Costituito il Comitato per il No ai 5 Referendum sulla giustizia voluti dalla destra Lega in testa

E’ ormai sicuro che il 12 giugno (ultima domenica utile ai sensi di legge) si svolgeranno le votazioni sui 5 referendum promossi da 9 Regioni governate dal centro-destra su iniziativa di Lega e Radicali e che in realtà rischiano di essere un pericoloso vulnus alla giustizia che avrebbe certamente bisogno di ragionata revisione, ma non certo di abrogazioni che rischiano di essere devastanti per un sistema giudiziario già claudicante. Nei prossimi giorni dovrebbe essere emanato il Decreto del Presidente della Repubblica con la convocazione dei comizi elettorali. In vista di tale scadenza, su iniziativa della Presidenza del Coordinamento per la Democrazia costituzionale, è stato costituito, in data 12 aprile, un comitato di scopo per rappresentare le ragioni del no e contrastare l’approvazione dei quesiti referendari, denominato “Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia”.  Per esigenze di semplificazione burocratica, l’atto costitutivo, si legge in una nota,  è stato formato da tre soci fondatori: Alfiero Grandi, Domenico Gallo e Mauro Sentimenti, che nello stesso atto costitutivo hanno cooptato come soci dell’associazione: Massimo Villone, Armando Spataro, Mauro Beschi, Silvia Manderino, Antonio Pileggi, Alfonso Gianni, Pietro Adami. Nella prima riunione dei soci, il 15 aprile, è stato nominato Presidente del Comitato Domenico Gallo. Il Comitato chiederà l’accesso alle tribune elettorali che si svolgeranno sulla RAI e sugli altri operatori radio-televisivi, anche in sede locale, che accetteranno di prendere parte alla comunicazione elettorale disciplinata dalla legge. Tutti coloro che sono interessati a partecipare e vogliono fornire dei contributi alla campagna elettorale sono invitati ad iscriversi al Comitato stesso mediante il versamento della quota di €.50,00 già fissata per i 10 promotori, da effettuarsi tramite bonifico all’iban: IT50W0306905142100000015772 intestato a: COORDINAMENTO per la DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE, indicando come causale: “Comitato per il No”. Contestualmente al versamento deve essere inviata una mail all’indirizzo: organizzazione.com.referendum@gmail.com   con oggetto: “adesione al Comitato per il no”, indicando il nome, la data di nascita e la residenza, al fine di consentire l’aggiornamento del libro dei soci.
Si è costituito il “Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia” su cui si voterà il prossimo 12 giugno. Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC) si è già pronunciato contro la scelta di accorpare nella stessa giornata il voto referendario con il voto amministrativo in molti comuni, una scelta sbagliata perché confonde tematiche diverse impedendo un serio dibattito per favorire una scelta consapevole dei cittadini. In effetti i quesiti, proposti dalla Lega e dai Radicali, non sono di facile comprensione. Ma soprattutto, anziché migliorare i diritti e le domande di giustizia, esprimono una diffidenza nei confronti del lavoro dei magistrati e del controllo della legalità. Da qui le ragioni del NO a tutti e cinque i quesiti. Il quesito sulle modalità di presentazione delle candidature dei magistrati per le elezioni del Csm e quello sulla partecipazione dei membri laici (avvocati e professori universitari) alla redazione delle “pagelle” dei magistrati sono del tutto irrilevanti ai fini di un migliore funzionamento della giustizia per i cittadini. Il quesito sulla divisione delle carriere tra Pubblici ministeri e giudici avrebbe l’unico effetto di allontanare il Pubblico Ministero dalla cultura della giurisdizione, schiacciandolo su un’attività di polizia. Non a caso è un antico cavallo di battaglia della destra berlusconiana. Il quesito sulla custodia cautelare è riferito a tutte le misure sia coercitive che interdittive e quindi è ingannevole. Esclusi i delitti di mafia e quelli commessi con l’uso delle armi, l’effetto sarebbe quello di impedire la custodia cautelare non solo per chi ha commesso reati gravi, ma anche l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge violento o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona vittima di atti persecutori. Infine il quesito sull’abrogazione della legge Severino è particolarmente odioso perché abroga l’intera disciplina riguardante la decadenza e l’incandidabilità degli eletti condannati con sentenza definitiva a una pena superiore a due anni. Il caso Berlusconi, appunto. E’ la bandiera della rivolta contro la legalità da parte di un certo ceto politico legato ai potentati economici. Il Comitato per il No è aperto alla partecipazione di tutte le persone e lavorerà insieme a quelle forze che vogliono impedire che sia colpita l’autonomia dell’amministrazione della giustizia e quindi l’uguaglianza e i diritti delle persone, impegnandosi dunque perché questi referendum siano respinti dalle cittadine e dai cittadini. Per approfondire: quesiti-giustizia-schede