“Zariel, le strade di polvere”, domani la musica racconta le vicende storiche dei popoli del mediterraneo per il festival internazionale di musica sacra
Ancora una volta la “speranza”, tema portante della 32^ edizione, è motore dei concerti del Festival internazionale di Musica sacra a Pordenone: la produzione in arrivo sabato 18 novembre, alle 20.45 nell’Auditorium Vendramini, offrirà al pubblico una delle più apprezzate proposte a cavallo fra tra jazz e world music. “Zarièl, strade di polvere” sprigiona sonorità che evocano risonanze lontane, e ci proiettano lungo i sentieri del mondo. Si incroceranno canti che raccontano le tradizioni di popoli provenienti dal mondo e attingono dalla tradizione sefardita, balcanica, mediorientale e non solo: come polvere luminosa, si diffonderanno guidandoci nel cammino musicale per le strade del mondo, ripercorrendo le vicende dei popoli del Mediterraneo e i loro “viaggi della speranza”, in cerca di un futuro migliore. Il concerto è frutto della ricerca personale di ogni componente dell’Ensemble: Zariél è un Ensemble di voce, chitarra, contrabbasso, batteria e flauto. In scena troveremo Eleonora Tedesco, voce Davide Benecchi, chitarre Davide Buratti, contrabbasso Patrizio Balzarini, batteria Alessio Migliorati, flauto. La 32^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra, è promossa da Presenza e Cultura per la direzione artistica dei Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai. Ingresso a pagamento. Info e dettagli: www.musicapordenone.it. Il Festival Internazionale di Musica Sacra è organizzato in collaborazione con Centro Iniziative Culturali Pordenone, Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone, MIC-Ministero della Cultura, Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia e inoltre con Promoturismo FVG, Comune di Pordenone e Fondazione Friuli.
La figura femminile è elemento privilegiato del concerto: in ogni luogo della terra le donne hanno sempre cantato per tramandare la propria cultura, il proprio credo religioso, per scandire la vita quotidiana, per denunciare la loro condizione, per mantenere vivida la luce che le anima. “Zarièl, le strade di polvere” è un viaggio che racconta, attraverso la musica, le storie di chi si è messo in cammino per sfuggire alle persecuzioni nei secoli. I cosìddetti – appunto – “viaggi della speranza”. Il programma contiene brani di carattere religioso più espliciti, come Kuando el Rey Nimrod, canto sefardita che narra la nascita di Abramo, o Los Peces, brano della tradizione spagnola rivolto alla Vergine Maria, o ancora Ederlezi, canto serbo, dedicato alla festa di San Giorgio, dove si ringrazia per l’arrivo della primavera. Un’altra parte del repertorio è rivolta ai canti rituali, propiziatori e di ringraziamento, dove è in evidenza la relazione tra l’uomo e la forza divina della natura, come Alta es la Luna e Luna Sefardita, che invocano l’astro notturno, fonte di grande ispirazione e simbolo di profonda trasformazione spirituale. Oppure La Roza Enforece, dedicato alla fioritura delle rose nel mese di maggio, che mette in evidenza il contrasto tra le pene dell’animo umano e la capacità di rinascita della natura. Morenika, brano sefardita e Cane Cane, canto curdo, sono invece melodie intonate durante le cerimonie matrimoniali. Altri canti sono dedicati alle attività della vita quotidiana come La Comida la magnana e Los Guisados de la Berenjena (una ricetta su come preparare le melanzane in sette modi differenti!), i gesti di tutti i giorni sono uno degli strumenti più importanti che abbiamo per coltivare la speranza dentro di noi, scegliendo di vivere pienamente e con dedizione le nostre giornate. Alcuni brani sono dedicati all’amore umano come Agapimù (brano scritto in greco salentino) o Lule Lule (canto arbëreshe) e che cos’è in realtà l’amore romantico, al quale dedichiamo tanta energia, con la speranza di trovare la felicità, se non la trasposizione terrena dell’amore divino? Altri canti, molto intensi, provengono dall’est Europa, come Djelem Djelem, l’inno del popolo Rom, dove esplicitamente ci si rivolge al Signore per rivedere i propri cari perduti, ritornando così a sperare e a credere, che ogni lacrima versata non sia andata perduta.
Eleonora Tedesco – voce
è una cantante dalle svariate sfaccettature, si e sempre posta in un’ottica di ricerca verso il suo lavoro, questa scelta l’ha portata a percorrere strade poco battute, in continuo dialogo tra possibili mondi espressivi. Fin da giovane mostra una propensione per l’arte in generale. Inizia la sua formazione musicale studiando chitarra con Carlo Ferre e canto con Adriana Getlikova. In seguito si diplomerà sia all’Accademia di Belle Arti di Brera che all’Accademia di Arte Drammatica di Milano diretta da Richard Gordon. Si forma alla Scuola Civica Jazz di Milano con Laura Fedele, diventa insegnante di Tecnica Alexander. Ma nel corso degli anni sceglie di approfondire sempre di più il campo musicale legato al canto e al teatro. Inizia ad appassionarsi al canto corale e dal 2006 frequenta i seminari della Voicestra di Bobby McFerrin. Studia Vocal Improvisation con la cantante americana Rhiannon, gospel con il cantante americano Joey Blake e vocal percussion con David Worm. Frequenta diversi Workshop diretti da Fabrizia Barresi dove conosce il metodo Voicecraft, partecipa alle residenze estive della cantante Gabriella Aiello scoprendo così il canto popolare nella sua forma più arcaica della trasmissione orale. Per molti anni si dedica alla ricerca vocale nel “Centro di Funzionalità Vocale” di Belluno diretto da Maria Silvia Roveri. Lì inizia un percorso che la porta ad indagare la relazione profonda che il suono ha con il corpo umano e con la vita dell’uomo in generale. Ha partecipato ha diversi progetti musicali e teatrali, dal duo SolCalante, al progetto “Ero nuda”, all’Improbanda diretta dal pianista Alberto Braida, dove ha sempre cercato di portare il suo approccio multidisciplinare come ingrediente principale. Ma è in quest’ultimo lavoro: Zarièl “le strade di polvere” dov’è riuscita ad esprime le sue caratteristiche vocali e le sue esigenze espressive più autentiche. Collabora come insegnante di canto con diverse scuole musicali, la Ricordi Music School e La Maison Art Lab, Musicopoili Città delle Arti. Insegna Funzionalità vocale e Tecnica Alexander.
Davide Benecchi – chitarra
è un chitarrista poliedrico diplomato in jazz presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como. Ha studiato con grandi insegnanti come Franco Cerri (il compianto pioniere della chitarra jazz in Italia), Bebo Ferra e Roberto Cecchetto. Davide negli anni della sua formazione si è confrontato con vari generi musicali, classica, rock, pop, blues, bossa nova, e nella ricerca del suo stile musicale ha sempre cercato riferimenti musicali provenienti da generi musicali differenti. A livello professionale ha collaborato con compagnie teatrali di prosa (Filodrammatici e compagnia Spazio Dilà) come compositore di colonne sonore originali e musicista. L’esperienza teatrale è stata molto importante poiché l’unione della musica e della parola recitata sono state infatti di grande ispirazione anche per altre avventure musicali come ad esempio si riscontrano note teatrali nell’esperienza col gruppo pop cantautorale Cocida nel quale è stato anche autore dei testi oltre che delle musiche e col quale ha vinto diversi premi e riconoscimenti. In ambito jazz ha potuto maturare varie esperienze live in contesti di alto livello grazie alla partecipazione ai civici corsi di jazz di Milano quali ad esempio “break in jazz” e “Notti trasfigurate”. Inoltre con il suo trio jazz “Epepe” ispirato all’omonimo romanzo del premio Nobel Ferenc Karinthy ha vinto il premio “L’artista che non c’era” e ha suonato nei festival JazzMi, Novara Jazz, Jesi Jazz. Nell’ambito della world music è stata cruciale l’esperienza con i Muzikanti di Balval, gruppo del virtuoso fisarmonicista di etnia rom Jovica Jovic con il quale ha potuto approfondire la musica dei Balcani e dell’Est Europa proprio da uno dei più grandi conoscitori e interpreti di quel repertorio.
Davide Buratti – Contrabbasso
si avvicina alla musica inizialmente studiando basso elettrico con Alberto Bollati per poi passare definitivamente al contrabbasso, con i maestri Stefano Dall’Ora, Lorenzo Poli, Dado Moroni, Alberto Mandarini e consegue il diploma di II livello in contrabbasso jazz presso il conservatorio G. Verdi di Como con il maestro Marco Micheli; contemporaneamente frequenta i corsi di Siena Jazz con il maestro Furio Di Castri. L’interesse per la letteratura e la contaminazione tra le arti lo porta a collaborare come autore e arrangiatore con diversi poeti e autori; la dimensione del reading e dello Slam Poetry e quella in cui riesce a integrare meglio l’improvvisazione e l’approccio empatico all’accompagnamento di testi che lo caratterizza; si unisce al gruppo del Caravanserraglio con artisti come Vinicio Capossela, Folco Orselli, Vincenzo Cinaski e prende parte diverse trasmissioni radio e televisive tra cui Roxy bar di Red Ronnie e Radiocapitolazioni di radio Popolare. In ambito Jazz ha collaborato con Paolo Tomelleri, Paolo Casati, Daniele Moretto, Marcello Noia, Swigcollactive, Le Hot Club De Milanò ed altri. Con Eugena Canale e Gabriele Pascale fonda il Thetis trio e pubblica l’album Plus dove si fondono sonorità jazz a momenti di libera improvvisazione con influenze della musica prog italiana degli anni 70; seguono diverse partecipazioni a Trento Jazz, Bià Jazz, Magenta Jazz Festival, Festival Mutamenti ed altri. Nell’ambito della musica popolare e d’autore collabora con il ricercatore e cantante Piero Carcano e i Cantosociale, e con artisti come Moni Ovadia, Ivan della Mea, Yoyo Mundi, Massimo Bubola e con le Band Soviet Malpensa e Navinbottiglia.
Patrizio Balzarini – Batteria
Inizia a suonare la batteria all’età di 12 anni, prendendo lezioni dal Maestro Angelo Farolli, per poi proseguire gli studi con il Maestro Leif Searcy. Iscritto ai Civici Corsi di Jazz nel 2012, sotto la guida del Maestro Tony Arco consegue il Diploma AFAM di primo e successivamente di secondo livello, avendo l’occasione di studiare anche con Marco Vaggi e Gabriele Comeglio. Durante questo periodo ha l’occasione di incontrare e studiare con Bob Moses, Dave Weckl e altri didatti di fama internazionale. Specializzato in musica jazz affini, ha suonato nei principali Festival nazionali con gruppi di diversa estrazione, dal jazz più tradizionale a stili contemporanei, senza perdere di vista generi diversi, dal funk alla musica elettronica. Ha pubblicato due dischi con proprie formazioni: Soul Refractions con “Bouncing Trio” e l’album omonimo dei “No One No More” per Ipogeo Records, oltre a diverse collaborazioni in studio, anche in ambito pop/rock. Collabora al progetto “Antropocene – il racconto in suoni della modernità”, spettacolo che fonde la libera improvvisazione musicale con la videoarte. Dal 2015 svolge l’attività di insegnante in diverse scuole di musica della provincia di Varese e presso i corsi preaccademici dei Civici Corsi di Jazz di Milano.
Alessio Migliorati – Flauto traverso – Sax
All’età di 8 anni intraprende lo studio della musica dedicandosi al pianoforte. Successivamente inizia lo studio del flauto traverso e, presso il conservatorio G.Verdi di Milano, si diploma nel 2008. Consegue nel 2011 il diploma accademico di II livello presso il conservatorio G. Verdi di Como sotto la guida del M° Maurizio Saletti. Frequenta il corso di perfezionamento per strumenti a fato tenuto del M° Andrea Oliva presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e numerose masterclass e corsi di perfezionamento con Domenico Alfano, Flavio Alziati, Walter Auer, Bruno Cavallo, Davide Formisano, Michele Marasco, Claudio Montafia, Giampaolo Pretto, Maurizio Simeoli (per ottavino), Rien de Reede, Thies Roorda, Carlo Tamponi, Raffaele Trevisani e Marco Zoni. Nel 2016 consegue il diploma triennale in fauto jazz presso la Scuola Civica di Jazz di Milano, dove ha studiato flauto, sax e linguaggio e improvvisazione con i docenti Giulio Visibelli, Franco Cerri, Enrico Intra, Paolo Tomelleri e Marco Vaggi. Dal 2021 si perfeziona nello studio del sassofono con il M° Gabriele Comeglio presso la Garbagnate Music Academy.