Ddl disabilità. Patto per l’Autonomia: «Bene la nuova norma, ma si coinvolgano i Comuni»
Esprime soddisfazione il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli per la definizione del ddl 173 “Interventi a favore delle persone con disabilità e riordino dei servizi sociosanitari in materia”, frutto di «un grosso lavoro di tessitura a cura della direzione e degli uffici e del prezioso supporto dei soggetti che si occupano di disabilità in regione e che, grazie a un proficuo confronto, ha permesso, anche negli ultimi passaggi, di migliorare ulteriormente la norma superando la legge regionale di riferimento che risaliva, ormai, ad oltre 25 anni».
Nel corso della discussione generale in aula, Bidoli ha parlato dell’importanza della «disposizione che finalmente riconosce e permette di applicare i livelli essenziali di assistenza (LEA), e quindi di considerare a tutti gli effetti prestazioni sanitarie le prestazioni attualmente realizzate a beneficio delle persone con disabilità. Un riconoscimento fondamentale che assegna così la responsabilità organizzativa alle Aziende sanitarie che potranno così impostare un servizio omogeneo su tutto il territorio regionale superando le attuali frammentazioni, sinonimo in molti casi di iniquità e trattamenti inadeguati. Un servizio che potrà migliorare solo attraverso un percorso formativo dei professionisti e degli operatori coinvolti. Un errore, però, sarebbe non tener conto delle varie e diversificate esperienze attive in regione che hanno dimostrato un ottimo livello di risposta: un patrimonio di competenze sviluppate in stretta collaborazione con i Comuni, quali interlocutori attivi e rispettosi del fondamentale principio di sussidiarietà. Credo comunque che quella tracciata sia la strada giusta per arrivare alla definizione di regole comuni e di omogeneità nel trasferimento delle risorse, in tema di compartecipazione degli utenti ai costi dei servizi, e delle risorse che andranno impegnate da parte del sistema sanitario e degli enti locali».
Per Bidoli – affinché non ci si fermi soltanto alle buone intenzioni – «saranno fondamentali il Piano regionale della disabilità, ma anche tutti i regolamenti, gli atti aziendali, la definizione delle risorse umane ed economiche, e tutti gli atti e documenti d’intesa e i passaggi istituzionali che dovranno contenere indicazioni puntuali in merito».
Infine, «la partecipazione dei Comuni – primi riferimenti per l’utenza – dovrà essere garantita attraverso costanti e ben definiti momenti di confronto, per assicurare una più puntuale pianificazione e programmazione. Avvalendosi dei servizi sociali comunali, va potenziata l’attività di informazione per l’accesso ai servizi e per il superamento delle barriere comunicative pensando in particolare alle persone che vivono nelle aree tecnologicamente meno servite e distanti dai servizi».