Caso acciaieria che non si fa più approda in II commissione che archivia la petizione

La maggioranza di Centrodestra  vota compatta una risoluzione proposta da Maddalena Spagnolo (Lega) e archivia la petizione presentata dai comitati di cittadini che nei mesi scorsi avevano raccolto 21974 firme – questo il numero delle sottoscrizioni validate, a fronte delle 24173 presentate al Consiglio regionale – contro la realizzazione di un’acciaieria nell’area dell’Aussa-Corno. Una proposta che è già stata giudicata impercorribile dalla Giunta. Una vicenda surreale per come si è sviluppata nel tempo.  Bocciato un testo proposto da Rosaria Capozzi (M5S) e integrato da Furio Honsell (Open), che chiedeva di rinunciare anche per il futuro a infrastrutture in grado di creare danni ambientali, favorendo piuttosto in quell’area mitigazione, piantumazioni e bonifiche dei siti inquinati. Pd e Patto-Civica hanno scelto di non partecipare alle due votazioni mentre il gruppo Misto – formato da Serena Pellegrino (Avs) oltre a Capozzi e Honsell – ha appoggiato la seconda risoluzione e bocciato quella del Centrodestra.

I rappresentanti dei comitati No acciaieria durante l’audizione

È questo in estrema sintesi l’esito formale di una seduta della II Commissione decisamente elettrica, cominciata con le accuse dei comitati all’Amministrazione regionale per la mancata convocazione a settembre, quando gli esperti riassunsero in aula le loro valutazioni sul progetto Danieli-Metinvest. “Siamo delusi e avviliti – ha scandito Giampaolo Stel, dando il via all’audizione – per il mancato rispetto delle regole democratiche: nonostante una richiesta di accesso agli atti non abbiamo ancora potuto visionare gli studi sull’acciaieria”.

“Siamo chiamati a fare i becchini di un’acciaieria che non ci sarà più”, ha rincarato la dose Mareno Settimo, mentre Daniela Corso ha osservato “che oggi tutti ringraziano i sindaci, ma senza la spinta dei comitati i Comuni non avrebbero deliberato contro l’impianto”. Più tecniche le considerazioni degli altri due esponenti dei comitati, Giorgio Guzzon e Francesco Zorzenon, che sono tornati sulle ragioni ambientali del no all’acciaieria.

Chiamato in causa, il presidente della II Commissione Markus Maurmair (FdI) ha spiegato le ragioni dell’esclusione di settembre ricordando il dovere di rispettare le procedure consiliari sugli inviti in audizione e assicurando che “negli uffici di presidenza della Seconda e della Quarta nessun esponente, né di Maggioranza né di Opposizione, aveva segnalato la necessità di invitare i comitati”. Un’affermazione che ha innescato un lungo botta e risposta con le Opposizioni. Pellegrino gli ha ricordato di aver “evidenziato la necessità di audire i comitati, ma lei mi disse che la petizione era di competenza della II Commissione e io come vicepresidente della Quarta non potevo fare obiezioni”. Massimiliano Pozzo (Pd) ha ribattuto che “non è corretto parlare di errori da parte delle Opposizioni: siete stati voi a fare una scelta che metteva da parte i comitati”.

Analoghi concetti sono stati espressi da Capozzi (“Abbiamo chiesto l’integrazione già il giorno successivo alla riunione degli uffici di presidenza”) e da Honsell (“Io avrei auspicato quell’audizione già l’anno precedente, e lo dissi: fu una sua scelta quella di non riconvocare l’ufficio di presidenza”). Spagnolo ha invece difeso la posizione di Maurmair: “L’istanza avanzata non era tecnicamente proponibile, ricordatevi che noi consiglieri siamo sempre supportati dagli uffici regionali”.

A spostare la discussione sul piano politico è stato Francesco Martines (Pd): “I comitati No acciaieria – è la sua sintesi – sono l’attore principale della sconfitta della Giunta su questa vicenda perché hanno messo in moto il territorio e convinto anche i sindaci di Centrodestra a dire no a Bini e a Fedriga. La Giunta invece ha affrontato con troppa leggerezza un tema così importante”. Gli ha dato manforte il collega di gruppo Roberto Cosolini, che con una punta di ironia ha ricordato “che i vertici della Regione hanno sempre negato esistesse una istanza formale, eppure hanno affidato numerosi studi sull’acciaieria”, prima di sollecitare “a rendere trasparenti tutti gli atti della vicenda”, richiesta reiterata da Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto-Civica (che ha ricordato come “alcuni degli auditi a settembre parlassero di un progetto della Danieli”), da Stel e dagli altri membri dei comitati, e infine accolta da Maurmair: “Vi forniremo tutta la documentazione in possesso della II Commissione”.

Sul futuro dell’area industriale Aussa-Corno si sono invece soffermati Pellegrino, Honsell e Capozzi. La consigliera di Avs ha sollecitato un nuovo ciclo di audizioni per approfondire, proposta condivisa subito da Moretuzzo, mentre l’esponente di Open ha chiesto ai comitati indicazioni su come investire i 20 milioni da tempo messi da parte dalla Giunta, ricevendo le indicazioni su bonifica e piantumazioni che sono poi entrate a far parte della risoluzione Capozzi.

Alberto Budai (Lega) ha invece chiesto e ottenuto dai rappresentanti dei comitati un punto di vista più generale sull’acciaieria: “Sareste d’accordo di realizzare questa tipologia di impianto in un’altra area del Friuli o siete contrari a prescindere? Ve lo chiedo perché qui in Aula qualcuno ha detto che è stata persa un’occasione, immaginando altre zone idonee ad accoglierla”. “I comitati sono contro questi impianti-astronave, dovremmo pensare ad altre opzioni industriali”, gli ha risposto senza esitazioni Stel.