Deportazione migranti alla Cavarzerani, Oikos e Centro Balducci resisteranno per i soggetti più deboli. Intanto sono iniziati i “rastrellamenti” in provincia

“Deportazioni e rastrellamenti” sono termini certo forti nel caso delle scelte procedurali della Prefettura di Udine di portare all’ammasso nella ex caserma Cavarzerani migranti e profughi con permessi di soggiorno già ospiti di strutture private,  ma non sono certo termini usati senza una qualche ragione se non fosse altro per le modalità spicce dei trasporti.  In ogni caso chiamiamoli trasferimenti o in qualsiasi altro modo, il risultato non cambia, quelle persone non sono trattate come tali se è vero come pare che nessuna differenza fra soggetti diversi è stata fatta,  trattati come numeri, come pacchi, un sistema più simile alla logistica stile Amazon che all’umanità dovuta ad esseri umani. In ogni caso dalle associazioni emerge la volontà di resistere a quello che viene considerato un errore nella generalità dei casi e una inqualificabile cattiveria nei confronti dei soggetti più deboli. Questo è emerso in estrema sintesi dalla conferenza stampa tenuta in una sala affollata del Centro Balducci  dove i rappresentanti di Oikos e dello stesso Centro Balducci di Zugliano hanno fatto il punto sulla situazione determinasi a Udine dopo la decisione, dalle modalità decisamente discutibili, di “trasportare”, alla caserma Cavarzerani 70 persone, alcuni nuclei familiari con bambini e perfino alcuni soggetti particolarmente labili. “Il decreto Salvini è segnato da disumanità” ha detto in apertura  don Pierluigi Di Piazza, del Centro Balducci. “Lo straniero e il diverso sono diventati il nemico” ha aggiunto per poi fare appello anche alla necessità di una battaglia culturale per superare l’attuale momento. Oikos e Centro Balducci, dopo un incontro avvenuto ieri, hanno ottenuto dal Prefetto di Udine una proroga di 5 giorni ai trasferimenti dei loro assistiti, una manciata di giorni per risolvere il problema che però vede palesemente una volontà politica precisa del quale il prefetto è, forse suo malgrado, uno strumento operativo. La solita storia presente in ogni dramma storico dove il limite fra l’obbedienza agli ordini superiori cozza con principi di umanità e perfino di buonsenso. In questo caso fra l’altro esistono dei margini di discrezionalità che potrebbero andare oltre i 5 giorni ottenuti (che sono già discrezionalità.. quindi possibile)  per arrivare a fine mese e precisamente al 28 Maggio quando andrà a sentenza l’impugnazione al Tar il bando per l’assegnazione dei posti in appartamento dell’accoglienza diffusa. Accoglienza diffusa che come è noto è nel mirino della politica governativa a matrice e trazione leghista che preferisce che i migranti siano messi all’ammasso in strutture come la Caverzerani, situazioni più simili alle prigioni che alle abitazioni.
In particolare le associazioni hanno espresso il loro rammarico per l’assenza di una programmazione e di umanità nei trasferimenti. “L’ex caserma – ha aggiunto Gianfranco Schiavone, del Consorzio italiano di solidarietà – dovrebbe chiudere, perché non è adeguata. Si va verso un sovraffollamento della struttura con i trasferimenti e gli arrivi ravvicinati dalla provincia di Udine”. Ed in effetti mentre il “trasferimento” forzoso per i 70 di Oikos e Centro Balducci è stato temporaneamente bloccato non così per quelle di oltre 250 migranti da case e alberghi in cui erano alloggiati in provincia, spediti come pacchi, all’ex caserma Cavarzerani di Udine. Il trasferimento, coordinato dalla Prefettura che ha incaricato il personale del Consorzio Matrix, che gestisce la struttura ex militari ha visto le persone e tutte le loro cose, trasportati a bordo di pulmini e furgoncini presi a noleggio, scortati, viene segnalato da auto della polizia come si trattasse di soggetti pericolosi, una platealità sulla quale qualche domanda andrebbe fatta. Il rastrellamento di uomini e cose secondo una lista precisa, durerà alcuni giorni. Hanno inoltre spiegato dal “palazzo del governo” che il soggiorno nell’ex caserma, in particolare per le famiglie con bambini, durerà il tempo necessario a effettuare gli adempimenti per trasferire nuovamente i migranti nelle strutture private che saranno messe a disposizione dalle nuove associazioni che hanno vinto la relativa gara. La gara però è quella che rischia di essere invalidata dal Tar con il risultato che chi si troverà incasermato resterà tale chissà per quanto tempo, altro che pochi giorni. Oikos quindi ha spiegato che se gli ordini di trasferimento all’ex Cavarzerani riguarderà anche le persone che vivono situazioni di disagio e particolare fragilità, l’associazione cercherà di reperire i fondi necessari, con appelli e richieste di aiuto ai cittadini, per farsi carico direttamente dei migranti. Questo però comporterà l’uscita degli stessi dai programmi di assistenza e per questo una decisione in tal senso non è stata ancora presa.

Ascolta l’audio della conferenza stampa

 

Migranti alla Cavarzerani: Non deportazione ma “trasferimento temporaneo” nella logica del “pappa, cacca, nanna”, l’umanità non pervenuta