L’Africa proietta le sue origini culturali e il suo potenziale rivendicativo nel Rototom Sunsplash di Benicàssim

Musica, riflessioni, apprendimento, balli e una scommessa per sconfiggere gli stereotipi ancora latenti sul continente africano guidano il programma dello spazio African Village, che rinforza il suo palco con sei band di spicco come Fokn Bois, Guiss Guiss Bou Bess e il dj Celeste Mariposa

Ataya si aggiunge come principale novità dell’area extra musicale per discutere e analizzare le sfide delle dignità afro, dal ciberattivismo alla campagna antirazzista #Wearemore

Benicàssim | Venerdì, 28 giugno 2019

African Village è una scommessa per ciò che rappresenta la ribellione nel mondo del reggae. Un genere il cui profilo rivoluzionario lo ha sempre unito all’Africa e alla causa africana. Questo proposito emerge di nuovo forte nella 26ª edizione del festival Rototom Sunsplash, che atterra con cambi evidenti in uno dei suoi spazi più dinamici, senza perdere la propria essenza. Mostrare, discutere, scoprire e condividere è la sfida. Riempiendosi della diversità di un continente che torna a vibrare a Benicàssim (Spagna). Dal 16 al 22 agosto, l’African Village e le voci che lo alimentano si fanno spazio.

Lo scrittore senegalese e attivista pro diritti umani Mamadou Dia si mette per la prima volta alla guida dell’African Village, che fissa il proprio sguardo sui dibattiti più profondi che interessano in questo periodo la popolazione africana a livello interno ed esterno. «E tutto ciò, con una dosi extra di prospettiva critica», anticipa Dia, per il quale il fatto che un festival reggae incorpori uno spazio «per avvicinare Africa a Europa e accorciare le distanze che ancora ci separano» non fa altro che «arricchirlo ancora di più».

Ataya è la principale novità dell’area. Un punto di dialogo vicino e diretto che vira attorno alla cerimonia del tè – tradizionale rito della fascia centrale del continente, dal Senegal all’Etiopia – e per il quale passeranno le voci di referenti africani e afro-discendenti come l’attivista Sani Ladan, la scrittrice Desirée BelaLobedde e la giornalista Lucía Mbomio. I protagonisti di questo spazio parleranno ogni giorno a partire dalle 16. E Ataya si convertirà nel rifugio delle sfide della dignità afro, passando per il ciberattivismo – nel dibattito Occupiamo la rete del 17 agosto-; o per la campagna anti razzista #Wearemore (domenica 18), che arriva al Rototom per mano di altre iniziative emerse per tutta Europa come la #WirSindMehr tedesca o la Love music, hate racism dell’Inghilterra.

Il 19 agosto sarà il turno per la sessione Parliamo di politica, con la sfida di analizzare come e chi rappresenta la comunità afro. Costruendo un’eredità per la nuova generazione (martedì 20); Decolonizzare la mente e Iniziative sostenibili per creare una società più degna, responsabile e solidale (21 e 22 agosto, rispettivamente), completano l’agenda del dibattito attorno al tè di Ataya.


African Dancers Crew.

Le ballerine di danza moderna del gruppo African Dancers Crew e la senegalese Cumba nella versione più tradizionale guideranno la fascia di ballo africano di questo spazio, ogni pomeriggio dalle 18.30 alle 20. Il ponte perfetto, con il tramonto dietro l’angolo, per dare il benvenuto all’universo sonoro dell’African Village, che quest’anno propone un potente viaggio musicale dal Ghana all’Angola, al Senegal e all’Etiopia con sei band di spicco e dj set a ritmo di afrobeat e coupé-décalé fino all’alba.

Ogni giorno (ad eccezione del 22 agosto), dalle 21.30, l’African Stage sarà l’unico palco attivo dopo il primo concerto del Main Stage. Un epicentro musicale che si inaugurerà il 16 agosto con la cantante guineo spagnola Marga Mbande, che presenterà Moulema Beats, un progetto con un suono elettronico up tempo e tinte afrobeat, che includono anche il percussionista Jordi Anchobeta Sanz e la Dj e beat maker Ches. Dall’Etiopia vibrerà il sabato 17 Qwanqwa, baluardo della sperimentazione della musica tradizionale etiope e con vari festival e due tour europei alle spalle.


Fokn Bois.

I suoni di Ghana inonderanno l’African Stage il 18 e il 19 agosto, con una delle band di più successo e proiezione internazionale del paese, Fokn Bois, che daranno il loro primo concerto in Spagna per mano del Rotototom Sunsplash. Nella loro crescente carriera risalta la recente collaborazione con il cantante dei Gorillaz, Damon Albarn.

Il 19 agosto, e dello stesso universo ritmico ganese, ci sarà Kwame Ghana High Life. Mentre martedì 20 emergerà la Noche Afribuku con un altro nome potente per questa edizione 2019: il gruppo Guiss Guiss Bou Bess e il Dj set portoghese Celeste Mariposa, anche lui pronto a irrompere per la prima volta sulla scena musicale spagnola, con l’African Stage come piattaforma.

Le sessioni del African Disco guideranno le albe del festival per mano del senegalese Dj Douds, dj residente dell’area, al quale si uniranno sabato 17 il party N’Zinga (Spagna/Nigeria); lo spagnolo Dj Diego Armando (domenica 18); Celeste Mariposa (Portogallo, 20 agosto) e Betto Snay dall’Angola (mercoledì 21).