Grano tra guerra, speculazioni e offese alla dignità umana

Certamente tempi duri in epoca di guerra per il grano ucraino, prezioso più dell’oro e per questo motivo attenzionato dagli speculatori selvaggi e da un liberismo senza scrupoli. Incredibili e sconvolgenti, poi, i posizionamenti a livello internazionale con un vergognoso disconoscimento delle condizioni della popolazione di almeno 14 Stati africani, in balia degli umori e delle vacue scelte dei Grandi della Terra sui rifornimenti. E la guerra non colpisce solo con le armi ma anche col controllo sulla distribuzione del cibo. Incredibile la votazione alla nostra Camera dei Deputati a favore dei già proibiti OGM (organismi geneticamente modificati) un disconoscimento del principio di precauzione a tutela della salute, contrari gli attivisti della Coalizione No OGM e felice la multinazionale Syngenta, che attacca ai fianchi anche il biologico. Guerra, non solo con le armi ma con attacchi proditori ai diritti delle persone. 1. Da chi è attenzionato il grano? L’Osservatorio economico Oakland Institute ha documentato già da più anni gli interessi sull’Ucraina da parte delle Multinazionali statunitensi dei semi, del glifosato, del cibo, tra cui in prima fila Monsanto, Cargill, Dupont, per non parlare di Soros e della finanza globale, tra cui i fondi di investimento.
Fa gola il fertile suolo nero, “cernozem”, già attenzionato dalla caduta dell’URSS. Con il dissolvimento della collettivizzazione socialista il granaio d’Europa è stato preso di mire dalle multinazionali del settore per cereali, orzo, olio di semi. La restaurazione capitalistica creerà sofferenze. Il 2014 vede il riavvicinamento ucraino all’Europa e l’Ucraina aprirà alle multinazionali, in parallelo la Banca mondiale accelera la possibilità di investimenti. Nel 2016 dieci Multinazionali agricole controllano 2,8 milioni di ettari di terra coltivata. Oggi si stima ancora un aumento del controllo sulla produzione agricola di aziende straniere e società ucraine partecipate da fondi esteri per 3,4 milioni di ettari di terre. Nell’ottobre scorso, 10 aziende private controllavano il 71% del mercato ucraino e anche oggi, epoca di guerra e instabilità mondiale con conseguenti interruzioni delle esportazioni, non è stato certo abbandonato il progetto liberista.

2. Tra le forze in campo c’è qualcuno che si ricorda dei Paesi africani?
Vediamo con orrore la terribile condizione di almeno 14 Paesi africani (17 milioni di affamati) per quanto riguarda la loro sopravvivenza in seguito al blocco del grano ucraino.
Incredibili e vergognose azioni e affermazioni di alcuni soggetti politici in campo.
Il Presidente turco Erdogan sta caricando grano per 25 milioni di tonnellate sulle proprie navi, passando tra il Bosforo e i Dardanelli, destinando la merce alla sopravvivenza dei Paesi più poveri d’Africa e mettendo sul piatto del diritto internazionale il suo diritto a controllare i vicini scomodi, siano curdi o siriani.
Il Presidente ucraino Zelensky si impegna a scortare i convogli turchi solo in cambio di maggiori aiuti militari.
Il Presidente Biden, senza alcuno scrupolo, minacciosamente intima ai Paesi africani allo stremo di non comprare il grano imbarcato sulle navi russe disposte a raggiungere alcuni Paesi africani: azione molto pesante di ricatto sui morti di fame.
Ma la fame africana colpirà anche l’Italia. Sarà inevitabilmente un elemento di migrazioni verso i Paesi del Mediterraneo, per quei pochi che riusciranno ad affrontare i viaggi della disperazione, fenomeno definito come “preoccupante” dal Presidente della FAO, alla faccia di qualsiasi etica.

3. La guerra colpisce solo con le armi?
No, la guerra non colpisce solo con le armi. Le difficoltà dovute alla riduzione delle importazioni del grano, permanendo il conflitto in corso, apre scenari inusuali e inaspettati anche nel campo dell’agroalimentare, avviando il via libera a colture inaccettabili per le conseguenze sulla salute umana.
Parliamo degli OGM. Ecco che alla Camera del Parlamento italiano sono state approvate delle mozioni per la possibilità di “…adottare iniziative per promuovere e incentivare nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico…”, come ci riferisce la Coalizione Italia Libera da OGM.
La furbizia non manca e i nostri deputati votano senza usare la parola OGM, giustificandosi con la guerra in corso, ignorando la presa di posizione contraria della Corte di giustizia europea e la direttiva europea in vigore.
Non tace neppure Syngenta (multinazionale delle sementi e dell’agrochimica) e attacca l’agricoltura biologica.
Ci attenderemmo una difesa di una agricoltura sana; invece, la salute dei cittadini viene sacrificata all’altare del profitto e viene calpestato quel principio di precauzione (ogni prodotto va valutato prima della sua commercializzazione) fondamentale per la “cura” dei cittadini.
Emilia Accomando
Comitato Stop TTIP Udine