Volontari contro le opere faraoniche. Un intervento di gestione del legname fluitato per la sicurezza di Latisana nel rispetto della biodiversità.
Quest’oggi 14 dicembre 2024, un nucleo di volontari, deciso a sfidare la retorica delle “grandi opere”, ha intrapreso un intervento di gestione della vegetazione fluitata nell’alveo del fiume Tagliamento, nei pressi del Ponte di Madrisio. L’azione è stata pensata per protestare contro il previsto imponente ponte-traversa da realizzare tra Dignano e Spilimbergo, di 2 km di lunghezza, oltre 15 metri di altezza, in grado di invasare 29 milioni di mc d’acqua (1.32 volte quello di Ravedis). La dimostrazione ha l’obiettivo di promuovere la mitigazione del rischio idraulico e la protezione dell’ecosistema fluviale, con una modalità ben lontana dal tipo di interventi che, secondo i volontari, compromettono irrimediabilmente la biodiversità lungo il fiume Tagliamento, sprecano ingenti risorse pubbliche e danno la falsa idea di sicurezza. Il gruppo di volontari che sta intervenendo è composto da persone con vari titoli di studio e competenze, che rifiutano l’etichetta di “ambientalisti da salotto”. “Con questo intervento sul corso d’acqua più importante della Regione Friuli Venezia Giulia, si intende rimuovere il
solo legname fluitato depositato presso il ponte, un’azione volta a rispettare il funzionamento naturale del fiume e a garantire la mitigazione del rischio idraulico” dichiara Roberto Pizzutti, già funzionario forestale presso l’Ente tutela Patrimonio Ittico. In contrasto con il falso luogo comune secondo cui sarebbe vietata la gestione dei corsi d’acqua attraverso il prelievo di legname e ghiaia, il gruppo di volontari agisce in totale conformità con la legge regionale n. 11 del 2015, che consente tale attività sotto precise condizioni. L’importante è limitare il prelievo complessivo ed eventualmente ridurre la lunghezza dei tronchi (che preferibilmente non devono essere asportati).
L’intervento odierno, pur nella sua semplicità, è volto a dimostrare che la vera sicurezza non si ottiene con strutture invasive e costose. E’ un invito a pensare all’arretramento degli argini, alla riconnessione di spazi di pianura inondabili, alla delocalizzazione di edifici situati in aree esondabili, al coinvolgimento della popolazione in attività di informazione e preparazione all’emergenza, che rappresentano le soluzioni più efficaci. Queste misure consentirebbero di ridurre significativamente il rischio alluvionale, coniugando la protezione delle comunità con la salvaguardia del patrimonio naturale, limitando certo l’edificabilità in aree insicure. I volontari sottolineano che la vegetazione ripariale e il legno morto sono risorse fondamentali per la vita del fiume Tagliamento: non solo contribuiscono alla diversificazione degli habitat e alla formazione di rifugi per la fauna acquatica, ma svolgono
anche importanti funzioni idromorfologiche e geochimiche. La vegetazione ripariale ed il legno morto, infatti, promuovono il rallentamento della corrente svolgendo una naturale laminazione delle piene, la trattenuta di ghiaia e sabbia, e forniscono cibo e habitat per una vasta gamma di specie, anche a rischio di estinzione. Solo le infrastrutture realizzate senza criterio possono subire criticità e per questo vanno adeguate (i ponti di Latisana, non quelli a monte). E’ chiaro che il problema non è il legname, ma sono i ponti con le pile in alveo. I volontari infatti pongono l’accento sulla trascuratezza da parte dell’amministrazione regionale riguardo alla manutenzione delle opere pubbliche lungo i corsi d’acqua. Se gli amministratori regionali fossero davvero interessati alla sicurezza idraulica, darebbero priorità alla rimozione immediata del legname fluitato nei punti critici, come i ponti di
Latisana, piuttosto che concentrarsi su grandi opere inutili. Nel breve termine, il Presidio Permanente sul Tagliamento verificherà se, dopo quasi 60 anni dall’alluvione del ’66 e tanti proclami sulla difesa di Latisana, le autorità rimuoveranno davvero l’enorme accumulo di legname sotto il ponte ferroviario, come annunciato dal Sindaco dopo l’informazione del blitz ambientalista. Inoltre, controllerà se verrà finalmente introdotto un sistema ordinario di rimozione che ponga fine al continuo rimpallo di responsabilità. Sarebbe un pessimo segnale se dei volontari dovessero intervenire anche a Latisana. Eppure, lo faranno, se le autorità continueranno a ignorare la soluzione più semplice e immediata da attuare senza ritardi. Per ulteriori informazioni: