Censure Bini e Scoccimarro. Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra): mozioni respinte

“Quando l’Assessore Scoccimarro si è insediato come consigliere regionale ha prestato giuramento per sancire solennemente la sua fedeltà alla Repubblica e quindi alla Carta fondamentale dello Stato che è figlia della Resistenza e «radicalmente antifascista».
Quest’ultima proclama una serie di diritti fondamentali inviolabili, come la libertà di voto e il pluralismo dei partiti, ma anche il sistema di divisione e bilanciamento dei poteri dello Stato, tutti elementi che contrastano con l’idea che era stata del fascismo di partito unico, di stato gerarchico, di assenza di elezioni e pluralismo.”
L’ha dichiarato oggi la consigliera regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, intervenendo oggi in Aula sulla mozione con cui componenti del PD e del Gruppo Misto hanno censurato l’operato di Scoccimarro in occasione della commemorazione di Almerigo Grilz in via Paduina a maggio scorso.
Pellegrino ha precisato: “L’Assessore ha difeso la sua presenza in un contesto che era manifestamente apologia di fascismo, facendone un vanto e rivendicando il fatto che ogni anno agisce così, senza porsi il seppur minimo dubbio di agire contro la legge, probabilmente forte della dichiarazione del Presidente del Senato La Russa, che ha detto che la Costituzione non ha in sé il concetto antifascista”.
Pellegrino ha inoltre citato Vittorio Foa, componente della Costituente e poi deputato socialista, che disse a Giorgio Pisanò, ex membro della Repubblica sociale italiana e parlamentare del Msi): “I morti sono morti: rispettiamoli tutti. Ma se si parla di quando erano vivi, erano diversi. Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”.

I firmatari della mozione – oltre a Serena Pellegrino, i consiglieri Cosolini, Moretti, Carli, Celotti, Conficoni, Fasiolo, Martines, Mentil, Pisani, Pozzo e Russo, – hanno invitato il presidente Fedriga a revocare la delega all’Assessore, ribadendo il completo rifiuto della comunità regionale di ogni forma di apologia o riabilitazione del fascismo.
“ Nel dibattito in aula – conclude Pellegrino – è stata utilizzata l’ abusata equiparazione di fascismo e comunismo, dimenticando che nel nostro ordinamento la ricostituzione del fascismo è un reato, l’esistenza del comunismo non è condizionata da nessuna norma, tantomeno penale. La mozione è stata respinta dal Consiglio regionale: il che esprime senza retorica ma con piena efficacia il vero volto politico di questa Giunta regionale, che guarda con empatia al dilagare del neofascismo.”

Dura Pellegrino anche sulla seconda mozione di censua della giornata, quella riguardante l’assessore Sergio Emidio Bini:  “L’assessore regionale Sergio Emidio Bini ha finalmente dichiarato che i tre immobili, oggetto della mozione di censura discussa oggi dall’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, sono stati acquistati da Mediocredito, descrivendo perfettamente come è avvenuto il meccanismo della compravendita e bypassando qualsiasi evidenza pubblica, dal momento che si trattava di un affare tra privati. Peccato, tuttavia, che la sua posizione lo vedesse favorito rispetto qualsiasi altro cittadino che non poteva essere al corrente di tale vendita”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra), aggiungendo che “Mediocredito vende perciò un immobile a un valore inferiore al prezzo di mercato, perché già soddisfatta dagli introiti avvenuti attraverso i leasing. Il vulnus di tutta la questione, perciò, è tutto interno a Mediocredito che non permette di vendere l’immobile al giusto prezzo e al miglior offerente con un danno evidente per la banca e, quindi, per i suoi azionisti come la Regione Fvg”.

“L’assessore Bini – conclude Pellegrino – si è dimostrato palesemente a disagio a causa di una compravendita che, pur non avendo profili di illegalità (e, qualora vi fossero, verrebbero discussi nei luoghi deputati), manifesta altresì evidenti conflitti morali nei confronti dei cittadini che, mai come ora, si trovano in un momento di grave difficoltà sociale ed economica”.