Chiude in “bellezza” con il cavallo di battaglia leghista la consiliatura targata Fedriga. Approvata brutta legge di contrasto all’immigrazione
Vibrante discussione in Consiglio regionale sul concetto di fondamentalismo culturale, ma anche sull’uso del burqa e sull’opportunità di intervenire nel caso quel modo di vestire venisse imposto alle donne straniere che vivono in Friuli Venezia Giulia. Fino al prevedibile muro contro muro al momento del voto finale, con il Centrodestra che apprezza convinto e compatto il disegno di legge 193 in materia di immigrazione proposto dalla Giunta (20 favorevoli) e tutti i gruppi di Opposizione altrettanto fermamente contrari (17 no). Al punto da ipotizzare, con il dem Franco Iacop, la richiesta di far valutare la stessa legittimità costituzionale della norma approvata oggi dal Consiglio regionale. Anche se tutti gli emendamenti politicamente rilevanti presentati dalle minoranze sono stati bocciati – 13 quelli portati al voto da Furio Honsell di Open Sinistra Fvg, 9 dal gruppo M5S con primo firmatario il relatore Mauro Capozzella, 7 da Chiara Da Giau del Pd – in Aula il dibattito non è certo mancato, con il presidente Piero Mauro Zanin, e il suo vice Stefano Mazzolini all’inizio della seduta pomeridiana, impegnati a far rispettare i tempi e in qualche caso a calmare gli animi surriscaldati dagli scambi verbali tra i due poli, con accuse reciproche di approfittare del disegno di legge su un tema caldo per fare propaganda. A innescare il confronto più aspro è stato un intervento di Cristiano Shaurli (Pd), che ha chiesto all’assessore Pierpaolo Roberti di “spiegare il concetto di fondamentalismo culturale, quando invece di solito accanto a quel sostantivo si mettono gli aggettivi politico e religioso”. Iacop gli ha dato manforte facendo riferimento “a quel che succede in Iran con le guardie morali” e chiedendosi “come si possa valutare quando una espressione culturale diventa radicale”. “La mutilazione genitale femminile – ha risposto Roberti – non è fondamentalismo religioso ma una pratica culturale, tribale”. E il relatore di maggioranza Antonio Calligaris (Lega) ha parlato “della situazione di Monfalcone, dove da qualche tempo sono spuntati i burqa”. “Se due persone si mettono il burqa questo diventa un problema? Ognuno ha diritto di vestirsi come vuole – si è infiammato Iacop – E cosa dovremmo dire di chi va in giro in pantaloncini corti e a petto nudo? Attenzione con questi discorsi: al tempo delle leggi razziali erano state tirate in ballo anche le abitudini culturali degli ebrei”. Mentre il capogruppo dem Diego Moretti si è chiesto “dove siano finiti i liberali di questa Maggioranza”. “Ognuno è libero di vestirsi come vuole – ha replicato Roberti – ma noi ci riferiamo a chi è costretto a portare il burqa. Anche il velo è un fatto culturale, e se una donna viene obbligata a metterlo bisogna intervenire”. La discussione si è accesa anche sulle sepolture islamiche, con Da Giau a chiedere spazi cimiteriali dedicati e Calligaris a spiegare “che esistono già i luoghi di sepoltura, ma le persone di quella comunità non vogliono essere sepolte in mezzo agli altri”, parole che hanno innescato un nuovo botta e risposta con le Opposizioni. “Il tema complesso delle sepolture va affrontato nella prossima legislatura”, ha proposto Alessandro Basso (FdI). Quattro gli emendamenti approvati nel corso della lunga discussione articolo per articolo. Il M5S è riuscito a convincere il Centrodestra solo sull’introduzione della clausola valutativa sulla nuova legge, con una prima relazione prevista entro il 2025. Approvati anche i tre interventi suggeriti dalla Giunta regionale e illustrati da Roberti. Accogliendo l’invito della presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, Dusy Marcolin, è stata introdotta la possibilità di intervenire per “la prevenzione, il contrasto e la repressione delle pratiche di mutilazione genitale femminile, nonché l’assistenza e la riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche”. Via libera anche alla possibilità di finanziare progetti finalizzati al superamento delle difficoltà linguistiche e formative degli alunni stranieri, per contrastare la dispersione scolastica. Vengono infine autorizzati accordi con le Università di Trieste e di Udine in vista dell’attivazione di tirocini extracurricolari formativi e di orientamento, da realizzarsi negli uffici delle Prefetture. Proposta, quest’ultima, approvata da tutti i gruppi politici. Articolato il dibattito sull’articolo che si propone di valorizzare le comunità di stranieri storicamente insediate in Fvg, con Sergio Bolzonello (Pd) che sulla scorta della sua esperienza di sindaco a Pordenone ha proposto – senza convincere la Maggioranza – di modificare il criterio dei 20 anni di presenza sul territorio. Si è discusso molto anche di minori non accompagnati, con Da Giau a criticare l’assessore (“Non tutti i minori vengono qui con l’inganno”) e Roberti a ribadire che “da noi ci sono molti minori provenienti da altre regioni del nord, mentre sono pochi i ragazzi arrivati nei nostri comuni e trasferiti fuori dal Fvg”. La discussione è stata animata anche da Marko Pisani (Ssk), che si è sentito tirato in ballo dall’assessore per un finanziamento ricevuto ai tempi in cui guidava il Comune di Monrupino, e da Andrea Ussai (M5S) che ha accusato il Centrodestra di “atteggiamento ideologico a proposito delle politiche abitative attuate in tutti questi anni”.