Il ministro dell’Istruzione per le sue dichiarazioni sui femminicidi “meriterebbe” di finire dietro la lavagna

“È un’emozione incredibile perché, a distanza di un anno dalla notizia che era mancata la mia Giulia, facciamo nascere qualcosa”. Sono state le parole di Gino Cecchettin, una volta arrivato alla Camera dei Deputati per la presentazione della Fondazione dedicata a sua figlia, nata per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere. La Fondazione – ha spiegato – si occuperà di “progetti di educazione all’affettività e all’amore, che erano insiti nella vita di Giulia”. Poco dopo però con ben altri toni, il papà della 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta ha dovuto rispondere al ministro Giuseppe Valditara che perdendo la “meritoria2 occasione di tacere aveva affermato che “I percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi” e “la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”. “Il patriarcato è finito” nel 1975. Così il ministro dell’Istruzione, Valditara, in un videomessaggio alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Che poi, in linea con l’ossessione governativa parla di fenomeni di violenza sessuale legati anche a “immigrazione illegale”. A quel punto Gino Cecchettin ha commentato: “Ci sono dei valori condivisi e altri su cui ragionare” mentre più diretta è stata Elena Cecchettin, che commenta: “Giulia uccisa da bianco “perbene”. “Cosa ha fatto il governo in questo an no? Perché devono essere sempre le famiglie a raccogliere le forze e creare qualcosa di buono? Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco,italiano,’perbene’,si ascoltasse forse non continuerebbero a morire centinaia di donne in Italia ogni anno”, chiosa Elena.