Confartigianato trasporti Fvg: allarme caro carburante

«Il tempo delle attese e delle promesse è finito. La condizione di già grande difficoltà della categoria è resa ora drammatica dal rincaro dei carburanti che non accenna a diminuire». È il grido di allarme che gli autotrasportatori artigiani del Friuli Venezia Giulia, con il capocategoria regionale dell’Autotrasporto di Confartigianato Fvg, Stefano Adami, lanciano al Governo nazionale e alla politica del Friuli Venezia Giulia perché si faccia portavoce presso Palazzo Chigi e i parlamentari regionali «di una situazione divenuta insostenibile. Servono provvedimenti immediati per evitare la chiusura di molte imprese e le conseguenti pesanti ripercussioni su occupazione ed economia locali».

Adami mette in riga numeri inequivocabili: «L’aumento del gasolio del 30%, del gas liquefatto del 250% e dell’additivo AdBlue del 300% – dettaglia – hanno portato ad un aggravio che non si riesce a riversare sui committenti, con il conseguente azzeramento del margine di profitto di molte imprese, che sono costrette a fermare i propri mezzi». Il comparto dell’autotrasporto, prosegue Adami, «già da anni in condizioni difficili a causa della concorrenza spesso sleale e non rispettosa delle regole attuate dai vettori esteri, si trova ora di fronte a una condizione drammatica».

A fronte di tale situazione, la categoria avanza richieste precise: «Servono provvedimenti immediati per alleggerire la pressione fiscale sulle aziende, utilizzando anche parte delle risorse incassate dallo Stato a titolo di “extra-gettito”, derivanti dalle accise sul prezzo dei carburanti». Sul medio termine è necessario agire «sul sistema burocratico e dei controlli, per evitare qualsiasi forma di abusivismo, illegalità e dumping sociale: criticità da sempre manifestate da Confartigianato Trasporti e non sempre prese in seria considerazione dalle autorità competenti».

Insieme ai provvedimenti, Adami insiste sulla tempistica: «Bisogna agire subito», afferma con forza, «prima che il malcontento della categoria possa sfociare in una protesta spontanea ed incontrollata».