Avviato questa mattina il congresso regionale della Cgil Fvg. Lavori aperti dalla relazione del segretario generale uscente Villiam Pezzetta
«Indicare il candidato alla segreteria spetta ai centri regolatori, cioè alla Cgil nazionale. Se verrà fatto il mio nome, da parte mia c’è la disponibilità a proseguire, dentro un periodo di transizione certo, che permetta il rinnovamento del segretario e della segreteria». È quanto dichiara il segretario generale uscente della Cgil Fvg, Villiam Pezzetta, nel giorno di apertura del congresso regionale di Tricesimo che ha iniziato i suoi lavori questa mattina, alla presenza di 160 delegati. La conclusione è prevista per domani pomeriggio, quando i delegati saranno chiamati a eleggere il nuovo direttivo e l’assemblea generale della Cgil Fvg, che a sua volta dovrà scegliere il generale.
LA SEGRETERIA USCENTE Pezzetta, al timone della Cgil regionale dall’8 luglio 2016, quando succedette a Franco Belci, è al suo secondo congresso da segretario generale (il precedente si tenne nel novembre 2018) e ci arriva alla guida di una segreteria completata da due donne, Susanna Pellegrini e Rossana Giacaz. È stato lui, come vuole la prassi, ad aprire i lavori questa mattina con la relazione introduttiva, alla presenza della segreteria confederale Francesca Re David, che interverrà domani a fine mattinata.
IL SINDACATO E LA CRISI Introdotto da un filmato dedicato all’ultimo comizio di Giuseppe Di Vittorio, il carismatico segretario generale che guidò la Cgil nei difficili anni del dopoguerra, dal 1945 al 1957, Pezzetta ha rivendicato il ruolo fondamentale del sindacato nella gestione e nel superamento della crisi legata alla pandemia. «Siamo l’unico Paese ad aver ottenuto il blocco dei licenziamenti», ha detto, non senza sottolineare però la forte criticità dell’attuale fase, dai timori di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina alle forti tensioni reddituali che colpiscono lavoratori e pensionati a causa del carovita. Da qui – e non senza un richiamo alla crisi della politica e della sinistra, «non più capace di offrire un progetto alternativo si sviluppo e di società, prendendo atto del progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle persone» – il richiamo alle rivendicazioni rilanciate dalla Cgil con lo sciopero generale di dicembre: «Bisogna ripartire dal lavoro, dalla sua qualità e dalla sua dignità. Porre la persona, oggi trattata alla stregua di un macchinario, al centro del nostro agire. Dare potere d’acquisto ai salari, abbattere il precariato, riformare il fisco e le pensioni. E investire di più nella sanità e nella scuola, che debbono restare pubbliche e universali».
SOS SANITÀ Proprio sulla sanità si sono incentrate le note più critiche nei confronti della Giunta regionale. «Il Covid – queste le parole del segretario – ha evidenziato l’importanza di una sanità pubblica universale, purtroppo subito dimenticata dalla politica. Lo vediamo anche in regione, dove si continua a non rafforzare la sanità territoriale, perpetuando un’organizzazione ospedalocentrica, depotenziando i distretti e restando inerti di fronte all’esodo dei medici di base. La carenza di personale – ha aggiunto Pezzetta – è drammatica e a confermarlo è il dato abnorme delle dimissioni volontarie, ben 1.300 negli ultimi due anni, secondo la stessa Direzione centrale. E siamo di fronte al fenomeno, mai verificatosi prima d’ora, di una fuga di massa di operatori verso il privato, alla ricerca di condizioni di lavoro più sopportabili. Quello che manca, in questo quadro, è anche il confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle professioni sanitarie, punto di partenza indispensabile per avviare un vero progetto riformatore».
IL MONDO DEL LAVORO Il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia, secondo il segretario, mostra ancora segnali di tenuta, con le crisi per il momento concentrate in poche aree, in primis quella triestina, e pochi settori, «su tutti quelli legati all’automotive, la carta e in parte anche la siderurgia». Tiene anche il mercato del lavoro, con un dato medio di 523mila occupati nei primi nove mesi del 2022, ma anche con i primi sintomi di flessione, come l’accelerata della cassa integrazione nel secondo semestre.
LA CHANCE PNRR In una regione alle prese con una crisi demografica sempre più profonda «e che dovrebbe investire anche in inclusione e accoglienza», il Pnrr rappresenta, per Pezzetta, «un’occasione imperdibile per rivedere gli assi strategici delle politiche di sviluppo della nostra economia e in particolare del manifatturiero, creando nuove sinergie tra la rete dei centri di ricerca, le università e il mondo delle imprese, investendo sulla digitalizzazione e sull’innovazione per difendere e rafforzare la competitività di un sistema industriale come il nostro, fortemente vocato all’export, e valorizzando sempre più il ruolo del porto di Trieste, in raccordo con gli altri scali e con gli interporti». Ecco perché il segretario uscente chiede di rilanciare i tavoli tra la politica e le parti economiche e sociali: «Fino ad oggi – queste le sue parole – non abbiamo avuto occasioni di reale confronto su questi temi. Occorre pertanto, così come previsto dal Protocollo nazionale del 29 dicembre 2021, avviare quei tavoli di confronto sul Pnrr, a livello regionale e locale, capaci di rafforzare sia la progettualità che la verifica delle ricadute reali sul territorio». Verifica che il segretario rivendica anche nella valutazione di strumenti come la legge regionale Rilancia-Impresa, «per scongiurare il rischio che si risolvano come una mera serie di contribuzioni a pioggia con scarse ricadute su Pil e occupazione stabile».
IL QUESTIONARIO Futuro e politiche di sviluppo al centro anche del questionario promosso dalla Cgil e dall’Ires in vista del congresso, dal quale emerge, rileva il curatore Paolo Molinari, «come la questione ambientale, la precarietà, i redditi bassi e la crisi del nostro sistema socio-sanitario, il welfare di base, siano preoccupazioni diffuse nel mondo del lavoro». Non senza stimoli e critiche nei confronti della stessa Cgil: «Il 60% degli intervistati – spiega ancora Molinari – ritengono che lil sindacato debba avere un ruolo più determinato, più incisivo in sede di contrattazione, più autonomo dalla politica».
IL CONGRESSO Il questionario chiuso i lavori della mattinata, che avevano visto, dopo la relazione di Pezzetta, i saluti degli ospiti, tra i quali anche i segretari regionali della Cisl e della Uil, Alberto Monticco Matteo Zorn, e il consigliere regionale PD Cristiano Shaurli. Il dibattito, da questo pomeriggio, proseguirà fino a tutta la mattinata di domani. A seguire, alle 14.30 di domani, l’avvio degli adempimenti elettorali: verranno dapprima eletti i componenti del direttivo, dell’assemblea generale e i delegati che rappresenteranno il Fvg al congresso nazionale di Rimini (15-18 marzo). Atto conclusivo l’elezione del segretario generale da parte dell’assemblea generale.