Archeologia subacquea acque interne, convegno nazionale a Udine

Lo studio archeologico di fiumi, laghi e bacini artificiali sarà al centro del “Primo workshop per un aggiornamento della Carta di Udine per l’archeologia subacquea”. L’incontro si terrà l’8 e 9 settembre (dalle 9), nell’aula Pasolini del Palazzo di Toppo Wassermann a Udine (via Gemona 92). Il workshop, intitolato “Patrimonio culturale e acque interne”, è organizzato dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine e dalla Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo. Il simposio ripercorrerà e aggiornerà i temi della Carta, attraverso le nuove conoscenze e le più recenti ricerche portate a termine durante questi anni anche grazie allo sviluppo tecnologico. La Carta è stata pubblicata nel 2018 dopo l’elaborazione avvenuta nel V Convegno nazionale di archeologia subacquea “Archeologia Subacquea 2.0” svoltosi all’Ateneo friulano.

archeologia sub fiume stella

Il documento sviluppa quattro argomenti fondamentali: la figura dell’archeologo subacqueo, il paesaggio archeologico sottomarino e delle acque interne, comunicare l’archeologia subacquea, la corretta divulgazione, la valorizzazione in situ, opportunità e limiti nel rendere fruibile il patrimonio archeologico sommerso. «La Carta – spiega il coordinatore della Carta, Massimo Capulli, docente all’Università di Udine – rappresenta l’esito di una prima fase dell’intensa discussione della comunità scientifica sul patrimonio culturale sommerso e ha lanciato la sfida per una tutela che sappia garantire lo sviluppo della ricerca, la conservazione del patrimonio culturale e la promozione di modelli di partecipazione pubblica».

Il nuovo incontro approfondirà, in particolare, gli aspetti legati alle acque interne: fiumi e laghi. Saranno inoltre esaminati i rapporti sinergici tra le discipline afferenti alle tematiche archeologiche, discutendo in una tavola rotonda che si svilupperà in due giorni consecutivi di lavoro. Sarà un dibattito aperto nel quale verranno scambiate esperienze, conoscenze e approcci metodologici. I tavoli di lavoro affronteranno i temi della tutela archeologica e delle manutenzioni del paesaggio fluviale; le procedure di vincolo nelle acque interne; il paesaggio fluviale e gli enti locali: limite geografico o luogo di nuove opportunità amministrative; i rapporti con il volontariato e le proposte per una formazione consapevole.

«L’auspicio – sottolinea la Soprintendente, Barbara Davidde – è quello di giungere a soluzioni condivise in vista della programmazione della tutela, della ricerca, dello sviluppo della verifica preventiva dell’interesse archeologico, anche alla luce delle nuove direttive ministeriali, del controllo archeologico in corso d’opera, della divulgazione in ambito scientifico specialistico, così come in ambito pubblico». I progetti realizzati in questi anni, legati anche allo sviluppo del remote sensing, costituiranno la base della discussione insieme alle nuove problematiche di gestione del territorio che coinvolgono soprintendenze, istituzioni scientifiche e politiche. Lo studio archeologico di fiumi, laghi e bacini artificiali, acque interne in generale, necessita di un approfondimento attraverso il confronto tra studiosi e dell’individuazione di una logica comune, eventualmente anche con nuove proposte legislative, al fine trovare di un approccio uniforme da parte di tutti gli enti competenti.