Viva gli alpini! Benvenuti alpini! Udine vi accoglie a braccia aperte. Ecco: l’abbiamo detto ma restano i ma….

Viva gli alpini! Benvenuti alpini! Udine vi accoglie a braccia aperte! E chi più ne ha, più ne dica. Detto questo, anche con una dose di sincerità, perché comunque sia bisogna essere accoglienti, siamo certi che alcuni degli amanti del cappello piumato (una minoranza per fortuna) non capirà. Stremati da cotanta fatica intellettuale (giudicando dai commenti social) si fermeranno al titolo o poco di più, quando non alla prima personale obiezione. Cerchiamo allora conforto in un antico proverbio, quello che recita: “scherza con i fanti ma lascia stare i santi”. Ma questo detto, evidentemente, non secondo molti non dovrebbe valere per gli alpini, o almeno così la pensa una parte di loro o più probabilmente alcuni  loro sostenitori spiumati ma più “realisti del re”. Questi non solo non accettano critiche, ma come tori infuriati si scagliano contro chiunque non viva la loro “passione”, perché, a loro dire, incapace di capire non avendo fatto la naja con loro. Incapaci di cogliere lo “spirito alpino” che li pervade ci dicono. Sarebbe facile ironizzare che spesso l’olezzo di ben altri “spiriti” si percepisce nei pressi dei raduni, ma visto che non siamo bacchettoni e che riteniamo che un limitato uso di “gioia di vivere” non sia mai negativo, quella che critichiamo è la presunzione di superiorità che spesso trasuda tracotante. Guai a chi dispensi critiche, anche se garbate e argomentate al loro raduno,…. è lesa maestà. Ed allora restiamo convinti di non aver bestemmiato in chiesa, bestemmie invece non certo estranee ad una certa cultura di chi, con i santi, ci “scherza” spesso davvero troppo. Riteniamo di non aver compiuto alcun vilipendio per il fatto di aver ricordato episodi storici ma anche vizi e rischi presenti in qualsiasi adunata con centinaia di migliaia di persone, fosse anche una marcia di chierichetti. La nostra colpa sarebbe quella di non esserci uniti al coro, alla vulgata generale, che enfatizza l’adunata di Udine ai limiti dello stucchevole, con scritti, servizi giornalistici e parole di politici talmente sdolcinate da far venire la carie solo respirandone l’aria. Ricordiamo che comunque parliamo di una adunata militare e che anche se oggi  è rappresentata prevalentemente da “veci”,  dai fisici ultra-quarantenni appassiti dall’ingiuria del tempo  e inadatti alla pugna, sempre di forze armate parliamo. Il tutto mentre è in corso una guerra sanguinosa e fratricida a noi vicina geograficamente, nelle stesse terre dove, esattamente 70 anni fa, fummo noi italiani ad aggredire per poi dover scappare a gambe levate, lasciando sui campi innevati i cadaveri di migliaia di giovani, incolpevoli vittime di una guerra condotta dalla parte sbagliata della storia. Ma questa è appunto storia e anche se viene ormai narrata spesso in maniera distorta, cercando una mendace rivisitazione ideologicamente orientata, la verità rimane indelebilmente scritta. Dovrebbero essere gli alpini per primi a raccontare queste verità, se non altro perché scritte con il sangue dei nostri soldati, alpini compresi, mandati a morire da un orribile regime. Carne da cannone, senza equipaggiamenti adeguati, con le scarpe di cartone ed armamenti obsoleti. Ed invece si evidenzia solo la “vittoria” all’interno di una disfatta colossale. Quei giovani protagonisti a Nikolajewka non sono automaticamente eroi, anche se le azioni compiute per tornare a casa furono ardimentose, commoventi, quanto disperate. Lasciando quindi perdere le gesta militaresche. Di altissimo valore è stata invece, nei decenni più recenti, l’attività dell’Associazione nazionale alpini nel corso di calamità ed emergenze, questo è indiscutibile ed ha  un altissimo valore che nessuno disconosce. Ma è l’anacronistica sfilata, con il corollario che la segue e l’anticipa, che paralizza e mette in ostaggio per giorni le città prescelte, che riteniamo ormai da superare come evento. Continueremo a dirlo sapendo di non essere soli, forse siamo pochi ad affermarlo pubblicamente perché, contrariamente a tanti altri, noi non scriviamo per compiacere qualcuno. Del resto essere pecore del gregge mediatico, consentitecelo, non ci piace per nulla.

FF

Ps: Una avvertimento a chi decide di postare commenti o mail che vorrebbero essere provocatorie, in genere sentenze di “condanna”   fra l’altro prive di argomentazioni, sappiate che è fatica sprecata, non solo non ci toccano, ma neppure vi risponderemo se non citando Oscar Wilde che lungimirante ben prima che si palesassero i social consigliava: “mai discutere con un idiota; ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”.

Raduno nazionale degli alpini a Udine. Una festa non per tutti e non di tutti