Evento dell’Osservatorio regionale antimafia sul Caporalato, il procuratore Antonio De Nicolo “dichiaratamente polemico”

Enrico Sbriglia, presidente di Ora (a sinistra) accanto al procuratore distrettuale di Trieste, Antonio De Nicolo

Dalle Forze dell’Ordine agli esperti di diritto, dalla Procura ai sindacati, dai sindaci alle consigliere di parità. Il convegno organizzato dall’Osservatorio regionale antimafia (Ora Fvg) a Trieste nella sede del Consiglio regionale ha messo in campo una squadra di esperti in grado di fornire osservazioni e valutazioni sul fenomeno del caporalato da punti di vista molto diversi. Ad accendere simbolicamente la miccia della discussione di Ora Enrico Sbriglia, è stato il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, con un intervento da lui stesso definito “dichiaratamente polemico”. De Nicolo ha fatto notare che i reati attinenti all’articolo 603-bis del codice penale, quelli oggetto del convegno, non sono di competenza della Procura distrettuale di Trieste, che pure si occupa di criminalità organizzata e disporrebbe di maggiori mezzi per affrontarli in un’ottica di sistema.  “Il problema – ha spiegato – è che la legge non lo prevede. Dunque in questo caso viene meno l’idea di Giovanni Falcone di concentrare su 26 Procure italiane le indagini nelle materie più difficili. Ma purtroppo il legislatore è attento solo alla cronaca spicciola, solo a quel che è successo ieri”. Da qui l’appello “a inserire il 603-bis tra i reati-spia di fenomeni associativi”, come pure l’invito alle Forze dell’Ordine “a immaginare dentro il 603-bis un’altra fattispecie, quella dell’ingresso clandestino di lavoratori extracomunitari” che invece rientra nelle competenze delle Procure distrettuali.

Gli aspetti più propriamente giuridici della tutela del lavoro sono stati esaminati da uno dei massimi esperti italiani, Domenico Garofalo, professore di diritto all’Università di Bari. Garofalo ha ricordato la complessità della materia individuando “il vero problema nel sottosalario” e facendo riferimento anche a contratti collettivi nazionali che prevedono compensi da 5,50 euro all’ora, come quello dei servizi di vigilanza privati. “Un accordo peraltro firmato da Cgil, Cisl e Uil”, ha osservato polemicamente il docente, che individua nell’imperfetto funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego il tema centrale. “Intermediazione e caporalato – ha concluso Garofalo – sono l’alternativa illegale al cattivo funzionamento dei Centri per l’impiego”.

Al docente hanno replicato due esponenti sindacali, Massimo Marega della Fillea Cgil e Luciano Bordin della Cisl Fvg, ricordandogli “che i contratti si firmano in due e a volte non è facile siglare accordi felici, ma in caso contrario si rischia di andare sulla strada del lavoro nero”. Gli esponenti sindacali hanno ricordato anche il buon accordo siglato di recente a Roma con il commissario straordinario del Giubileo, “che vieta il subappalto a cascata e andrebbe preso a modello”.

Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, Davide Cardia, e il responsabile dell’ispettorato territoriale del lavoro per Trieste e Gorizia, Pierpaolo Guaglione, hanno parlato dei problemi “sul campo”. Cardia ha raccontato l’accelerazione del lavoro dei finanzieri, “con interventi massivi a partire dal 2022” che hanno portato nell’anno che si sta concludendo a far emergere in Fvg 420 lavoratori in nero, 197 lavoratori irregolari e ben 241 aziende da sanzionare. Guaglione ha ricordato il caso eclatante di caporalato in agricoltura emerso in febbraio a Gorizia, dove caporali moldavi e romeni reclutavano lavoratori sottopagati, che tenevano di fatto segregati.

Indagato anche il versante della parità di genere, grazie agli interventi della consigliera di parità Anna Limpido e al messaggio fatto giungere in aula da Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale pari opportunità. “Solo di recente – ha detto Limpido – il legislatore è approdato anche a una lettura di genere del fenomeno”, mentre Marcolin, ricordando il caso della bracciante pugliese Paola Clemente morta sotto il sole cocente per un lavoro da 2 euro all’ora, biasima “un sistema che ancora non favorisce la parità tra uomo e donna”. Il coordinatore nazionale di “Avviso pubblico”, Pierpaolo Romani, da parte sua ha messo in evidenza il lavoro dell’associazione, che ha prodotto di recente il volume “Sfruttamento e caporalato in Italia”.

Per la giunta regionale è intervenuta l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen:  “L’Amministrazione regionale, in modo coordinato con le altre Regioni e grazie ai fondi del Governo nazionale, lotta contro le distorsioni del mercato: lavoro irregolare e sommerso, caporalato e tutte le forme di sfruttamento. Per fronteggiare tutto questo è fondamentale costruire reti trasversali e integrate di legalità e di sicurezza. Con le norme cerchiamo di evitare il presentarsi di queste situazioni, mentre con le reti di sicurezza tracciamo le vie d’uscita per chi viene toccato da questi fenomeni”. “La Direzione Lavoro della Regione sta operando costantemente in questa direzione in partnership con le forze dell’ordine, l’Inail, l’Inps e l’Ispettorato nel pieno rispetto dei compiti previsi dalla legge e dall’autonomia assegnata al Friuli Venezia Giulia. Un’attività – ha spiegato Rosolen – che riguarda in particolare le quote lavorative soprattutto in agricoltura e che ci ha consentito di far emergere e di contrastare con determinazione situazioni di forte irregolarità”. Nel corso del suo intervento Rosolen si è soffermata sul metodo di assegnazione delle quote. “Purtroppo è un dato di fatto che questo metodo non rappresenti un aiuto concreto al superamento dei fenomeni di illegalità – ha sottolineato l’assessore -. Questo sistema, anche se portato avanti nel rispetto delle regole, dà risposte apparenti a quelle che sono le reali necessità del territorio. In sostanza, preferendo mano d’opera a basso costo, importiamo numeri e non competenze. Una situazione sulla quale la politica e le istituzioni sono chiamate a riflettere con grande attenzione”. “Si tratta di una realtà complessa che non è generata da un’unica causa così come non esiste una soluzione o una norma che da sole possano superare queste criticità. Dobbiamo invece mettere in campo in modo trasversale – ha affermato l’esponente della Giunta Fedriga – una pluralità di azioni che deve essere accompagnata da una diffusa assunzione di responsabilità da parte di numerosi soggetti”. “La mafia non si elimina da sola. Oggi è ancora più articolata, velenosa e pericolosa ed è dotata di nuovi strumenti ma si combatte certamente con le norme, con le attività di controllo sul territorio e con uno sforzo comune da parte dell’intera nostra società. L’obiettivo fondamentale – ha concluso Rosolen – resta però quello di garantire le vie d’uscita da queste situazioni”.  A conclusione del convegno, il presidente Sbriglia ha reso noto che gli atti dell’assise, che conterranno anche le relazioni del presidente di Altragricoltura Tano Malannino e di Antonio Paoletti della Cciaa Ts-Go oggi assenti, verranno inviati a tutte le sedi istituzionali nazionali in modo da alimentare ancora il confronto e il dibattito sul tema del caporalato.

Sul convegno ha emesso una nota  Furio Honsell di Open Fvg

“Oggi nella Sala del Consiglio Regionale si è svolto l’importante evento annuale promosso dall’Osservatorio Regionale Antimafia sul tema del “caporalato”. Come Open Sinistra FVG ha spiegato  il consigliere regionale Furio Honsell,  abbiamo partecipato con interesse perché riteniamo il caporalato un fenomeno di sfruttamento delle persone in stato di bisogno, fenomeno grave e odioso. Vogliamo esprime grande apprezzamento per questo evento che ha visto il contributo tecnico di prestigiosi giuslavoristi e rappresentanti delle istituzioni, come l’osservatorio territoriale del lavoro, la guardia di Finanza e la Procura distrettuale antimafia. Abbiamo avuto conferma di quanto già indirettamente conoscevamo, ovvero che anche la nostra Regione non è immune a questi fenomeni di intermediazione illecita. Avvengono non solamente in agricoltura, ma anche in vari settori lavorativi sia industriali sia di servizi. Esistono cosiddette “cooperative spurie” e un ampio numero di pratiche distorsive delle dinamiche lavorative ai danni di lavoratori, soprattutto immigrati. Pericolosi sono i distacchi transnazionali, che vedono lavoratori operare in Regione con contratti siglati all’estero, ma vi sono anche le pratiche delle finte trasferte, o il fenomeno dei lavoratori obbligati ad aprire una partita IVA ma di fatto lavoratori subordinati, o la non registrazione degli straordinari. Il tema del caporalato si intreccia con quello del lavoro nero e del subappalto. Per contrastare questi fenomeni e tutelare i lavoratori è importante potenziare la capacità organizzativa dei Centri per l’impiego e tutti quegli organismi di controllo come l’INPS e l’INAIL. Come Open Sinistra FVG continueremo il nostro impegno a favore dei diritti dei lavoratori, anche grazie alla preziosa opera dell’Osservatorio.”

 

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