Inaugurata a Casarsa, nei luoghi in cui visse, la Scuola Pasolini 2023
Sono 25, fra laureati o dottorandi e sono arrivati, selezionati, da diversi atenei d’Italia e d’Europa per studiare Pasolini, anzi per approfondire (per alcuni non è la prima partecipazione) una della tante sfaccettature della poliedrica opera del grande intellettuale, poeta e regista: si tratta degli “alunni” speciali che da mercoledì 6 settembre prendono parte nel Centro studi di Casarsa (Pordenone) alla 6.edizione della Scuola Pasolini, oggi considerata uno dei più prestigiosi appuntamenti italiani di alta formazione, quest’anno dedicata al tema “Pasolini e le forme del teatro”. Organizzata dallo stesso Centro studi con il sostegno della Regione, del Comune di Casarsa e della Fondazione Friuli, intervenuta all’apertura della Scuola con il direttore Luciano Nonis, la scuola si tiene nella casa museo Colussi/Pasolini, in cui Pier Paolo visse e si formò negli anni giovanili). E fare la differenza è anche questo, un ambiente ideale ed esclusivo di studio, considerando che si tratta del luogo nel quale Pasolini ha vissuto anni fondamentali per quello che sarebbe poi diventato. I corsisti si ritrovano fra le pareti di casa Colussi, fra i mobili e gli oggetti, le fotografie, i quadri e le tante testimonianze delle prime produzioni degli anni giovanili di Pasolini, dunque in un contesto in cui, come ha sottolineato la presidente del Centro studi Flavia Leonarduzzi, “si sente più forte il suo pensiero”. La Scuola Pasolini è diretta dai docenti Paolo Desogus della Sorbonne Université Parigi e Lisa Gasparotto dell’Università di Milano-Bicocca, che sottolineano, anche, come in questi sei anni di esperienza a Casarsa sia nata “una comunità internazionale scientifica e umana che studia un autore chiave del ‘900”. Sono coadiuvati nel coordinamento scientifico-didattico dai colleghi Marco A. Bazzocchi e Davide Luglio.
Le lezioni si focalizzeranno in particolare sullo studio delle esperienze drammaturgiche di Pasolini, sul Manifesto per un nuovo teatro, sulle fonti autoriali e sulla ricezione del teatro di parola nella contemporaneità. Saranno inoltre indagate le origini del teatro pasoliniano, le intersezioni con il cinema e l’opera letteraria, insieme alla complessità dei riferimenti agli altri autori, sia sul piano dell’intertestualità, sia sul piano formale. Sono affidate a docenti di altissimo profilo accademico: lo stesso Davide Luglio, Silvia De Laude (Université de Genève), Sergia Adamo (Università di Trieste), Stefano Casi (Università di Bologna), Piermario Vescovo (Università Ca’ Foscari, Venezia), Sara Fortuna (Università Marconi, Roma), Gerardo Guccini (Università di Bologna), Simona Morando (Università di Genova), Enrico Piergiacomi ((Technion, Israel Institute of Technology). Simone Derai e Marco Menegoni della compagnia Anagoor interverranno alla tavola rotonda finale sabato 9 settembre, alle 10.45.
Intanto, sempre mercoledì si è conclusa al Centro studi un’altra esperienza formativa che sta diventando un appuntamento fisso e unico nel suo genere, nel nostro Paese: il percorso per insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per il 2023 sul tema “Pier Paolo Pasolini. L’opera poliedrica nel secolo breve”, che ha consentito a 64 docenti arrivati da tutta Italia di acquisire competenze ed esperienze utili nell’insegnamento di Pasolini ai loro studenti “Si tratta di iniziative – commenta ancora Flavia Leonarduzzi –che stanno diventando appuntamenti consolidati, ma ogni anno ci sorprendono e ci gratificano per il lavoro che conduciamo anche sul fronte della formazione. 64 insegnanti provenienti da tutta Italia testimoniano la credibilità della proposta, che ha un taglio culturale ma anche didattico: il ritorno di ciò che poi il mondo della scuola riesce a fare per avvicinare i ragazzi a Pasolini lo tocchiamo con mano, dato l’alto numero di giovani che visitano il Centro studi”.