Aiuti in-umanitari
È davvero interessante seguire i vari “notiziari” messi in onda da diverse testate, siano esse cartacee o televisive e le diverse interpretazioni dei fatti; che poi dovrebbero essere quelli su cui le notizie si dovrebbero (condizionale d’obbligo) basare. Prendiamo un esempio “a caso”.
Gaza, 27 Febbraio 2024. Durante il passaggio di una trentina di camion che cercavano di portare aiuti nella parte centro settentrionale della Striscia succede un macello; i morti secondo le fonti locali e le testimonianze dei pochi giornalisti (locali) che ancora si accaniscono a rimanere da quelle parti per farci avere informazioni di prima mano e nonostante la situazione disperata in cui si trova tutta Gaza. In particolare quell’area rasa al suolo ma dove comunque rimangono circa 300.000 persone; i morti si diceva sono 114. Più di 700 i feriti. 700 feriti da quelle parti in cui il sistema sanitario è stato ridotto in macerie dall’esercito israeliano fino a ridurlo alla quasi totale paralisi, significano ulteriori morti; probabilmente parecchi.
Ma tornando all’informazione; su Rai News 24, quella che forse vorrebbe essere il fiore all’occhiello dei vari TG del servizio pubblico, la notizia viene riportata come segue: oltre cento di morti durante distribuzione degli aiuti. Come siano morti non è dato a sapere, ma in mancanza di precisione, si suppone siano morti di infarto. O forse essendo gli arabi notoriamente un po’ poco educati, saranno morti calpestandosi per rubare la farina al vicino o travolti di camion stessi che non potevano evitarli. In parole povere e come spesso (quasi sempre) accade, ricalcando la versione ufficiale di Israele. I poliziotti e militari che tenevano sotto controllo i check points, hanno avuto paura che la situazione degenerasse, e al massimo hanno sparato in aria.
Il punto è che le immagini, non certo quelle rilasciate dall’esercito di Tel Aviv e riprese probabilmente da un drone che non dicono nulla, ci sono e sono parecchie. Oltre alle immagini, si sente il sinistro rumore degli spari, anche di calibro grosso; infatti il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari noto per la sua imparzialità nel riferire quanto accade a Gaza (almeno per i giornalisti nostrani mainstream), dopo aver negato che i soldati avessero sparato, confessa che, come accennato sopra, per disperdere la folla e al massimo sono stati esplosi colpi in aria. Basterebbe che uno si guardasse i servizi che vanno in onda su AL Jazeera ed in misura minore anche su altri canali internazionali per rendersi conto che quel centinaio e passa di corpi esanimi erano nella quasi totalità crivellati dai proiettili. Versione che peraltro coincide con i pochi medici che, come i giornalisti (più di 120 loro colleghi ammazzati dall’inizio di questa follia), rimangono nonostante tutto a fare il loro lavoro in situazioni impossibili che vanno oltre l’immaginazione.
Ormai tutto il mondo ha accettato la versione del massacro e, seppure con tutta calma, chiede perlomeno un’indagine internazionale sull’accaduto. Tutto tutto il mondo magari no; rimangono gli impavidi difensori dell’unica democrazia mediorientale che, anche di fronte all’evidenza, non si fanno di certo convincere dai fatti, pronti sempre a sottolineare e soppesare ogni parola a loro dire sbagliata o non corretta. E che di conseguenza, continuano ad avvalersi del loro diritto (sigh) di veto per far continuare il macello spingendosi al massimo a bacchettare i loro protetti; a parole sia chiaro! Dietro a loro, il codazzo dei vari esponenti della culla della democrazia, la U.E. Forse la cifra di 30.000 morti accertati, ma il numero non tiene conto di un’altra decina di migliaia di dispersi che ormai sono quasi certamente defunti, non sono ancora abbastanza per definire quanto accade in Palestina (senza dimenticare la Cisgiordania) un genocidio o comunque si voglia definirlo, come un’ecatombe. 30.000 morti, 10.000 scomparsi e 70.000 feriti su due milioni e duecentomila abitanti, in meno di 5 mesi. Un milione e mezzo di persone concentrate (il termine dice niente?) in un angolo minuto di terra che secondo le dichiarazioni di Israele deve ancora subire “l’azione di terra”, tipo quella che ha disintegrato il resto della Striscia.
Ma tornando alla strage dell’altro giorno, suona piuttosto strano il fatto che quei camion siano stati fatti entrare dal valico di Kerem Shalom, controllato totalmente da Tel Aviv, e non come accade normalmente organizzato da UNRWA oppure WFP, entrambe agenzie delle Nazioni Unite che hanno dichiarato di non potere entrare con gli aiuti in quelle zone in quanto troppo pericolose.
Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le distribuzioni degli aiuti in contesti di povertà estrema (a Gaza si muore anche di fame), ma anche con solo un po’ di sale in zucca, sa che operazioni del genere hanno necessità di accurata preparazione ed organizzazione, proprio per evitare che la situazione inevitabilmente degeneri. Tra morire di fame e cercare di procurarsi in qualsiasi modo un pezzo di pane, non c’è possibilità di scelta; si passa sopra a tutto, compreso chi ti sta vicino e vive la tua stessa realtà.
Chi è che ha organizzato e permesso quel convoglio? E soprattutto, perché? Visto che dal valico di Rafah gli aiuti vengono fatti passare con il contagocce e da quelli completamente sotto il controllo israeliano gruppi di fanatici ultraortodossi, nel completo disinteresse dei soldati israeliani, generalmente ne impedisce il passaggio? È mai possibile che una struttura come l’esercito che ha bisogno di una precisa organizzazione, struttura e precisione possa aver fatto passare quei camion senza rendersi conto delle conseguenze che un atto del genere poteva provocare? E poi, perché mai sparare direttamente e premeditatamente su una folla di disperati quando la difesa dei soldati poteva essere gestita senza dubbio con maggiore cura e sicurezza?
Ma come ci raccontano, al massimo da Istanbul, i nostri eroi che a Gaza non ci hanno forse nemmeno mai messo piede, e non solo dal terribile 7 ottobre, le solite fonti “democratiche”, il massacro è stato causato dalla ressa. Ma anche se per assurdo fosse successo davvero così, chi dovrebbe assumersi la responsabilità?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Docbrino