Cittadinanza: Conti (Pd), “aprire dibattito in Friuli Venezia Giulia” ma sarà dibattito fra sordi
“Il dibattito va aperto anche in Friuli Venezia Giulia, proprio perché è una regione che sente più di altre i contraccolpi della crisi delle nascite. E’ sbagliato opporsi ideologicamente a una legge che riconosca l’identità italiana di giovani cittadini: è al tempo stesso una necessità socioeconomica, una questione di diritti e doveri, un modo per rendere più coese e sicure le nostre comunità. È questione di allargare le responsabilità, non di restringere le nostre comunità. Fedriga lo sa e lo dice che siamo una regione di persone sempre più anziane, più sole, più bisognose di cure e assistenza. Non basta dirlo. Si deve impegnare sul serio per dare una svolta demografica al Friuli Venezia Giulia, dove si presenta uno scenario estremamente preoccupante per il prossimo futuro”. Dfficile dare torto alla segretaria regionale dei De,, ma c’è un particolare, per aprire un dialogo occorre che qualcuno sia disposto ad ascoltare e c’è da temere che con la maggioranza di destra-centro a trazione leghista sarà difficile porre il tema se non attraverso inutili pantomime consiliari utili solo per mettersi la coscienza “più o meno” in pace. “Alle misure sociali strutturali per famiglie e donne, prosegue Conti, si devono unire opportunità di allargamento del corpo dei cittadini”. In sostanza la segretaria regionale del Pd Fvg Caterina Conti interviene sul tema cittadinanza sulla base dei dati della Cgia di Mestre che proiettano a breve il sorpasso dei pensionati sui lavoratori. “Siamo una regione in cui i comparti economici e produttivi più forti – continua la segretaria dem – sono ancora incerti, in transizione e condizionati dalla domanda estera, la fuga dei nostri giovani più dotati non si ferma e nel breve non sono ottimistiche le previsioni sul tiraggio della cassa integrazione. Se in più chi governa non vuole considerare la modifica della legge sulla cittadinanza, allora – conclude Conti – si chiudono gli occhi sui profondi mutamenti demografici che stanno investendo la nostra società e si mette a rischio la tenuta di welfare e servizi essenziali. Non averne consapevolezza di questi fenomeni contribuisce ad aggravarli e non a risolverli”.