Zanin sul latte e affini speriamo sia appunto una iperbole rafforzativa e capiamo l’indignazione, ma allora con coerenza bisogna ricordare che vi sono altri prodotti della terra vietati anche se comprovatamente (tanto da essere prescritti a livello sanitario) benefici per la “salute mentale, fisica ed economica se assunti nelle giuste proporzioni e con le dovute cautele”. Un esempio la cannabis, ci aspettiamo quindi che Zanin si lanci anche in una campagna contro ogni proibizionismo, droghe leggere comprese.
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