IT-alert: i test su rischi specifici

IT-alert è un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione.

Quando sarà operativo, per determinati eventi emergenziali, il Servizio Nazionale della protezione civile con IT-alert integrerà le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione, allo scopo di favorire l’adozione delle misure di autoprotezione in rapporto alla specifica tipologia di rischio e al contesto di riferimento. IT-alert, infatti, si affianca ai sistemi di allarme già esistenti anche a livello locale, non è salvifico in sé, ma è finalizzato, rispetto a un determinato evento avvenuto o imminente, a consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo.

Il messaggio IT-alert viene ricevuto da chi si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso e abbia un cellulare attivo. Il servizio IT-alert è conforme allo standard internazionale “Common Alerting Protocol” (CAP) per garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali e internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avvisi pubblici.

L’utilizzo del sistema di allarme pubblico IT-Alert da parte del Sistema di protezione civile
Con decreto del Capo del Dipartimento della Protezione civile del 19 gennaio 2024 sono state adottate le indicazioni operative che definiscono le modalità per rendere possibile l’utilizzo del sistema di allarme pubblico IT-Alert da parte del Sistema di protezione civile, come previsto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2020 e successive modificazioni.

Le indicazioni operative sono finalizzate a definire l’utilizzo di IT-alert per i seguenti rischi: maremoto generato da un sisma; collasso di una grande diga; attività vulcanica di Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli; incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica; incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso). Sono state inoltre elaborate delle indicazioni operative per la definizione del profilo italiano del “Common Alerting Protocol” (CAP) che nel rispetto degli standard internazionali, allinei il protocollo che consente l’invio dei messaggi cell – broadcast alle necessità del Servizio nazionale della protezione civile.

Per ciascun rischio sono definiti gli scenari di utilizzo del sistema di allarme per il rischio specifico, il testo del messaggio, le modalità di invio dello stesso, le aree da allertare e i soggetti responsabili dell’invio dei messaggi. Sono descritti, infine, i limiti connessi all’applicazione del sistema IT-alert in generale e per ogni rischio specifico. Il sistema di allarme pubblico risente, infatti, di alcuni limiti in particolare correlati all’incertezza connessa ai fenomeni naturali, alla conoscenza scientifica imperfetta e alle capacità tecnologiche disponibili.

In merito alle precipitazioni intense, altro rischio previsto dalla Direttiva, si evidenzia che le relative indicazioni operative sono in corso di elaborazione tenuto conto che la complessità intrinseca di tali fenomeni e della loro evoluzione richiedono ulteriori approfondimenti tecnici e procedurali.

Le Indicazioni operative sono una tappa importate nel percorso verso l’operatività del sistema IT-alert. Affinché il sistema diventi operativo, il Dipartimento si sta confrontando per una valutazione tecnica della fase di sperimentazione con gli Enti territoriali coinvolti, gli operatori di telefonia e il Settore della Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi competente per la tipologia di rischio.

La fase di test per rischi specifici
A partire da dicembre scorso, sono stati realizzati i test su alcuni rischi specifici: collasso di una grande diga, incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso e incidente nucleare.

Gli scenari di rischio saranno tre (di seguito le regioni in cui sono stati effettuati i test fino a ll’inizio di febbraio):

▪ Collasso di una grande diga in Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sardegna, Sicilia, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano;
▪ Incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto;
▪ Incidente nucleare in Piemonte;

L’attività ha un duplice obiettivo: da un lato sperimentare l’utilizzo di IT-alert su porzioni ridotte e circoscritte di territorio, dall’altro fare un passo avanti nel processo di familiarizzazione con il sistema di allarme pubblico e permettere alle persone di acquisire maggiore confidenza con la ricezione del messaggio per scenari di rischio specifici, con testo declinato in base al rischio e al sito interessato.

Va tenuto comunque presente che potrebbero esserci dispositivi presenti in zone interessate dall’emergenza che non riceveranno il messaggio. Ciò è dovuto a uno dei limiti della tecnologia cell-broadcast, quello dell’impossibilità di sovrapporre perfettamente l’area che si stima come potenzialmente interessata dall’emergenza con l’area coperta dalle antenne degli operatori di telefonia che vengono utilizzate per l’invio dei messaggi.

Incidente rilevante azienda Seveso
Per “incidente rilevante” si intende un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verifichino durante l’attività di uno stabilimento industriale classificato a rischio di incidente rilevante dal Decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 – Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, e che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana e per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose. Ciascuno stabilimento industriale deve disporre di un Piano di emergenza esterno (PEE), contenente le misure di mitigazione dei danni all’esterno dello stabilimento e di un Piano di emergenza interno (PEI), contenente le misure di mitigazione dei danni all’interno dello stabilimento. IT-alert si attiverebbe per i diversi possibili scenari incidentali che potrebbero interessare l’impianto.

In caso di reale pericolo per un incidente rilevante in uno stabilimento industriale, i cellulari presenti nelle aree vicino agli impianti interessati riceveranno un messaggio IT-alert di questo tipo:
Allarme Protezione Civile GG/MM/AA ore 00:00 – Incidente nell’impianto industriale XYZ con presenza di sostanze pericolose, nel Comune di XYZ (PROVINCIA). TROVA RIPARO AL CHIUSO E NON AVVICINARTI all’impianto. Tieniti aggiornato e segui le indicazioni delle autorità.

Collasso di una grande diga
Per “collasso di una grande diga” si intende il collasso dello sbarramento della struttura della diga stessa o la comparsa di danni alla diga o di fenomeni franosi che determinano il rilascio incontrollato di acqua, tali da indurre ragionevolmente ad ipotizzare l’accadimento di un evento catastrofico, che provoca generalmente un’onda di piena e la conseguente inondazione delle aree situate a valle. Le grandi dighe sono così regolamentate dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2014 inerente a “Indirizzi operativi inerenti all’attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe”. Quando si verifica un rischio connesso alla tenuta strutturale di una grande diga si parla di “rischio diga”, che prevede quattro fasi di allerta (preallerta, vigilanza rinforzata, pericolo e collasso).

Ciascuna grande diga deve disporre di un Documento di Protezione Civile (DP) che contiene le condizioni specifiche per l’attivazione del sistema di protezione civile, le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare in relazione alla tipologia di allerta e di un Piano di Emergenza Diga (PED), che riporta le aree potenzialmente interessate dall’onda di piena originata dall’ipotetico collasso dello sbarramento e definisce le strategie operative e il modello d’intervento per fronteggiare una situazione di emergenza. IT-alert si attiverebbe in caso di collasso di una grande diga, cioè uno sbarramento di ritenuta che supera i 15 metri di altezza o che determina un volume di invaso superiore a 1.000.000 di metri cubi.

In caso di reale pericolo per il collasso di una grande diga, i cellulari presenti nei comuni potenzialmente interessati dall’onda di piena riceveranno un messaggio IT-alert di questo tipo:
Allarme Protezione Civile GG/MM/AA ore 00:00 – COLLASSO DIGA XYZ nel Comune di XYZ (PROVINCIA): possibile alluvione improvvisa. ALLONTANATI DAI CORSI D’ACQUA e raggiungi zone elevate. Tieniti aggiornato e segui le indicazioni delle autorità.

Incidente nucleare
Per lo scenario di incidente nucleare il messaggio sarà:
TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

La prima fase della sperimentazione
Nell’ottobre scorso si è conclusa la seconda fase di sperimentazione sui territori di IT-alert, il sistema di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia. Tra la fine di giugno e la prima metà di ottobre, il Dipartimento della Protezione Civile, con le strutture di protezione civile delle Regioni e delle Province Autonome di Bolzano e Trento, e con il concorso di tutto il Servizio nazionale, ha organizzato le attività di test coinvolgendo direttamente la popolazione.

L’obiettivo non era solo far conoscere IT-alert, ma soprattutto verificarne il funzionamento in relazione alle diverse tipologie di telefono e sistemi operativi, raccogliendo direttamente le indicazioni dagli utenti, ossia coloro che potrebbero essere coinvolti in situazioni di emergenza e ricevere il messaggio una volta che il sistema sarà operativo.

Sono stati circa 2 milioni e 700 mila i questionari compilati a seguito delle attività di test in tutte le Regioni e Province Autonome italiane. (vedi risultati)

Il 93% di coloro che hanno compilato il form ha dichiarato di aver ricevuto il messaggio di prova, mentre il restante 7% ha indicato di non averlo ricevuto sebbene si trovasse, nel giorno e nell’ora dei test, sul territorio interessato. Tra coloro che hanno ricevuto il messaggio, complessivamente, il 92% ha risposto di averlo trovato chiaro. Sempre rispetto al totale di chi ha indicato di aver ricevuto il messaggio, l’89% ha dichiarato di non aver avuto problemi a interagire con lo stesso. La principale difficoltà riscontrata rimane la scomparsa del messaggio dopo la visualizzazione.

Fonte blog  Ambiente e non solo… Direttore: Marco Talluri