Badante ucraina in combutta con i cinesi “gratta e vince” 2 milioni e rovina la festa a Fontanini
C’è un che di comico in quanto accaduto il 25 agosto scorso nel famigerato Borgo stazione. Per il sindaco Pietro Fontanini doveva essere una festa, l’apoteosi del suo concetto di sicurezza fatto non di inclusione sociale, ma di telecamere e controlli di polizia. L’inaugurazione di un “presidio” di polizia urbana in viale Leopardi doveva essere una festa dell’ordine pubblico, con presenti il prefetto Massimo Marchesiello, il vicario del questore Giancarlo Conte, il comandante della Legione carabinieri Fvg Antonio Frassinetto, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Enrico Spanò, il comandante della polizia locale Eros Del Longo e l’assessore regionale Graziano Pizzimenti, così per certificare la vicinanza politica di Udine con la giunta Fedriga. Ad essere assente era solo il buon senso e la costatazione che per rendere sicura una zona non serve sradicare piante, togliere panchine e rendere l’area simile al Checkpoint Charlie. Non è facendo terra bruciata che si risolvono i problemi, al massimo si fa propaganda e viene da chiedersi, in questo crescendo di sicurezza, se anche in Borgo stazione nascerà un muro digitale, tutto sensori e telecamere, come quello proposto dall’assessore regionale Roberti per contrastare l’immigrazione di confine. Chissà poi magari si potrebbe fare un “blocco navale” sulla roggia così tanto per accontentare le pulsioni di un altro pezzo del centrodestra. Ma scherzi a parte, quello che ha rovinato la festa a Fontanini strappandogli l’agognata prima pagina del Messaggero Veneto, è stata la Dea bendata. Infatti colmo dei colmi, nel tabacchino gestito da cinesi di via Roma una badante originaria dell’Europa dell’Est è entrata e ha acquistato cinque Gratta e Vinci della serie “Mega Miliardario”, spendendo 50 euro e vincendo la bella somma di due milioni di euro. Tv e stampa, che come da copione, erano accorse ad immortalare le gesta di Fontanini, hanno dirottato obiettivi e taccuini sulla tabaccheria di via Roma rovinando, almeno in parte, l’orgia mediatica che il sindaco avrebbe voluto. Così quella donna, che secondo il racconto del titolare della rivendita sarebbe una delle tante badanti che frequentano borgo stazione, sarebbe stata inconsapevole “vendicatrice” dei pregiudizi che si sono voluti creare ad arte sugli stranieri. Quelle donne, alle quali spesso gli udinesi affidano le cure parentali de loro anziani, si danno appuntamento sulle panchine di via Leopardi per chiacchierare fra connazionali, sgranocchiando pasti frugali. Sono diventate tanto “pericolose” da essere vittime della furia iconoclasta anti-panchina del Comune di Udine. Le panchine che per decenni hanno dato ristoro ai deretani di passanti di ogni età e nazionalità, sono diventate un pericoloso simbolo dell’invasione straniera, luogo di perdizione e di chissà quali traffici. Vanno tolte, dimenticate, sostituite magari con il monumento alla telecamera, vero simbolo di questi anni di gestione destrorsa di Udine e ahinoi dell’intero Fvg. Ora però quella signora, alla quale sospettiamo l’insperata fortuna cambierà la vita, una panchina tutta sua potrà comprarsela anche d’oro, facendosi sberleffi dei tanti che l’hanno considerata pericolosa o quantomeno visione pubblica sgradita. Che rimangano in casa a badare ai nostri vecchi…. I Talebani in realtà sono fra noi e siedono anche a palazzo D’Aronco.
FaFo
Prosegue la campagna di sostegno a FriuliSera “Sbroglia la matassa. Adotta un giornale”