Cafc: Presentato il bilancio di sostenibilità. Le sfide del futuro: fra  costi energia e cambiamenti climatici

Un forte impegno nella sostenibilità ambientale, economica e sociale. E’ l’obiettivo che CAFC Spa ha reso noto nel suo “Bilancio di sostenibilità 2021” – redatto secondo metodi e principi GRI della Sustainability Reporting Standards -, presentato ai portatori di interesse venerdì 14 ottobre, presso la propria sede a Udine. Nel documento la società racconta, per il quinto anno consecutivo, i dati più significativi delle attività, i risultati raggiunti e, soprattutto, come sta contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile posti dall’Agenda 2030. “Si tratta di un processo continuo e non di un semplice documento da aggiornare anno per anno – ha commentato il Presidente di CAFC, Salvatore Benigno -. Con la pubblicazione del Bilancio di sostenibilità intendiamo continuare a rendere esplicite le nostre strategie e gli impegni per il futuro. Un percorso volto al miglioramento continuo dell’attività industriale intrapresa dall’azienda. Dialogare con i propri stakeholder tramite lo strumento della rendicontazione di sostenibilità aiuta ad instaurare un rapporto maturo tra utenti ed enti gestori, a migliorare i processi aziendali con un particolare focus sulla responsabilità ambientale”. Pur in un contesto di costi energetici senza confronti (+330%), CAFC garantirà il 100% di fonti energetiche green, con riduzione dell’immissione gas serra abbinato all’attività industriale, spingendo per l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030. Ha parlato di sfide, il Direttore di CAFC, Massimo Battiston, legate ai cambianti climatici, alla qualità dell’acqua ma anche alle professionalità da attrarre in CAFC e su cui investire. Tra gli obiettivi, la società intende puntare su una governance partecipata e di coesione territoriale, proseguendo la collaborazione tra gestori del FVG, promuovere l’economia circolare nel Sistema Idrica Integrato (riutilizzo acque depurate creando nuove sinergie con industria e consorzi di bonifica, aumento biogas prodotto dai reflui e dai fanghi, e via dicendo), ridurre il consumo di energia degli impianti e potenziare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, condividere nuove linee di ricerca con le Università, ridurre le perdite idriche, migliorare la condizione delle reti di fognatura (piuttosto che progettarne e realizzarne di nuove), aumentare la conoscenza della risorsa acqua tra le nuove generazioni, rendere attrattivi i posti di lavoro in CAFC a giovani talenti. Un’altra sfida è la grandezza stessa di un territorio complicato: la rete idrica servita dalla società è lunga ben cinquemila km e raggiunge 187mila utenze della provincia di Udine, garantendo il servizio a 572.975 abitanti. “Sono sfide che non potremo vincere da soli – precisa Battiston -: la costituzione dI AUSIR, che nel 2017 ha riorganizzato il servizio Idrico da 4 Ambiti territoriali omogenei a un unico Ambito regionale, ha favorito la collaborazione tra gestori, permettendo una visione unitaria dell’approccio da sviluppare per le diverse realtà locali”. Alla luce dei mutamenti climatici in atto che rendono sempre più soggette a rischio le fonti di prelievo idrico, risultano quanto mai importanti progettualità di “sistema” che vedono coinvolti tutti gli enti gestori presenti in regione, come il “Master Plan Acquedotti“ (2017) per la progettazione strategica di sistemi di resilienza delle reti acquedottistiche, i “Piani di Sicurezza dell’acqua” (2018) per la gestione delle emergenze idropotabili, l’analisi del rischio del sistema (2019), fino ad arrivare alla rete di imprese del sistema idrico integrato “Smart Water Management Fvg”, con condivisione delle best practices”, progetto di elevato contenuto strategico che vede CAFC soggetto capofila di una rete d’impresa che coinvolge anche i gestori regionali AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso, Iris Acqua, Acquedotto Poiana, Hydrogea e Livenza Tagliamento Acque. E a proposito di cambiamenti climatici, poi commentate a fine presentazione dal glaciologo e ricercatore Renato Colucci, si dovrà tener conto della “normalizzazione” nel nostro territorio di eventi atmosferici fino a poco fa straordinari, del deficit idrico estivo, dei cambiamenti climatici in generale. Giulia Alberti di Catenaja, ricercatrice e consulente di Ref Ricerche Milano, ha motivato l’importanza della reportistica sociale per gestori del SII come CAFC, mentre Michela Gasparutti, della società Allround di Udine, illustrando il bilancio di sostenibilità certificato da un ente terzo, ha elencato i numeri di Cafc: 122 comuni soci, una rete di 5468 km, 3500 impianti SSI, 523 impianti di depurazione. Per il personale: 252 dipendenti quasi tutti a tempo indeterminato, di cui 244 a full time, 3607 ore formazione, quasi il triplo rispetto all’anno precedente. Infine, i posti di lavoro generato da CAFC sostengono in totale oltre 700 famiglie.