Vivere sostenibile, ricerca nazionale coordinata dall’Università di Udine
Studiare le conoscenze, le attitudini e i comportamenti degli italiani verso il vivere sostenibile (sustainable living). È l’obiettivo di una ricerca nazionale coordinata dalla Scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva del Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine. L’indagine, durata sei mesi, ha interpellato 420 persone in tutto il Paese esaminando diversi ambiti del vivere sostenibile: i consumi e lo shopping responsabile, la mobilità sostenibile, la gestione dei rifiuti, l’alimentazione e spesa, la cura personale, la cura e le pulizie della casa, l’energia, l’acqua e altri consumi. Per vita sostenibile si intende uno stile di vita che tenta di ridurre l’uso delle risorse naturali da parte di un individuo o di una società. L’Ateneo friulano ha guidato un pool composto da altri otto partner di cui quattro atenei e quattro aziende sanitarie. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista scientifica Sustainability (https://doi.org/10.3390/su162411186).
I risultati
Dall’indagine emerge che dei 22 oggetti (tra cui detergenti ecologici, shampoo solido, carta da forno riciclabile, abiti di seconda mano) e 18 comportamenti proposti (tra cui coltivare un orto personale, consumare frutta di stagione, utilizzare mezzi di trasporto sostenibili, fare la raccolta differenziata, ridurre i consumi energetici), complessivamente l’87% sono stati ritenuti influenti sulla sostenibilità. Soltanto il 67% di essi viene adottato dalle persone intervistate. I principali motivi del loro non utilizzo o dell’adozione erano la scarsa praticità, la loro disponibilità e il loro costo.
Tra i campi in cui la percezione della sostenibilità è più bassa ci sono quelli della cura personale, 77%, e dei trasporti, 85%, che si sono confermati gli ambiti in cui questi comportamenti sono stati meno adottati. I principali motivi della loro non adozione sono: le complicazioni pratiche nell’utilizzo della vita di ogni giorno (25%), in particolar modo per trasporti e alimentazione; il difficile reperimento o realizzazione (23%), principalmente per l’alimentazione e lo shopping; il loro costo, (13%), soprattutto nell’ambito dell’energia e della pulizia della casa.
«Da questi risultati appare evidente – spiega il coordinatore dell’indagine Edoardo Miotto – che occorre creare iniziative educative mirate, sensibilizzare sulle sfide della sostenibilità e promuovere politiche di consumo responsabile».
Vivere sostenibile e salute
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni unite (Onu), riconosce nel vivere sostenibile uno degli obiettivi fondamentali. In particolare, sottolinea l’importanza di dotare le persone delle informazioni e della consapevolezza necessarie, anche tramite l’educazione di qualità. Questo perché le scelte dei consumatori hanno un impatto diretto sulle risorse del pianeta e sono cruciali per il futuro dell’ecosistema. Inoltre, il “sustainable living” si collega direttamente al concetto di “one health”, che evidenzia la connessione tra salute umana, animale e ambientale.
«Per questo – sottolinea Miotto – è fondamentale sviluppare interventi di sanità pubblica mirati a promuovere l’adozione di comportamenti e prodotti sostenibili. Data la natura complessa dei fattori che determinano i comportamenti degli individui, per fare ciò, è fondamentale sviluppare interventi di sanità pubblica efficaci, basati sulla comprensione dei fattori che ostacolano tali scelte, sui livelli di sensibilità della popolazione e sugli ambiti in cui è più difficile applicare questi principi».
I partner
La ricerca, svolta da gennaio a giugno 2023, ha coinvolto, oltre all’Università di Udine, quelle di Torino, di Trieste, di Modena e Reggio Emilia e la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Inoltre, l’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Azienda sanitaria Friuli occidentale, e le aziende sanitarie locali Roma 2 e quella della provincia di Barletta – Andria – Trani.