Bandiere verdi e nere nelle terre alte del Friuli

Ben venga l’assegnare “bandiere” se è un sistema per parlare e sensibilizzare sui temi ambientali, peccato però che mentre le bandiere “verdi” o “blu” vengono virtualmente sventolate come riconoscimenti preziosi, quelle nere invece in genere vengono presto dimenticate. Un vero pecato perchè le assegnazioni di Legambiente evidenziano in genere gravi problemi di gestione della natura. Veniamo quindi all’analisi delle ultime assegnazioni, bandiere verdi e nere nelle “terre alte” del Friuli. Le buone pratiche premiate quest’anno, si legge in una nota di Legambiente, sono esempi di risposte concrete allo spopolamento della montagna, ma anche della necessità di promuovere conoscenza, cittadinanza scientifica, partendo dalle peculiarità e dalla storia del nostro territorio montano. Vogliono sottolineare l’importanza della collaborazione tra le diverse generazioni e tra residenti e nuovi abitanti ma anche di come le istituzioni locali possano sostenere e dare continuità a queste esperienze di comunità accoglienti e promotrici di cultura e conoscenza del territorio, senza bisogno di investire in iniziative effimere od eventi dal discutibile impatto” . “Le bandiere nere, spiegano gli ambientalisti, rappresentano invece due casi emblematici di dove può condurre la mancanza di una seria pianificazione e di investimenti “disinvolti” del denaro pubblico. Pensare di abbattere ettari di foresta a Tarvisio, continuare a violare l’incanto del Lussari, per realizzare altri impianti ed infrastrutture per lo sci a quote sempre più improbabili, significa essere rimasti fermi al passato e negare l’evidenza dei cambiamenti climatici. Opere inutili ed ingiustificabili come la mastodontica rotatoria in corso di realizzazione nelle vicinanze del ponte Avons, a Verzegnis, dimostrano invece l’incapacità di comprendere quali siano le vere priorità ed esigenze della viabilità in montagna.

QUESTE LE BANDIERE NERE NELLO SPECIFICO

REGIONE FVG ALL’ASSESSORATO ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE E TURISMO E A PROMOTURISMO FVG
Motivazione: per progetti nel Tarvisiano di nuove infrastrutture dedicate allo sci che non considerano minimamente la crisi climatica in atto, le peculiarità e l’impatto nei territori coinvolti.

Descrizione: un primo progetto riguarda la realizzazione di una nuova pista da sci che scende dalla sommità del Monte Florianca fino sul poggio del Combattente (900 mt), dividendosi poi in due rami esistenti e terminando presso le località “Case Lussari” e Piana dell’Angelo (800 mt). I motivi che rendono tale tracciato insostenibile da ogni punto di vista sono diversi:

● è molto pendente nella parte alta è contiguo ad aree di pericolosità elevata dal punto di vista idrogeologico e dei fenomeni valanghivi; nel PRGC è compreso interamente all’interno del vincolo Idrogeologico e buona parte del tracciato ricade all’interno del Vincolo Paesaggistico;
● rappresenta una profonda cicatrice nel paesaggio del versante della Florianca, attualmente ancora integro, riducendo significativamente il patrimonio forestale per oltre 4 ha di soprassuolo;
● costituisce disturbo e riduzione dell’habitat della fauna presente nella foresta: in particolare impedisce, anche a causa il necessario dispiegamento delle reti di protezione sui tratti scoscesi, i naturali spostamenti nei cosiddetti quartieri invernali agli ungulati, con il rischio di un significativo aumento della mortalità invernale-primaverile; inoltre riduce le aree di riproduzione e allevamento dei tetraonidi, in particolare del Gallo cedrone, animale simbolo della foresta;
● È collocato per buona parte sotto i 1500m nonostante la linea di affidabilità della neve a fini turistici si colloca a oltre i 1500 m (fonte ARPA FVG); ciò determina un costo ambientale ed economico certo sia nella fase di realizzazione che di gestione; inoltre sottrae risorse a misure
più intelligenti e sostenibili di adattamento dell’attuale offerta turistica invernale alla crisi
climatica in atto.
L’altro progetto riguarda l’illuminazione della pista Di Prampero, finalizzato a favorire lo sci nelle ore notturne. Oltre a essere un esempio negativo di spreco di preziosa energia, ha un impatto anche culturale in quanto propone la montagna come un grande parco/ Disneyland, disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ma per quante persone? La fruizione enogastronomica e culturale non è più una
priorità? Entrambi i progetti costano oltre 6 milioni di €. Sono figli di uno sguardo sul futuro con la testa rivolta al secolo scorso. Inoltre, non si coglie connessione alcuna con la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile approvata dalla giunta regionale nel febbraio 2023 e con la L.R. 4/2023 denominata FVG Green.

BANDIERA NERA – REGIONE FVG A FVG STRADE E AL CONSIGLIO COMUNALE DI VERZEGNIS (UD)
Motivazione: Per la realizzazione di una complessa, costosa ed inutile rotatoria in località Avons, distogliendo risorse pubbliche da ben altre esigenze e priorità della montagna.
Descrizione: Non sono pochi i problemi della montagna e alcuni riguardano la viabilità: dall’interruzione della strada che conduce al valico internazionale di Monte Croce Carnico alla chiusura, che risale al 2018, del Ponte sul fiume Fella, lungo la trafficata strada statale 13, per il cui rifacimento pare bisognerà attendere inspiegabilmente altri tre anni. Così l’ultima cosa che ci si sarebbe aspettati di apprendere è la
realizzazione di una mastodontica rotatoria, di 40 metri di diametro, in Comune di Verzegnis, in corrispondenza dell’incrocio tra la strada regionale 512 “del Lago di Cavazzo” e quella UD 1 “della Val d’Arzino”. L’intervento, particolarmente complesso, comporterà: la deviazione del torrente Malazza; la costruzione di un nuovo ponte sullo stesso e di un breve tratto di pista ciclabile; un’opera in calcestruzzo per mantenere il passaggio della esistente condotta idrica della Cartiera di Tolmezzo; il sistema di raccolta delle acque meteoriche e l’illuminazione pubblica; oltre alla risoluzione di alcune “interferenze” che riguardano le reti tecnologiche e, naturalmente, il riempimento dell’area, che si trova circa 4 metri più in basso rispetto all’attuale piano stradale. Costo previsto: due milioni e seicentomila euro, ai quali dovranno sommarsi i disagi per tutta la durata dei lavori. Tutto questo per quale scopo? Non certo per rendere più scorrevole l’alquanto limitato traffico locale o per ridurre i tempi di percorrenza, come si è affrettata subito a precisare anche l’Assessora Regionale alle Infrastrutture Amirante, ma essenzialmente per “mettere in sicurezza un’area caratterizzata da un alto tasso di incidentalità”. Peccato che, da una rapida consultazione dell’Archivio  regionale degli Incidenti Stradali, emerga che in prossimità dell’incrocio i sinistri registrati negli ultimi 10/15 anni si contino sulle dita di una sola mano e nessuno di essi abbia avuto esiti di una certa gravità. Altri sono i punti della strada regionale 512 e della UD1 in cui si sono verificati incidenti, alcuni purtroppo mortali e la loro caratteristica è quella di vedere coinvolta un’alta percentuale di motociclisti in sella a mezzi di grossa cilindrata, molti dei quali, nella bella stagione, scambiano il tortuoso itinerario per una vera e propria pista da “gran premio”.
La soluzione più logica al problema sarebbe quindi quella di assicurare una maggiore presenza delle forze dell’ordine per far rispettare i limiti di velocità o di ricorrere ad interventi più idonei e proporzionati, ad esempio sulla segnaletica. Nessuno dei consiglieri comunali di Verzegnis, che sono stati scomodati per consentire un’opera che non era stata nemmeno prevista o immaginata, ha avuto però il minimo dubbio: la Variante al Piano Regolatore per la rotatoria è passata all’unanimità e senza dibattito. Un esempio di come la Regione e alcuni amministratori locali si concentrino sulle vere priorità!