Wärtsilä battuta in tribunale, stop ai licenziamenti. Per l’azienda strada più in salita ma difficile cambi prospettiva

Il Giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, Paolo Ancora, ha accolto il ricorso presentato dai sindacati di categoria metalmeccanici  in merito al comportamento antisindacale della multinazionale Wartsila. Così per effetto della sentenza la procedura di licenziamento dei 451 dipendenti dello stabilimento di San Dorligo è stata revocata e inoltre il Gruppo viene condannato al pagamento di 50 mila euro a ciascuna delle sigle sindacali a titolo di risarcimento per danno di immagine, al pagamento delle spese legali e di pubblicazione del decreto su alcuni quotidiani nazionali. La sentenza impone anche all’azienda di coinvolgere e consultare i sindacali su qualsiasi ulteriore decisione che siamo certi non mancherà, perchè sarà difficile che Wärtsilä cambi idea sui suoi intenti finali. Ricomincerà la procedura daccapo ma questa volta in maniera meno arrogante. Unica vittoria per gli avvocati della azienda il fatto che il Giudice ha dichiarato inammissibile l’intervento della Regione Fvg che voleva costituirsi parte civile. Ora, spiegano i sindacalisti, se Wärtsilä non dovesse ottemperare alla revoca, correrebbe il rischio di una denuncia penale, ma ovviamente la multinazionale finlandese ha invece la possibilità di opporsi, per vie legali, a quanto decretato dal Tribunale. Più probabile è invece che l’azienda decida di riproporre la procedura di licenziamento ottemperando a tuti i passaggi previsti dalla legge, ma secondo i sindacati che avevano proposto il ricorso, la procedura  avrebbe tempi almeno raddoppiati. Infatti  prima di prendere ogni decisione l’azienda dovrebbe preventivamente consultare i sindacati e cercare con loro un accordo. La nuova procedura, inoltre, sempre secondo quanto riferiscono i sindacati, ricadrebbe sotto la nuova – e più restrittiva – disciplina prevista dall’emendamento al decreto aiuti approvato alcuni giorni fa. Avrebbe dunque tempi più lunghi, e sarebbe più onerosa per l’azienda, che si vedrebbe costretta a restituire almeno una parte dei contributi pubblici ricevuti.

Numerosi i commenti appena si è sparsa la notizia della sentenza:  Grande soddisfazione per la decisione del giudice è stata espressa dall’assessore regionale al Lavoro Alesia Rosolen  secondo cui il fatto che il Giudice abbia ritenuto inammissibile l’intervento adesivo della Regione, ha aggiunto l’esponente della Giunta regionale, non sposta nulla dal momento che la stessa ha partecipato al giudizio rafforzando le tesi sindacali. La posizione regionale a difesa dei posti di lavoro e della filiera industriale ha già prodotto i suoi effetti perché, oltre a rafforzare oggi le vittoriose posizioni sindacali, ha già indotto il legislatore nazionale e rivedere in modo importante la norma rispetto alla sua prima formulazione. Nel decreto odierno del Giudice, fa notare il rappresentante dell’Esecutivo regionale, uno dei dati fondanti è legato proprio a quella che l’Amministrazione ritiene una violazione in merito alla mancanza di informazioni da parte della multinazionale prima di procedere con il piano di spostamento produttivo e di riduzione occupazionale che riguarda 451 addetti del sito di Bagnoli della Rosandra. Nel merito del pronunciamento, il Tribunale di Trieste ha accertato la condotta antisindacale di Wartsila Italia Spa per non aver adempiuto agli obblighi di informazione preventiva previsti dall’articolo 9 del Contratto nazionale dell’Industria Metalmeccanica, dall’accordo integrativo aziendale del 2016 e dal verbale di accordo del 9 maggio 2018 (voluto e sottoscritto proprio in Regione), in relazione alle dinamiche economiche e produttive suscettibili di determinare ricadute occupazionali sul sito di Trieste, nonché con riferimento alla decisione di cessare l’attività produttiva del predetto sito e di avviare la procedura dei licenziamenti.

Wartsila: Serracchiani, lavoratori segnano punto importante

C’è un giudice a Trieste. Accolto ricorso dei sindacati contro Wartsila e revocata la procedura di licenziamento. La lotta civile dei lavoratori segna un punto importante con la forza della legge accanto all’impegno di cittadini, sindacati, politica e istituzioni. Non smantellare sito”. Lo scrive su Facebook la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, dopo che il Giudice del lavoro del Tribunale di Trieste ha accolto il ricorso presentato dai sindacati di categoria in merito al comportamento antisindacale della Wartsila.

Soddisfazione per la sentenza Warstila da parte di Furio Honsell

“Ho appreso con grande soddisfazione che la manifestazione indignata di tutti i lavoratori, dei sindacati e dei cittadini contro l’ingiustizia della Warstila è stata riconosciuta dal giudice del lavoro del tribunale di Trieste. Il fatto che la Warstila sia stata condannata per attività antisindacale e i 451 licenziamenti siano stati revocati significa che lo Stato di diritto ha trionfato. L’impegno per la difesa dell’azienda e di tutti i posti di lavoro del settore industriale in regione non si deve però esaurire. Il dovere di tutti però è quello di spingere affinché la Warstila ritorni ad avere il prestigio industriale che in oltre 200 anni aveva accumulato la “Grandi motori Trieste”. Questo significativo successo preliminare è tutto merito dei lavoratori uniti.”

Commento  e soddisfazione alla notizia della sentenza  anche da Roberta Russi, candidata al senato per Articolo Uno regionale nelle liste di PD- Italia democratica e progressista. “Una condanna esemplare per Warsila, che vede sostenere i lavoratori e le lavoratrici che da due mesi contrastano, assieme a tutto l’indotto, la chiusura del sito triestino. Lavoratori e lavoratrici cui va tutto il nostro sostegno e solidarietà, ribadisce la Russi. Questa sentenza è un traguardo fondamentale per contrastare la chiusura, la delocalizzazione del sito produttivo triestino e così evitare di impoverire ancor di più il tessuto industriale di questa regione”.