Incendio di Mossa, scuole e parchi chiusi nei comuni interessati per “precauzione”. Molte le domande su prevenzione e mancata vigilanza del sito pericoloso

Il vasto incendio doloso nei capannoni della ex Bertolini  sta creando molta apprensione fra i cittadini della vasta area interessata allo spargimento di fumi e polveri che anche se diluiti grazie alle condizioni meteo e al vento, restano potenzialmente pericolosi, perchè diluiti non vuol dire che spariscono. Per questo per precauzione  i sindaci dell’area hanno prorogato le ordinanze che invitano i cittadini a restare per quanto possibile in casa. Per questo le scuole e i parchi rimangono chiusi.  A Mossa ma anche nei comuni vicini di Capriva e San Lorenzo Isontino permangono quindi le misure cautelative. Molte e domande che sorgono quasi spontanee sul perchè una “bomba ecologica” di quella portata in area densamente popolata,  non fosse stata già disinnescata (trasportando lontano i rifiuti pericolosi), se è vero che tutto era sotto sequestro è altrettanto vero che si poteva senz’altro provvedere allo spostamento in zone sicure o in subordine alla vigilanza.  Ieri si è  svolto un vertice in prefettura a Gorizia teso sostanzialmente a rassicurare la popolazione. E’ stato stato ribadito dai tecnici dell’Arpa  che  “non sono stati accertati rischi per la popolazione” ma non sono stati al momento neppure evidenziati i danni a lungo termine che le contaminazioni potrebbero dare a macchia di leopardo in u area vastissima. Intanto sul luogo dell’incendio  i Vigili del fuoco oltre ad irrorare il materiale combusto e fumante con potenti getti d’acqua per evitare che focolai residui possano riprendere vigore,   lavorano allo smassamento. I rifiuti stoccati nel comprensorio, sono stati stimati attualmente in 3500 metri cubi e costituiti da svariate tipologie di plastica, provenivano in parte dalla Slovenia ed erano sotto sequestro dal marzo 2019, a disposizione della magistratura nel processo per traffico illecito e discarica abusiva. Il primo grado di giudizio ha portato a tre condanne, ora il sito rimane sequestrato per le successive indagini sul rogo affidate al sostituto procuratore di Gorizia Ilaria Iozzi. Un comunicato teso a rassicurare la popolazione è stato emesso dalla Prefettura al termine della riunione di ieri:  nel corso dell’incontro, si legge,  è emerso, sulla base dei rilievi tecnici effettuati da ARPA sin dalle prime ore dell’evento, che al momento non sono stati accertati rischi per la popolazione derivanti dall’incendio. Ciò nonostante, in via del tutto precauzionale, in attesa dell’esito degli accertamenti tecnici in corso, è stata condivisa l’opportunità che i sindaci dei comuni limitrofi al luogo dell’evento adottino o proroghino apposita ordinanza con la quale disporre la chiusura delle scuole, dei parchi pubblici e degli impianti sportivi all’aperto, nonché l’invito alla cittadinanza a rimanere in casa con le finestre chiuse e uscire solo in caso di necessità indossando idonea mascherina.
Gli accertamenti tecnici, la cui conclusione è prevista entro le prossime 48 ore, saranno pubblicati sul sito istituzionale di ARPA”.

Restano i tanti dubbi che non stanno lasciando tutti indifferenti, i giovani del Fridays For Future Gorizia non accettano l’ineluttabilità degli eventi e le minimizzazioni che sulla portata dell’evento, puntano il dito sulle autorità regionali e annunciano la mobilitazione. Si legge in un loro post su Facebook: L’incendio all’ex Bertolini di Mossa che ha interessato tonnellate di rifiuti tossici che erano stipati nell’area si è alzato un fumo tossico per quasi tutta la provincia di #Gorizia arrivando fino al Collio. Tutto ciò non è assolutamente ammissibile, non possiamo permetterci che in una società civile accada quello che è successo a pochi passi da noi, l’emergenza non è ancora finita, infatti nell’aria continua a sentirsi un odore acre e il Comune di Mossa ha invitato le cittadine e i cittadini a non uscire di casa. I #rifiuti che sono stati bruciati, perché dalle ultime indiscrezioni pare sia un incendio doloso, erano stati sequestrati nel 2019 durante un’operazione che mirava a colpire il riciclaggio di rifiuti tossici, piaga molto presente nel nostro territorio che si interseca anche con la #mafia e di cui quasi nessuno parla. Da quella volta nessun organo della nostra Regione si è preoccupato di mettere in sicurezza la popolazione della zona lasciando quei rifiuti incustoditi e dunque siamo arrivati al triste epilogo di ieri sera”.