Caso censura all’on. Pellegrino: incontro fra gli amministratori dell’isontino e il prefetto di Gorizia Marchesiello. La versione del prefetto e quella di Agende Rosse e della ex parlamentare

“Oggi alle ore 15 (lunedì 1 Aprile ndr) il Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello  ha ricevuto una delegazione di firmatari della lettera che chiedeva chiarezza in merito alla vicenda che ha avuto come protagonista Serena Pellegrino, richiesta di chiarimento fatta al Prefetto proprio per dirimere qualsiasi dubbio sul ruolo esercitato dal Prefetto stesso”. Si apre così la nota stampa emessa dalla delegazione di oltre 40 amministratori dell’isontino che avevano contestato il comportamento del Prefetto di Gorizia relativamente alla manifestazione antimafia dalla quale era stat esclusa la ex parlamentare. “Dopo un’ampia premessa che ha definito i contorni, il Prefetto ha dichiarato ai presenti che l’organizzazione dell’evento è stata della Prefettura in collaborazione con Agende Rosse e non viceversa, avendo curato lui personalmente i contatto con i relatori. Ha spiegato che il passaggio della mail pubblicata sui giornali che si riferiva all’indagine sui precedenti penali della Signora Pellegrino era in realtà in risposta ad una precedente mail da parte del rappresentante di Agende Rosse in cui si chiedeva se la motivazione del no all’ex parlamentare fosse per eventuali precedenti penali. Ha inoltre specificato che, essendo lui l’organizzatore, voleva lasciare fuori la politica.
La presenza di due relatrici, attualmente impegnate politicamente era giustificata dal fatto che fossero state oggetto di minacce e intimidazioni mafiose nel nord Italia, quindi potevano dare testimonianza diretta della loro esperienza agli studenti, ai quali era indirizzato l’evento sebbene coinvolti all’ultimo istante, prescindendo dunque dalla loro appartenenza politica.
La delegazione, sottolineando che ogni evento è politico nel senso alto del termine, specie su un tema come quello trattato, ha ribadito con forza che restava aperto il nodo sull’esclusione in quanto le opinioni espresse in passato fossero non gradite, sottolineando che non era questione di appartenenza politica ma di rispetto e tutela del diritto di ogni cittadino di esprimere senza pressioni debite o indebite la propria opinione, a maggior ragione se rappresenta, oltre al proprio, il pensiero di altri cittadini. La serenità di non incorrere in censure per opinioni espresse, anche e non solo durante quando si riveste un ruolo pubblico, va tutelata dalle Istituzioni, per Costituzione.
I presenti hanno auspicato un gesto di distensione da parte del Prefetto nei confronti della Signora Pellegrino, nei tempi e nei modi che il Prefetto stesso ritenga più opportuni. Egli stesso si è reso disponibile ad organizzare un evento similare sul tema delle ecomafie che preveda il coinvolgimento dell’ex deputata”.
Caso chiuso quindi? Difficile per varie ragioni non ultimo il fatto che la versione del Prefetto viene smentita da Agende Rosse che in un post a  firma del responsabile Andrea Del Zozzo afferma smentendo sostanzialmente il Prefetto:“Mi suona strano il passaggio: “Dopo un’ampia premessa che ha definito i contorni, il Prefetto ha dichiarato ai presenti che l’organizzazione dell’evento è stata della Prefettura in collaborazione con Agende Rosse e non viceversa, avendo curato lui personalmente i contatto con i relatori.”. Chiedo quindi il permesso di affermare che: dato che io personalmente avevo invitato le ragazze di un format chiamato “Donne contro la Mafia” il giorno 4 gennaio 2019 (ho testimoni) e che in data 14/01/2019 ho contattato il sottosegretario Micillo (ho mail) inoltre sono stato io a chiedere udienza al prefetto poiché non avevo risposta alla domanda di occupazione di suolo pubblico presentata al comune di Monfalcone in data 08/01/2019, visto quanto sopra mi chiedo chi dice la verità e chi la nega.
Ovvio che di tutti questi documenti ho prove e testimoni. Resto a disposizione per ogni eventuale e vi ringrazio e saluto”.

Vale anche la pena leggere quanto postato da uno degli amministratori presenti sul “Forumgoriziablog”. A parlare è Andrea Picco – Consigliere Comunale Gorizia che racconta l’incontro dandone anche una interpretazione che definisce di carattere emotivo. Scrive Picco:

“Ero presente, in quanto primo firmatario con il consigliere Fappani di San Pier d’Isonzo, all’incontro con il Prefetto sulla vicenda dell’esclusione di Serena Pellegrino dal convegno sulla mafia. Mi permetto alcune considerazioni personali, più di carattere emotivo che strettamente cronachistico, a margine del comunicato che io stesso ho redatto recependo gli spunti e le osservazioni dei presenti, che ringrazio. La sensazione che ho avuto io è stata di grande difficoltà da parte del Prefetto sull’intera vicenda, perché quella pregiudiziale messa così, nero su bianco, onestamente lascia poco spazio ad interpretazioni. La sua versione dei fatti non è confutabile da chi come me non li conosce se non per quanto apparso sui media e per le dichiarazioni dei protagonisti, ma non ero lì per sapere chi avesse ragione, anche se il ruolo di Agende Rosse resta misterioso: da organizzatori derubricati a marginali: mah…. Ero lì per dire che il confine tra il rispetto e la prevaricazione di un diritto fondamentale è molto sottile, e in questo caso a mio avviso è stato superato, non dal lato del rispetto. E ho visto il Prefetto ascoltare con attenzione tutti gli interventi, e farsi scuro in volto in alcuni passaggi. Credo che chi riveste un ruolo pubblico, chi rappresenta politicamente altri cittadini, lo debba fare con la serenità che ciò che dice sia avulso da condizionamenti, ingerenze, quando non intimidazioni o censure, e che la tutela di questa prerogativa spetti proprio alle Istituzioni, per non far scivolare questa pur fragile democrazia verso forme che di democratico hanno ben poco. È quello che ho detto al Prefetto, perché so quanto sia difficile dire qualcosa di scomodo quando si è da soli”.
Ovviamente è comprensibile che il Consigliere comunale esprima alcune perplessità sulla vicenda dopo aver ascoltato la versione del Prefetto ma leggendo le carte (soprattutto mail e trascrizioni di colloqui telefonici)   e sentendo i protagonisti direttamente, quanto emerge è abbastanza chiaro. Volendo non considerare l’ipotesi della malafede da parte del Prefetto, si può affermare che è stato quantomeno superficiale nella gestione della vicenda e che la superficialità, quando si rivestono certi ruoli, non è accettabile. Detto questo già nella tarda serata l’altra protagonista della vicenda, la ex parlamentare censurata Serena Pellegrino si è fatta sentire con un post su Facebook dal titolo emblematico “Le Pezze del Prefetto”. Scrive Pellegrino:

“Oggi i rappresentanti dei 40 amministratori che hanno scritto la lettera al Prefetto, che ringrazio per essere stati protagonisti di questa vicenda, sono stati ricevuti e hanno riportato in questo comunicato stampa la cronaca con le Sue “giustificazioni”. Posso contestargli punto per punto:

UNO
“il Prefetto ha dichiarato ai presenti che l’organizzazione dell’evento è stata della Prefettura in collaborazione con Agende Rosse e non viceversa, avendo curato lui personalmente i contatti con i relatori.”
Perché se l’iniziativa era della Prefettura, come lui sostiene, Agende Rosse ha dovuto fare richiesta ufficiale e protocollarla al Comune il quale dà risposta dopo più di due mesi in cui si dichiara, attraverso il capo di gabinetto, di aver deciso, vista “l’importanza dell’evento proposto” – proposto da chi? Agende Rosse ovviamente – “d’intesa con il Prefetto” hanno “pensato di collaborare nell’organizzazione di un evento con il coinvolgimento anche delle scuole”.
Quindi la proposta dell’iniziativa tanto interessante era proprio di Agende Rosse ma Comune e Prefettura gliela sfilano trasformandola in un evento per le scuole.

DUE
Il Prefetto “Ha spiegato che il passaggio della mail pubblicata sui giornali che si riferiva all’indagine sui precedenti penali della Signora Pellegrino era in realtà in risposta ad una precedente mail da parte del rappresentante di Agende Rosse in cui si chiedeva se la motivazione del no all’ex parlamentare fosse per eventuali precedenti penali.”

La mail a cui fa riferimento il prefetto è seguita dopo una conversazione tra Agende Rosse e Prefetto in cui lui riferiva che la mia presenza non era gradita con varie motivazioni al contorno tra cui gli eventi di Gradisca.
In questa mail Agende Rosse dichiarano di non accettare ricatti. Il passaggio della mail citato dal Prefetto è il seguente “Da una telefonata giuntami dal sig Prefetto in data odierna mi è stato comunicato che una delle persone relatrici da me indicate per tale manifestazione non sarebbe gradita per alcuni trascorsi. Non entro nel merito della questione, merito che casomai spetta alla Autorità Giudiziale, ma le esterno il mio pensiero contrario ad ogni forma di ricatto.”
Probabilmente il Prefetto temeva che potessi parlare delle vicende relative al Centro di identificazione ed esplosione di Gradisca dove attualmente sono indagate 42 persone tra cui due Prefetti.

TRE
“Ha inoltre specificato che, essendo lui l’organizzatore, voleva lasciare fuori la politica.”

Il prefetto decide di lasciare fuori la politica, quella di sinistra, ma di abbracciare quella del nuovo “datore di lavoro”.
Da filo PD a filoleghista invitando due esponenti candidate alle amministrative di Modena per una lista vicina al pensiero della destra.

QUATTRO
“La presenza di due relatrici, attualmente impegnate politicamente era giustificata dal fatto che fossero state oggetto di minacce e intimidazioni mafiose nel nord Italia, quindi potevano dare testimonianza diretta della loro esperienza agli studenti, ai quali era indirizzato l’evento sebbene coinvolti all’ultimo istante, prescindendo dunque dalla loro appartenenza politica.”

Gli studenti vengono “coinvolti all’ultimo istante”.
Ma come? Non era il Prefetto ad aver organizzato l’evento così importante? Come mai si riduce all’ultimo istante a chiamare gli studenti?
Pare che un dirigente abbia “salvato” il Prefetto garantendogli il pubblico all’ultimo istante.
Voglio specificare che Agende Rosse mi ha contattato per assicurarsi la mia presenza a metà dicembre e ribadito la richiesta il 13 gennaio.
Con assoluto largo anticipo.

CINQUE
“I presenti hanno auspicato un gesto di distensione da parte del Prefetto nei confronti della Signora Pellegrino, nei tempi e nei modi che il Prefetto stesso ritenga più opportuni. Egli stesso si è reso disponibile ad organizzare un evento similare sul tema delle ecomafie che preveda il coinvolgimento dell’ex deputata.”

Serena Pellegrino però ha già bocciato l’iniziativa “riparatoria”, afferma infatti: “Gent.le Prefetto, ritengo che lei sia totalmente inadeguato per il ruolo che ricopre.  Il suo è un ruolo istituzionale che ha chiare prerogative non sindacabili. Non è apolitico né apartitico come ha più volte ribadito perché lei è il Governo. Non sarà sicuramente un “palco” che mette fine a questa vicenda che, nelle dichiarazioni esplicite, ha tutte le caratteristiche di poter essere portato in giudizio sia penale che civile”. 

Insomma la sensazione è che la vicenda è ben lungi dall’essere chiusa anche perchè vi è pendente una interrogazione parlamentare.