L’arte tessile protagonista dell’estate gemonese. Continua il successo dei meravigliosi tappeti della via della seta

Una collezione, la prima, che ha attirato l’attenzione dell’architetto e antiquario fiorentino Alberto Boralevi, uno dei massimi esperti italiani in materia che ha voluto visitare la mostra di Gemona meravigliandosi e complimentandosi per la bellezza dei pezzi esposti.
Una delle più vaste esposizioni di tappeti antichi mai organizzata in Italia, oltre 80 esemplari, che il Comune di Gemona del Friuli ospita fino al 17 settembre presso palazzo Elti. All’interno della rassegna sono esposti antichi manufatti dalla fine del XVII secolo alla fine del XIX secolo. Le aree di riferimento sono: l’Anatolia, il Caucaso è il Turkmenistan. I tappeti esposti sono della collezione “Giorgio Mattiussi”, un vero e proprio appassionato dell’arte tessile orientale che da oltre 30 anni va alla ricerca di tappeti rarissimi con lo scopo di arricchire la sua collezione, una delle più complete a livello europeo.
Mattiussi, assieme a Gianfranco Guernieri (curatore della mostra) e Mustafa Yanmaz, nel suo peregrinare ha trovato un centro di restauri in Anatolia, dove da sempre si svolge questa attività in maniera professionale;

Ma l’’arte della tessitura continuerà ad affascinare Gemona del Friuli dove venerdì 25 agosto alle 18.30, presso la ex sede della farmacia de Clauser in piazza Municipio, sarà inaugurata la mostra “T’ESSERE” che esporrà le rinomate creazioni di Silvia Di Piazza.
Silvia produce i suoi tappeti nel laboratorio-atelier che si trova nel cuore della Carnia, a Comeglians, realizzandoli a uno a uno artigianalmente con la tecnica Hand Tufting: “Creare un tappeto artigianale in filati pregiati – afferma – affiancando la mia esperienza alle decorazioni studiate da designer, progettisti o rivenditori, fa sì che il tappeto diventi una forma d’arte e non un semplice complemento d’arredo e mi permette di creare tappeti completamente personalizzati, anche a partire da un disegno del committente o da una fotografia”.

Dopo aver realizzato una bozza su carta, infatti, si trasferisce il disegno sul retro di un telo teso sul telaio. È possibile lavorare con una pistola specifica per la tecnica tufting, inserendo i fili di lana nel telo seguendo il disegno e i colori previsti. Appena completata questa lavorazione, il retro del telo viene rivestito con uno strato di lattice in gomma naturale, mentre il lato frontale del tappeto va tagliato e rasato per rendere la superficie uniforme.

“Si tratta di creazioni uniche e irripetibili – osserva il vicesindaco e assessore alla cultura Flavia Virilli -, apprezzate da designer e celebrità che le commissionano da tutto il mondo, in grado di fondere artigianato e tecnologia così che ciascun tappeto riesca a esprimere sfumature ed emozioni sempre nuove. Una mostra – prosegue Virilli – che è molto interessante visitare insieme a quella di tappeti antichi della collezione “Mattiussi” ospitata nelle Sale D’Aronco di Palazzo Elti in via Bini, e che ben ci fa capire come questa antica arte abbia molto da raccontare anche nel linguaggio più contemporaneo”.

Entrambe le mostre sono a ingresso gratuito e sono visitabili dal martedì alla domenica con i seguenti orari: 10 – 12.30, 14.30 – 18.