Cgil: basta con la cessione al privato della sanità pubblica: ora addirittura si chiede al privato di scrivere le regole per le esternalizzazioni
Nel momento in cui la Corte dei Conti “bacchetta” la Regione segnalando la necessità di intraprendere finalmente «una razionale programmazione nel Servizio Sanitario del Friuli Venezia Giulia», si viene a conoscenza di un fatto senza precedenti che arriva dall’Azienda del Friuli Occidentale.
Invece che riflettere sui drammatici esiti che fin qui le privatizzazioni hanno avuto, sia in termini economici che di qualità del servizio per i cittadini, e di aprire la strada al rafforzamento del servizio pubblico, come chiesto più volte dalle forze sindacali, dai professionisti sanitari e dai comitati dei cittadini, si insiste in maniera cieca e arrogante nella svendita al privato commerciale di settori interi della nostra sanità.
Una determina dell’Asfo affida infatti a una società privata milanese («in ragione della complessità dei servizi», si scrive), direttamente e senza alcun tipo di selezione pubblica, il compito di predisporre le procedure per gli appalti di affidamento ai privati (partnership pubblico-privato). Nessun coinvolgimento delle competenze interne né dell’Agenzia regionale Coordinamento della Salute (Arcs).
Quindi non solo si rinuncia al ruolo di gestione dei servizi pubblici (anche di vitale importanza come i Pronto Soccorso, la radiologia, interi ospedali come Spilimbergo), ma addirittura si decide di far valutare la privatizzazione di un servizio pubblico ad un privato: un privato che valuta una privatizzazione.
Da notare che l’affidamento diretto alla ditta di Milano costa al servizio sanitario regionale la modica cifra di 169.580 euro: l’equivalente del costo di quattro infermieri a tempo pieno. La tariffa oraria è di 150 o 180 euro, superiore a quella di un cardiochirurgo del servizio sanitario nazionale.
Si è deciso di privatizzare senza alcuna valutazione tecnica, senza tenere conto dei pessimi risultati delle analoghe operazioni già in atto e ignorando le decise prese di posizione della cittadinanza e dei sindaci: si assegnano così quasi 170mila euro, senza gara e senza che al momento vi sia alcun documento trasparente a disposizione per capire quale sia il progetto. Ci si chiede a questo punto quale sia l’opinione della Corte dei Conti.
La Cgil, da parte sua, ribadisce con forza la propria assoluta contrarietà a qualsiasi forma di privatizzazione della sanità pubblica e richiama chi di dovere al controllo della correttezza di queste operazioni.