Accesso al suicidio medicalmente assistito: nuova sentenza Corte Costituzionale di interpretazione dei “trattamenti di sostegno vitale”
La Corte Costituzionale ha ampliato l’interpretazione di “trattamenti di sostegno vitale” precedentemente fissati come requisito di accesso al suicidio medicalmente assistito. Questo permetterà a persone prima escluse arbitrariamente dalle Aziende Sanitarie di esercitare questo diritto, senza ad esempio essere costrette a sottoporsi a trattamenti sanitari invasivi. lo rende noto in una nota Raffaella Barbieri Coordinatrice Liberi Subito FVG nonché referente Locale dell’Associazione Luca Coscioni. “ASUGI spiega Barbieri, è già stata condannata già due volte dal Tribunale di Trieste a verificare le condizioni di Anna e Martina, cittadine di questa regione e in condizioni simili, le tempistiche previste per non incorrere in una multa giornaliera di 500€ sono di 30 giorni. La proposta di legge di iniziativa popolare regionale che ha raccolto più di 8.000 firme prevedeva l’istituzione di una commissione medica permanente e delle tempistiche certe per la verifica dei requisiti, ma il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia non ha nemmeno discusso la nostra proposta, oggi la Corte Costituzionale sancisce proprio la necessità di una tempistiche brevi per l’adempimento di queste verifiche da parte delle Aziende Sanitarie. Per cui, conclude la referente dell’associazione Luca Coscioni, se il presidente Fedriga avesse letto la pronuncia farebbe bene a riconoscere le responsabilità di un Consiglio Regionale che ha volutamente ignorato non solo gli appelli di Anna e Martina, ma ha deciso di non garantire l’esercizio di questo diritto attraverso una normativa regionale”.