Cambiare tutto per non cambiare niente. Ok a maggioranza del Parlamento Ue alla “riformicchia” in tema migranti
L’impressione è che l’elefante abbia partorito il classico topolino, il via libera dell’Eurocamera alla nuova procedura di asilo del Patto di migrazione non risolve i problemi ma “ritocca” alcuni aspetti cercando di non scontentare nessuno. Il risultato è che alla fine si scontentano tanti ma soprattutto non si risolve il problema della ricollocazione dei migranti che alla fine, pu rintroducendo un principio di solidarietà obbligato, i migranti resteranno nei paesi d’arrivo che dovranno consolarsi con delle mance da chi ritiene i propri confini nazionali inviolabili. La norma prevede un iter accelerato, con diverse eccezioni per i minori e le donne, per i migranti con un basso grado di accettazione della protezione. L’ ok con 301 sì,269 no e 51 astenuti. Disco verde a tutte le misure che fanno parte del Patto su asilo e migrazioni, con 10 votazioni successive. Patetici quindi i trionfalismi, come quello della presidente Metsola: “L’Ue ha fatto la storia” dichiarazione che ci ha ricordato “l’abbiamo sconfitto la povertà” di pentastellata memoria. Ma secondo Metsola: “votando il patto sulle migrazioni e l’asilo il Parlamento Europeo ha creato un solido quadro legislativo su come gestire la migrazione e l’asilo nell’Ue. Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data. Un equilibrio tra solidarietà e responsabilità: questa è la via europea”.
Entusiasta anche Von der Leyen secondo cui: “La migrazione irregolare necessita di risposte europee ha detto Nessuno Stato membro verrà lasciato solo – assicura la presidente uscente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rispondendo in conferenza stampa a Bruxelles ad una domanda riguardante i Paesi di primo ingresso come l’Italia – . Per questo abbiamo introdotto meccanismi per essere sicuri che gli Stati sotto pressione vengano aiutati. La solidarietà obbligatoria è tra gli Stati, che possono scegliere se ricollocare migranti, contribuendo in natura o finanziariamente”. In realtà all’approvazione dell’Eurocamera dovrà seguire l’ok definitivo del Consiglio Ue composto dai 27 Paesi membri e servirà la maggioranza qualificata degli Stati e dato che il Parlamento è apparso spaccato e molte le forze che hanno votato contro, l’iter futuro è tutt’altro che una passeggiata, basti pensare che i dieci testi che compongono il patto (procedura comune di protezione internazionale nell’Ue; risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore; gestione dell’asilo e della migrazione; procedura di rimpatrio alla frontiera; accertamenti nei confronti dei cittadini di Paesi terzi alle frontiere esterne; sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali per i cittadini di Paesi terzi; regolamento Eurodac; quadro Ue per il reinsediamento; norme sull’attribuzione della protezione internazionale; norme sull’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale) sono passati a maggioranza con margini abbastanza consistenti ma risicati considerando gli astenuti. Ad esempio l’articolo sulle situazioni di crisi e forza maggiore, è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astenuti. Cioè considerando gli astenuti sarebbero 318 i contrari o dubbiosi tanto che sono partite proteste in Aula. Proteste però di diversa natura fra chi vorrebbe di più e chi ritiene quanto approvato un disastro che lede prerogative nazionali.
Ma cosa prevede in estrema sintesi il nuovo Patto Ue: Esame più rapido delle domande di asilo, anche alle frontiere Ue, rimpatri più efficaci, nuove norme per l’identificazione all’arrivo, controlli sanitari e di sicurezza obbligatori per chi entra irregolarmente in Ue, opzione di scelta dei Paesi Ue se accogliere asilo e aiuti finanziari o sostegno concreto. In sostanza chi non vuole prendersi migranti aprirà il portafoglio che vuol dire che i paesi di “prima accoglienza” come l’Italia continueranno a tenere chi arriva sul proprio territorio. Ovviamente bisognerà studiare nello specifico i nove testi votati e le implicazioni concrete che avranno, ma intanto già vi sono prese di posizioni. Durante la votazione infatti non sono mancate le proteste di chi, anche fuori dal Parlamento, ha manifestato contro il Patto, aspramente criticato dalle organizzazioni umanitarie per le restrizioni sull’accesso alla protezione umanitaria e le procedure considerate lesive dei diritti fondamentali. Secondo la Cei il Patto Ue è “una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza”. Ad affermarlo è monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes che commentando il Patto Ue ha affermato: “Confidiamo che l’articolo 10 della nostra Costituzione rimanga come presidio sicuro per tute lare i richiedenti asilo”.
Sul piano politico gli Eurodeputati Pd hanno votato contro spaccando i Socialisti europei: “Oggi abbiamo dato un voto contrario all’accordo sul patto sulla migrazione, perché – dichiara la delegazione degli eurodeputati del Pd, in una nota – il compromesso raggiunto è caratterizzato non soltanto da gravi e inaccettabili manchevolezze sul versante dei diritti umani, ma anche dal punto di vista degli interessi specifici dell’Italia. Non è il superamento del sistema di Dublino per cui abbiamo lavorato in questi anni, che avrebbe dovuto alleggerire la pressione sui Paesi di primo ingresso, non rafforza il sistema d’asilo Europeo in maniera soddisfacente ed è fortemente improntato a un approccio securitario nella gestione del fenomeno migratorio”. Voto contrario anche dal Movimento 5 stelle che ha bocciato in toto la riforma. Anche la Lega è contraria per ragioni diverse da quelle del centrosinistra. Gli eurodeputati della Lega di Matteo Salvini definiscono “una proposta deludente che non risolve in alcun modo il problema dei flussi illegali e clandestini lasciando sola l’Italia, ancora una volta”.
Fabio Folisi