Boicottare l’umanità. SOS Humanity salva 291 persone in pericolo in mare e l’Italia dello sbrocco navale assegna Bari come porto sicuro a 1100 km dal luogo del naufragio

(Foto di Pietro Bertora, SOS Humanity)

Venerdì scorso l’organizzazione non governativa di ricerca e soccorso SOS Humanity ha salvato un totale di 291 persone in pericolo nel Mediterraneo centrale in tre operazioni. Nonostante il gran numero di sopravvissuti non certo in buone condizioni a bordo, le autorità italiane hanno assegnato come luogo sicuro il lontano porto di Bari. Il viaggio inutilmente lungo di 1.100 km e quattro giorni compromette il benessere dei sopravvissuti a bordo, ma poco importa la logica è sempre la stessa rendere il viaggio della speranza un viaggio infernale una responsabilità politica che prima o poi dovrà trovare giustizia. Cronaca del soccorso: venerdì  mattina, intorno alle 8:00 l’equipaggio della nave di ricerca e soccorso Humanity 1 ha individuato un’imbarcazione in difficoltà al largo delle coste libiche. Si trattava di un gommone inadeguato e sovraffollato con 111 persone a bordo, nessuna delle quali aveva giubbotti di salvataggio o altre attrezzature di salvataggio. Mentre il salvataggio era ancora in corso, l’aereo civile Seabird ha segnalato all’equipaggio di Humanity 1 un secondo gommone in pericolo con 102 persone a bordo, nuovo intervento e sono state portate a bordo della Humanity 1 tutti intorno alle 11:30. Poco dopo, l’equipaggio ha avvistato un altro gommone in pericolo, che stava già imbarcando acqua. In questo trezo caso coordinato dal centro di coordinamento italiano dei soccorsi, Bontà loro, visto l’imminente pericolo affondamento con relativa strage,  l’equipaggio ha iniziato le operazioni di salvataggio e ha portato a bordo dell’Humanity 1 altri 78 sopravvissuti. Le operazioni di salvataggio si sono concluse intorno alle 12:30.  A rendere più complesse le operazioni di salvataggio una  vedetta libica è arrivato sul posto dopo che l’equipaggio di Humanity 1 aveva iniziato le operazioni di salvataggio. Non è stato possibile stabilire una comunicazione in inglese. L’unità libica è rimasta a distanza mentre l’equipaggio di Humanity 1 effettuava i soccorsi.  L’equipaggio di Humanity 1 ha tenuto debitamente informate tutte le autorità statali competenti durante tutte le fasi delle operazioni di salvataggio. Le autorità italiane hanno assegnato Bari come porto sicuro per i 291 sopravvissuti, a più di 1.100 chilometri dal luogo del salvataggio. Questo comporta un rischio e una tensione inutili per i sopravvissuti, che secondo il diritto marittimo internazionale devono poter sbarcare senza indugio nel luogo sicuro più vicino, ma ancora in queste ore l’equipaggio si sta occupando dei 291 sopravvissuti. Tra loro ci sono più di 100 minori, tra cui bambini e neonati. La maggior parte dei minori non è accompagnata. A bordo ci sono anche più di 40 donne, alcune delle quali sono incinte. Insomma la cattiveria è sempre di più quello che guida la politica italiana e ahinoi quella europea.  Fra l’altro, anche se Sos Humanity ha rispettato tutte le farraginose indicazioni italiche c’è il rischio che raggiunta Bari venga inventata  qualche fantasiosa violazione per bloccare la nave in porto o per rallentarne la ripresa della navigazione. Meglio che i migranti muoiano in mare senza soccorso e possibilmente senza testimoni come già avviene in terraferma africana come documentato  dal report  di UNHCR e MMC sulle violazioni dei diritti umani lungo le rotte dall’Africa alla costa mediterranea.

‘In questo viaggio a nessuno importa se vivi o muori’ nuovo report a cura di UNHCR e MMC sulle violazioni dei diritti umani lungo le rotte dall’Africa alla costa mediterranea