Il Comune di Trieste ha accantonato una petizione pro pineta di Cattinara da due anni e mezzo

Il 5 ottobre 2020 il Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara depositò al Protocollo generale del Comune di Trieste – Prot. N. B 10/2-3-7/1-2020 (5143) 2.003 firme regolarmente raccolte in pochissimi mesi su un «Appello per il salvataggio della pineta di Cattinara». La Direzione generale e Risorse umane lo registrò il 6 ottobre. Il testo, scritto quando ancora non si capiva bene cosa fosse concretamente previsto in quel sito, recitava: La pineta di Cattinara è per noi abitanti della zona una grande amica. Funge da verde di vicinato, importante soprattutto per le persone con bassa mobilità quali bambini, anziani e disabili; è un polmone di verde unico nella zona frequentato da tutti gli abitanti soprattutto in estate; non essendovi altre aree verdi nei paraggi, è un elemento rilevante del paesaggio e di forte identità. Abbatterla è come eliminare un monumento a noi molto caro. E’ noto poi che gli alberi assumono importanti funzioni ecologiche e non dovrebbero mancare vicino alle case e a un ospedale: producono ossigeno, assorbono anidride carbonica e gas inquinanti, assorbono polveri sottili, mitigano i colpi di calore, attenuano i rumori, regimano le acque di pioggia. Da vari mesi la pineta è stata recintata impedendo la frequentazione degli abitanti con loro grave disagio. Chiediamo che la pineta sia ancora fruibile, venga tolta la recinzione e sia ripristinato il terreno che ha subito ampie scarificazioni e carotaggi. Chiediamo che venga definitivamente abbandonato il progetto di abbattimento degli alberi. A sostegno della nostra istanza abbiamo raccolto a tutt’oggi più di 2000 firme, di cui 1160 su Change Org e 843 su carta e continueremo nella nostra azione anche andando sulla stampa e con ogni altra possibile iniziativa. L’appello era indirizzato al Comune di Trieste, al Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, all’Assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, al Sindaco Roberto Dipiazza e al Direttore generale dell’ASUGI Antonio Poggiana. Ma il Comune di Trieste lo archiviò. E non sappiamo se ne trasmise ufficialmente copia agli altri destinatari come le depositarie si aspettavano. Il 10 novembre 2020 la dott.ssa Fabiana Andriani, responsabile della P.O. Organi istituzionali presso la Direzione generale e Risorse umane, affermò nella missiva Prot. Corr. B 10//2-3- 7/3 – 2020 (5895) trasmessa al Sindaco e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio comunale e al Segretario generale che «l’appello non presenta le caratteristiche della petizione in quanto trattasi di una richiesta con molteplici sottoscrittori». Ma una petizione è appunto «una richiesta con molteplici sottoscrittori»… Che differenza c’era? La dirigente concluse: «Si trasmette quindi l’originale della richiesta in oggetto in quanto indirizzata al Signor Sindaco». Tale interpretazione minimalista fu ribadita il 12 novembre dalla dott.ssa Maria Cristina Todesco, istruttore amministrativo dell’Ufficio Affari generali e Cerimoniale – Gabinetto del Sindaco, la quale in una mail spedita a vari destinatari segnalò che, «in base alla valutazione svolta dagli Organi Istituzionali, trattasi di richiesta sottoscritta da molteplici cittadini, non presentando le caratteristiche di una petizione». Ma per quale motivo non sarebbe una petizione? Di certo l’appello fu declassato. Mai è stato discusso né dalla Commissione consiliare competente né dal Consiglio comunale, come invece previsto dall’art. 73 del Regolamento del Consiglio comunale, che equipara le petizioni alle mozioni:

 

Art. 73

Istanze, petizioni e proposte

1. Le petizioni rivolte al Consiglio comunale o comunque di sua competenza sono depositate presso gli uffici del Segretario Generale dal primo sottoscrittore o suo delegato, con allegate almeno 200 sottoscrizioni.

2. Le sottoscrizioni delle petizioni debbono essere corredate dal nome, dal cognome, dall’indirizzo e dagli estremi di un documento di identità dei sottoscrittori.

3. Il Segretario Generale esamina l’autenticità delle sottoscrizioni, anche con analisi a campione, e comunica al Sindaco e al Presidente del Consiglio l’esito dell’esame entro trenta giorni per gli adempimenti conseguenti.

4. Le petizioni vengono affidate alla Commissione consiliare competente dal Presidente del Consiglio comunale per i lavori istruttori. Alla seduta di presentazione viene invitata una rappresentanza dei sottoscrittori della petizione.

5. Le modalità della trattazione sono quelle previste per le mozioni.

 

L’art. 69, comma 5 dello stesso Regolamento stabilisce che «le mozioni vengono trattate dal Consiglio comunale entro trenta giorni dalla loro presentazione, salvo diverso accordo col presentatore». Quindi la petizione pro pineta di Cattinara avrebbe dovuto essere discussa e votata dal Consiglio comunale entro il 5 novembre 2021. Invece fu accantonata con un pretesto formalistico, un sofisma burocratico.

Cestinarla ha significato tacitare i suoi 2.003 sottoscrittori. Una clamorosa negazione della democrazia partecipativa. Ma anche del Regolamento, che parla di «petizioni rivolte al Consiglio comunale o comunque di sua competenza». E questa lo è senz’altro, sebbene indirizzata “solo” al Comune di Trieste e al Sindaco.

 

Chiediamo al Presidente del Consiglio comunale di recuperare subito la petizione pro pineta di Cattinara e di trattarla come da art. 73 del Regolamento, affidandola con la dovuta urgenza prima alla Commissione competente per l’istruttoria e poi all’Aula per il dibattito e il voto.

Chiediamo altresì che ad ambo le sedute sia invitata una rappresentanza dei sottoscrittori.

Dopo due anni e mezzo non c’è altro tempo da perdere, visto l’imminente arrivo delle ruspe.

Se Giunta e maggioranza condividono la distruzione della pineta e degli alberi dell’attiguo parcheggio dipendenti ASUGI per lasciare spazio alla principale delle sei nuove sedi del “Burlo Garofolo” con relativo mega-autosilo sotterraneo e due strade laterali, che boccino la petizione in Consiglio comunale. Altrimenti che la approvino. Ma alla luce del sole e facendosi poi giudicare dagli elettori.

Quanto ai contenuti della petizione, dalla pineta nell’autunno 2020 fu poi tolta la recinzione, funzionale a carotaggi e sminamenti. Il terreno però non è mai stato interamente ripristinato. Le pesanti conseguenze delle perforazioni si notano ancora. Alcuni alberi sono stati tagliati o sono caduti. Dal 21 dicembre 2022 una nuova recinzione impedisce di accedere alla radura sommitale. Nel gennaio 2023 una dozzina di pini è stata abbattuta tra il limitrofo parcheggio dipendenti ASUGI e la palazzina di Anatomia patologica e Medicina legale. La totale distruzione della pineta e degli alberi residui del parcheggio dipendenti è in programma per il giugno 2023, salvo slittamenti.