Il Ministro dell’Interno aveva ribadito: “Porti chiusi”. Ma dalla Sea Watch, sbarcheranno a Lampedusa bambini accompagnati e un uomo in precarie condizioni

Se alla base non ci fossero tragedie umane le parole di Matteo Salvini sui “porti chiusi” sarebbero davvero comiche Infatti nonostante l’ennesimo proclama e i sui “nisba”  dalla Sea Watch, sbarcheranno a Lampedusa bambini e famiglie  e un uomo in precarie condizioni.  La vicenda ha visto  per tutta la giornata un botta e risposta tra il ministro dell’Interno Salvini che ha ribadito la chiusura dei porti e la ong che ha chiesto di soccorrere le persone per portarle al più presto in un porto sicuro.  Poi  la giusta decisione presa ins erata sulla testa di Salvini  di soccorrere almeno i più deboli presenti   sulla nave umanitaria che da stamani si trova a 15 miglia da Lampedusa ed è stata diffidata dall’entrare in acque italiane. Una situazione quella sulla nave che ha destato forti preoccupazioni per il peggiorare anche delle condizioni meteomarine. Sono complessivamente 18 i migranti a bordo della Sea Watch ai quali è stato concesso di sbarcare, rendono noto fonti del Viminale secondo le quali l’autorizzazione è stata concessa “solo ai bambini accompagnati e ad un uomo in precarie condizioni di salute”. A bordo delle motovedette della Guardia Costiera sono saliti dunque sette bambini con i genitori, sette madri e tre padri. Più il migrante con gravi problemi di salute.  “Le autorità italiane ci hanno dato la disponibilità a fare sbarcare le famiglie presenti a bordo: bambini, madri, padri e una donna ferita hanno spiegato dalla nave .  “C’è una donna ustionata che ha bisogno di trattamenti” aveva scritto su twitter la ong. “Molti sono a rischio disidratazione e i bambini sono traumatizzati dalla permanenza nelle prigioni libiche e rischiano ulteriori danni psicologici”.  Drammatico era lo sos lanciato  questa mattina dalla Sea Watch:  “Siamo a 15 miglia da Lampedusa, a bordo abbiamo 65 persone, alcune disidratate, e alcuni bambini piccoli. Le condizioni meteo sono cattive”.  A bordo anche 22 uomini dell’equipaggio tra cui 4 medici. La Sea Watch 3 ha soccorso questi 65 migranti il 15 maggio a 30 miglia dalle coste libiche. “Una motovedetta libica, con fare minaccioso, ci ha detto di allontanarci, non eravamo i benvenuti”, ha raccontato all’ANSA il comandante Arturo Centore. “Siamo quindi stati allontanati. Mi sono diretto verso nord anche perché le condizioni meteo sono state e sono cattive”. Salvini: “Sono scafisti, porti chiusi”  aveva tuonato “Una nave di una ong straniera sfida la guardia di finanza! Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma scafisti, e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono chiusi”, aveva scritto su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “E se qualche procuratore vuole indagarmi o processarmi anche per questo, faccia pure! Per difendere l’Italia e gli italiani, non ho paura di niente e di nessuno. Porti chiusi”, aveva ribadito Salvini via social. “Confermata la linea dura del Viminale. La nave sta rispettando la diffida della Guardia di Finanza e ha ricevuto indicazioni di fare rotta verso la Tunisia”, avevano fatto sapere ad un certo punto della giornata fonti del Viminale ma poi l’incanto si è rotto anche perchè Salvini aveva anche detto che lui non prende ordini da nessuno neppure dal Premier Conte. A rispondere e stato il socio contrattuale Luigi Di Maio con un Salvini arrogante come Renzi che scopre però solo in campagna elettorale.  “Io non posso commentare la supponenza e arroganza di questo tipo che ricorda Renzi quando gli chiedevano di far dimettere la Boschi”. “Una cosa è certa – ha aggiunto Di Maio – questa prepotenza aumenta soprattutto sul tema dell’immigrazione, quando la Lega è in difficoltà con gli scandali di corruzione”. “Io non ci sto – ha concluso – a rappresentare questo grande stratagemma per distrarre dall’emergenza del Paese che non è in questo momento l’immigrazione ma la corruzione”.