Cgil, Cisl e Uil Friuli lanciano allarme sulla situazione economica ed occupazionale in Fvg

A sottolineare con alcuni dati l’impatto della crisi da Covid in Fvg sono state le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Udine in un documento unitario presentato stamani nel capoluogo friulano. Dai dati si evince che vi sono state richieste di ammortizzatori sociali per 94 milioni di ore nel 2020, di cui oltre 40 milioni nella sola provincia di Udine. Questo è l’effetto maggiormente macroscopico degli effetti negativi della crisi da pandemia sul sistema economico del Friuli, che con le sue 49.000 imprese rappresenta il 54% delle aziende attive in regione (oltre 90.200) e che con 5.281 imprese manifatturiere rappresenta il 57% del totale regionale (9.164).
“Se da un lato non mancano punti di forza e buoni segnali di risposta da parte del nostro manifatturiero – hanno affermato Cgil, Cisl e Uil – la crisi ha anche messo a nudo annosi limiti del nostro tessuto economico e produttivo e restano problemi strutturali ancora irrisolti”. Tra questi “punti di debolezza”, i sindacati territoriali di Udine hanno segnalato “una larga predominanza di aziende di piccola dimensione, un arretramento della capacità complessiva di penetrazione del nostro export sui mercati internazionali, una propensione a ridurre gli investimenti, un tessuto produttivo meno radicato sul territorio, visto che molte imprese sono state acquisite da multinazionali o partecipate da fondi nazionali o internazionali”. Limiti, questi, che secondo i sindacati, “richiedono politiche industriali capaci di contrastare una progressiva marginalizzazione del Friuli e della regione rispetto ai grandi assi di sviluppo dell’economia europea e globale”.
Per quanto il Recovery plan, i sindacati parlano della necessità di “un salto di qualità della politica regionale, che deve essere capace di coinvolgere tutti gli attori e le competenze presenti, non ultimo il sistema universitario, per definire assieme le strade da intraprendere per rilanciare l’economia e rinnovare il sistema di welfare di questa regione e provincia”.