Elettrocardiogrammi in farmacia. Accordo Federfarma-Asugi con una quarantina di adesioni a Trieste e nell’isontino
Un nuovo servizio sarà attivato in una quarantina di farmacie delle province di Trieste e Gorizia. Sarà possibile effettuare un elettrocardiogramma che sarà trasmesso direttamente al distretto dove ogni giorno c’è uno specialista che lo esaminerà; la risposta sarà inviata in farmacia, dove il paziente potrà visionare il referto e se c’è un problema rilevante il paziente verrà preso in carico dalla struttura sanitaria di Asugi. Tutto bello, tutto chiaro? Peccato che manca un pezzetto, chi ha fatto un elettrocardiogramma sa bene che la valutazione dei parametri non può prescindere da quella complessiva del paziente. In sostanza non si tratta della lettura chimica di un’analisi di sangue e urine, ma di qualcosa di più delicato, dove il rapporto fra il medico e il paziente non può essere mediato dai cavi a fibra ottica e men che meno dal farmacista che se pur preparato nn è certamente un cardiologo. Certo per controlli di routine può andare bene, ma il rapporto umano e di fiducia non può venir meno e il rischio che si arrivi alla totale spersonalizzazione del paziente, come se fosse un pezzo da riparare, è altissimo . Se questa è la rifondazione del Sistema sanitario regionale (Ssr) non ci siamo per nulla. In una nota l’agenzia stampa della giunta regionale così racconta il servizio con un virgolettato dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi : “La riorganizzazione, per certi aspetti radicale, di cui si sta facendo carico l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) tramite l’implementazione dell’attività del nuovo Dipartimento specialistico territoriale, e con il recente accordo siglato con Federfarma, per l’elettrocardiogramma che si potrà fare in farmacia, rientra in quella rifondazione del Sistema sanitario regionale (Ssr) che ritengo assolutamente necessaria per dare risposte di salute adeguate al cittadino sul fronte della cronicità e non solo, e per permettere alla macchina del Ssr di operare in modo efficiente e appropriato”. “Diversi sono i grandi temi, le sfide, che ci vedono impegnati con responsabilità senza precedenti: oggi rispondiamo in maniera non appropriata alla domanda di salute del cittadino, perché ancorati ancora a un modello non più aderente alla realtà della nostra società. Vanno date risposte in funzione di un determinato bisogno, nello spazio di quel bisogno specifico. Si parla dei Pronto soccorso affollati: se il cittadino, sul suo territorio, non trova una risposta alla sua necessità, e non è colpa sua, si rivolge naturalmente alla struttura di cui si fida” ha continuato Riccardi. “Questo tema – ha aggiunto poi l’esponente della Giunta – ci porta a un’altra sfida: quella, appunto dell’accessibilità al servizio e a quella della prossimità. In questo, l’accordo con la farmacia è vincente, perché presidio di salute sul territorio: un patrimonio, una straordinaria forza che si aggiunge alla catena della risposta di salute”. “Sono 400, le farmacie, in tutta la nostra regione, e hanno una forte capacità di flessibilità ed efficienza. Danno risposte istituzionali perché sono inserite nel sistema. Sono vicine al cittadino: oltre a conoscere il professionista che vi opera, le persone conoscono il punto in cui sorge la farmacia. Un punto di salute che ha anche l’importante compito di rassicurare, a fronte della carenza di medici di medicina generale sul territorio”. “Fondamentale e decisivo, poi, l’approccio multidisciplinare, che determina un modello di natura organizzativa orizzontale e non verticale: l’ospedale gestisce l’acuzie e l’emergenza, poi la gestione passa alla catena territoriale, poi alla cura primaria e quindi alla farmacia. Allungare e rafforzare questa catena ci permetterà di dare risposte efficienti e appropriate, come avviene già in altri Paesi più evoluti, dove la telemedicina e il video-consulto sono realtà da tempo, divenute parte della cultura della popolazione, dando risposte efficaci”. “Dobbiamo fare un grande sforzo, infine, e in questo caso non solo culturale: quello di utilizzare, semplificandola, la tecnologia che abbiamo a disposizione nel nostro tempo. Un tema che passa dall’approccio che ha il cittadino verso questi strumenti, all’approccio e alla competenza del professionista, e dalla capacità del sistema istituzionale di operare per favorire il processo di semplificazione dell’uso delle nuove tecnologie: in questo modo saremo in grado di fare un grande salto in avanti, vincendo le sfide del nostro tempo”. “I tempi sono cambiati e il processo è irreversibile: dobbiamo prenderne atto e assumere tutte le decisioni necessarie per garantire l’accessibilità alle cure da parte di tutti i cittadini, in particolari a quelli più fragili: in vent’anni, lo vediamo, la composizione della popolazione è profondamente mutata: vita più lunga e inverno demografico. Ciononostante continuiamo ad avere gli stessi posti letto nelle strutture residenziali per anziani e gli stessi posti letto nei punti nascita. È nostra responsabilità prendere atto del cambiamento e modificare l’assetto organizzativo del Sistema sanitario nazionale e, per quanto di competenza, regionale”, ha concluso Riccardi.