Fvg: Sanità pubblica alla deriva – servizi di emergenza ceduti in appalto – privato accreditato in crisi – rischio aumento tempi di attesa

La salute pubblica sembra andare sempre più alla deriva: dopo il blocco delle prenotazioni annunciato dal privato accreditato arriva la notizia che la gestione di servizi sanitari dei Pronto soccorso di diversi ospedali sarà affidata a operatori economici privati, che forniranno medici e infermieri.
Pochi giorni prima che uscisse il bando di gara per questi appalti l’assemblea dei sindaci aveva esaminato e votato il documento sulle linee attuative presentato dall’Azienda sanitaria, ma di questa manovra non c’era traccia. Infatti, è stata aggiunta al documento dopo il voto, in pratica all’insaputa dei sindaci.
Pare una sorta di gioco delle tre carte, ma non diverte poiché si gioca sulla pelle dei cittadini. I servizi di emergenza sono tra le strutture più delicate del servizio sanitario, e dovrebbero avere la massima attenzione da parte di chi governa.
Adesso ci raccontano che non si poteva far altro, che l’esodo di medici e infermieri è inarrestabile. Ma perché le cooperative trovano i professionisti e l’Azienda sanitaria non solo non li trova, ma non è neppure in grado di trattenere quelli che già ci lavorano?
Non sarà perché i nostri medici e infermieri sono tra i peggio pagati d’Italia? perché devono sottostare a regolamenti e burocrazie opprimenti? perché devono lavorare troppo spesso in condizioni insicure e disagevoli?
Con queste manovre si vanno a smembrare équipe di professionisti con il loro patrimonio culturale, operativo, organizzativo e di relazioni umane, frutto di studio ed esperienza pluriennale. Ma poi ci vogliono anni per ricostruire e nel frattempo è probabile un calo di qualità dei servizi, per cui altri professionisti se ne andranno. E’ un circolo vizioso.
In queste settimane è divampata anche la crisi del privato accreditato, che in seguito all’adozione del nuovo tariffario nazionale si è trovato costretto a eseguire sottocosto prestazioni diagnostiche e terapeutiche.
L’assessore Riccardi dice che è colpa del Governo, e forse è vero, ma Lombardia, Veneto, Trentino hanno fin da subito provveduto ad integrare le tariffe per evitare contraccolpi sulle liste di attesa.
Da noi invece nulla, ma non solo, perché adesso scopriamo che anche le convenzioni con il privato accreditato, scadute nel 2023 non sono state rinnovate, e questa è competenza esclusiva della Regione.
Così l’anno scorso diverse strutture hanno esaurito il budget prima della fine dell’anno e hanno quindi interrotto le prestazioni, rimanendo sotto utilizzate le macchine diagnostiche mentre i tempi di attesa aumentavano. Solo ora l’assessore ha aperto il tavolo per il rinnovo delle convenzioni, con 15 mesi di ritardo.
La scorsa estate era stata annunciata la “rivoluzione” del sistema sanitario regionale da parte dell’Assessore Riccardi, supervisionata dal Presidente Fedriga. Pare che si stia sciogliendo come neve al sole.