Elezioni sarde e sfascio di unione popolare: interpretazioni dei fatti non condivisibili
Gentile Direttore,
ti scrivo in merito all’articolo a firma Redazione pubblicato il 5 marzo 2024 intitolato “Unione Popolare si sfascia, …”, che ritengo contenga varie inesattezze, e varie interpretazioni dei fatti non condivisibili.
Innanzitutto sulle elezioni regionali sarde, non mi risulta che ci sia stato alcun “accordo di potere”, come scritto su alcuni blog e come la tua redazione ha riportato. L’accordo, non direi di potere ma programmatico, è stato stipulato fra la Federazione Regionale sarda e il candidato Renato Soru, sulla base di quanto proposto e discusso con il candidato presidente e sulla base di una fiducia reciproca. Ricordo che dal 2004 al 2009 Soru fu presidente della regione con l’appoggio del nostro partito, e sono di quegli anni varie azioni amministrative assolutamente condivisibili: dal decreto salvacoste, al sostegno alla cultura e all’istruzione, fino a riuscire, con le sue pressanti richieste al governo nazionale, a far abbandonare agli americani la base USA per sommergibili nucleari della Maddalena. Se poi ci mettiamo l’impegno, nel suo programma, a sostenere la sanità pubblica e l’energia pubblica, c’è piuttosto da chiedersi, come fa il compagno segretario regionale sardo Enrico Lai, cosa ci facesse Azione (di Carlo Calenda) in quella coalizione. Perché Soru abbia accolto nella sua coalizione Azione forse è meno difficile da spiegare: lo sbarramento è al 10%, e 5 anni fa Michela Murgia, che Rifondazione, sbagliando, non appoggiò, non entrò in consiglio regionale pur con un consenso pari al 10,32 %.
Aggiungo infine che, da statuto del partito, sulle elezioni regionali la competenza a decidere è delle federazioni regionali, e che Italia Viva (di Matteo Renzi) non era presente alle regionali sarde, perché proprio Rifondazione Comunista ha posto un veto.
Per quanto riguarda lo “sfascio” di Unione Popolare, per quanto mi riguarda si è solo dimesso l’attuale portavoce (secondo me non in relazione al voto in Sardegna ma piuttosto a un disaccordo su cosa fare alle europee …). Nessuno vieta di nominarne uno nuovo, come si fa normalmente in un partito quando si dimette un segretario. Peraltro “portavoce” e “segretario” non hanno lo stesso ruolo, il primo è più legato a un concetto di coordinamento fra varie realtà, il secondo ha una natura anche esecutiva.
Infine sulle elezioni europee, affermo con convinzione che la lista Pace, Terra, Dignità sia non solo l’unica vera novità di queste elezioni, ma anche l’unica lista veramente necessaria. L’Italia è in guerra, indirettamente (speriamo) in Ucraina, direttamente nel Mar Rosso. In Palestina è in atto un genocidio e l’Europa non fa niente, anzi in Italia si manganellano gli studenti diciassettenni che manifestano. Chi si considera di sinistra, in una situazione come questa, non può non mettere la Pace al centro della sua agenda politica, senza troppi se e troppi ma, e pazienza se ritiene che una frase come “superamento della NATO” sia insufficiente.
Roberto Criscitiello
Segretario regionale – Rifondazione Comunista FVG