Alla sanità del Fvg non basta l’attuale autonomia, invoca il potere assoluto sganciati da Roma

Autonomia è una parola-chiave anche in tema di sanità. Ne è convinto Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale, intervenuto in apertura del convegno filo governativo organizzato da Nursind e Uilfpl nella sala congressi Executive di Udine, tema del dibattito in realtà portatore del pensiero unico della maggioranza, le “risposte del territorio ai bisogni di salute”. “È vero – ha premesso Bordin – che ci siamo presi in carico le politiche sanitarie e che vi destiniamo ingenti risorse, pari al 55-60 per cento del bilancio regionale, ma su alcune materie ancora non possiamo decidere autonomamente. Su gestione del personale, contratti, retribuzioni, prestazioni, servirebbero una maggiore elasticità e una piena autonomia operativa. Spero che il percorso di autonomia differenziata avviato a livello nazionale possa essere l’occasione per ottenere questi maggiori spazi di manovra”. Ecco che con disarmante ammissione, Bordin, lo dice chiaramente, ricorda il “dateci il potere assoluto” del suo compagno di partito Matteo Salvini. La cosa surreale è che Bordin ha aggiunto che “la mission” dei prossimi 5 anni è certamente la sanità, il settore “nel quale sono emerse inevitabilmente le maggiori criticità alla luce degli anni difficili che abbiamo attraversato”. Come dire non abbiamo sbagliato nulla. Anche se i dati Istat usciti proprio oggi raccontano un’altra verità, nel 2020, il Covid è stato responsabile della gran parte dei decessi in più registrati in Friuli Venezia Giulia, ma a crescere sono stati anche i morti legati ad altre patologie, decessi per diabete, demenza e Alzheimer sino aumentati . Un dato che, indicano i ricercatori, restituisce la difficoltà del sistema sanitario di farsi carico di questi disturbi in quella fase pandemica. Ma che dire, nessuna responsabilità per Fedriga e Riccardi, anzi quest’ultimo dovrebbe essere fatto “santo subito” dopo aver meritato la nomina di assessore senza neppure essersi preso il disturbo di presentarsi alle elezioni. Il problema non è stata la gestione approssimativa della sanità del Fvg è stata solo la pandemia. Pezzi di verità spacciati come narrazione unificante, come quando si cita il problema reale della carenza di personale tacendo sul fatto che è frutto di enormi errori di pianificazione compiuti negli anni precedenti e della palese politica di demolizione della sanità pubblica attuata per favorire quella privata. Ma se la posizione politica era prevedibile, meno lo era quella sindacale, quando per bocca di Stefano Bressan segretario Uilfpl sul tema del Piano di emergenza urgenza, è stato detto che è “perfetto per come è stato redatto dalla Regione” tanto perfetto da sollecitarne l’immediata applicazione. Un piano che deve fare i conti con l’ormai cronica mancanza di personale medico e infermieristico ma che ha trovato l’uovo di colombo nella gigantesca fantasia dell’assessore, si presume. Per far fronte alle carenze il nuovo Peu stabilisce che il personale telefonico della Sores, si tratta di infermieri, dovrà fare servizio anche sulle ambulanze per non perdere l’operatività sul campo, mentre a rispondere al telefono non si capisce chi sarà chiamato. Chissà forse si pensa all’intelligenza artificiale o ad appaltare il servizio a qualche call center esterno, chissà….. Quanto in un futuro prossimo chiederete soccorso al 118 tenetelo presente.

Una passerella a uso e consumo della gestione politica della sanità Fvg in scena oggi a Udine. Per vederla bisogna anche pagare