L’assessore Riccardi infastidito dai cittadini che hanno presentato 15000 firme per la riapertura del Centro Nascite di San Vito al Tagliamento
La sanità del Friuli Venezia Giulia arranca sempre di più , la lista dei problemi per i cittadini si allunga e non sembra proprio che le scelte messe in campo dalla giunta regionale e dalle strutture che gestiscono per conto di Riccardi & c le strutture, vadano nel senso giusto, anzi sembra proprio che la volontà sia quella di proseguire nello smantellamento del sistema sanitario pubblico favorendo il privato. Ulteriore esempio di questa deriva l’Ospedale di San Vito al Tagliamento e la scelta di chiudere il punto nascita concentrando le nascite a Pordenone dove agisce fra l’altro anche una struttura privata convenzionata. Di tutto questo si è parlato questa mattina in terza Commissione Sanità in Consiglio Regionale dove sono stati approfonditi i contenuti di una petizione, sottoscritta da oltre sedicimila cittadini, che chiede alla Giunta regionale una inversione di tendenza sul centro nascite di San Vito ma non solo, dato che a rischio, secondo i promotori della petizione è quello di impoverimento dell’intera offerta medica e assistenziale nel pordenonese, con cittadini che non trovando risposte dal servizio pubblico o scelgono strutture private o si rivolgono al vicino Veneto. Sulla questione si sono espressi molti consiglieri di minoranza a partire dalla vicepresidente della Terza Commissione Simona Liguori di Patto per l’Autonomia – Civica Fvg secondo cui “la chiusura del servizio rappresenta l’ora più buia della sanità pubblica, segnando una distanza enorme tra le esigenze delle persone e le scelte di chi governa questa regione. Per fortuna esistono i comitati che permettono a tutte le persone, spogliate dei propri diritti e traditi da chi dovrebbe tutelarli, di esprimersi e portare nelle sedi istituzionali la loro voce. Nella vicenda della sospensione del punto nascita di San Vito ci sono tante domande della gente che anche in questa occasione sono rimaste senza valida risposta ”.
A rincarare gli interventi di altri Consiglieri d’opposizione. Furio Honsell di Open Sinistra FVG nel pomeriggio ha anche emesso una nota stampa stigmatizzando il comportamento dell’assessore Riccardo Riccardi che notoriamente non ama le critiche e snobba le osservazioni che vanno contro determinati interessi: “Oggi in terza Commissione Sanità in Consiglio Regionale, è stata discussa la petizione di oltre 16.000 firme raccolte dal Coordinamento Sanvitese per la Salute Pubblica che chiedeva la riapertura del punto nascita di San Vito al Tagliamento, azioni concrete per l’abbattimento delle liste di attesa e maggiori risposte ai bisogni di salute da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Dapprima vi è stata un’esposizione lucida e stringente da parte degli esponenti del comitato, che hanno indicato le criticità derivanti dalla chiusura del punto nascita a San Vito e ribadito il principio che non basta assicurare “prestazioni” da privati ma è necessario che ci siano vere e proprie prese in carico continuative delle persone, attraverso strutture “pubbliche” per rispondere davvero ai bisogni di salute dei cittadini. Come Open Sinistra FVG condividiamo completamente questa visione della Sanità e per questo abbiamo sempre espresso sostegno al Coordinamento sanvitese. Successivamente vi è stata la risposta da parte dei vertici di ASFO e dell’Assessore. La visione che è emersa è stata molto insoddisfacente e molto contraddittoria. Dapprima è stato dichiarato che i medici “gettonisti” non offrono le garanzie di sicurezza necessarie ad un punto nascita. Ma non è stato spiegato perché la scelta dei gettonisti, piuttosto che di medici strutturati, fosse stata fatta proprio da ASFO in un primo tempo. Era un esperimento sulla pelle dei sanvitesi? Subito dopo però è stato dichiarato che in Veneto si possono garantire tanti punti nascita proprio grazie al ricordo dei medici gettonisti. Ma allora il problema è la loro gestione, non la competenza. Purtroppo non c’è stato tempo per chiarire queste contraddizioni perché l’Assessore Riccardi ha voluto prendere la parola. Riccardi però invece di dare risposte sulle strategie politico-sanitarie relative ai punti nascita nel Friuli Occidentale si è lanciato in una delle sue invettive su qualche articolo di stampa o sui social, non è stato chiaro nemmeno su questo, che a suo avviso gli aveva mancato di rispetto. Alla fine è stata tirata fuori come un coniglio dal cappello una risoluzione pilatesca da parte della maggioranza alla quale abbiamo dato voto contrario come Open Sinistra FVG. Riteniamo che se a quei cittadini che, con impegno civile vogliono difendere il Sistema Sanitario regionale, la maggioranza, Riccardi e i dirigenti da lui nominati danno risposte così confuse e permalose, c’è motivo di grave preoccupazione per il futuro del Sistema Sanitario Regionale.”
Anche la pentastellata Rosaria ha chiesto di riaprire punto nascita di San Vito al Tagliamento: “Abbiamo sostenuto la petizione presentata da 15 mila cittadini al Consiglio Regionale per chiedere la riapertura del Punto Nascita di San Vito al Tagliamento, perché si è deciso di chiudere un’importante risorsa territoriale disattendendo le prerogative di 15000 cittadini; assistiamo di continuo a cittadini che si uniscono per difendersi contro decisioni che mortificano i loro territorio”. Ad annunciare il sostegno al testo sottoscritto da 15 mila cittadini della bassa friulana pordenonese è la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Rosaria Capozzi intervenuta nella seduta odierna della III commissione consiliare che ha discusso la petizione per la riapertura del reparto. “Questa commissione ricorre in un giorno che storicamente coincideva con quello della festa della mamma, perché in questa regione assistiamo continuamente agli allarmi relativi al calo demografico, ma in maniera del tutto contraddittoria assistiamo ai tagli di servizi proprio a mamme e famiglie”. “Questa chiusura ancora oggi ha troppi lati opachi e risulta ancora incomprensibile capire quello che sottende questa decisione. Non si comprende se la causa sia nella insufficiente dotazione organica e nella contestuale presenza dei medici gettonisti, ma se fosse questa qualcuno dovrebbe spiegare perché i gettonisti creino pericoli solo a San Vito e non anche nelle altre strutture dove vengono impiegati”. “Se davvero si vuole puntare sulla sanità pubblica basterebbe porre fine alla convenzione con la Clinica privata di Pordenone, per riaprire e potenziare le nostre strutture pubbliche, invece di chiuderle. Questo perché il valore delle nostre strutture va oltre il servizio offerto, danno un senso di comunità attorno al quale le persone si riconoscono e si affidano, con queste operazioni si sta tradendo proprio questo assunto”.
La posizione di Riccardi:
Dal canto suo l’assessore Riccardo Riccardi è intervenuto decisamente a gamba tesa dicendo che “nel momento in cui i professionisti del servizio sanitario regionale (che sarebbero i direttori nominati da lui ndr) , dall’alto della loro competenza e della loro esperienza, indicano, per ragioni che attengono alla sicurezza delle mamme e dei neonati, un’unica soluzione possibile in ordine al punto nascita di San Vito al Tagliamento, per l’Amministrazione regionale non c’è altra opzione se non quella di mettere in atto quanto proposto da chi ha la titolarità scientifica e tecnica per farlo”. Come sempre scarica la scelta sui professionisti. Poi il passaggio più contestato perché palesemente offensivo nei confronti dei cittadini che si sono mobilitati per raccogliere le firme: “se c’è da decidere in base a quello che dice la piazza o in base a quello che sostengono i professionisti, ha chiosato Riccardi, per la Regione non ci sono dubbi a chi dare fiducia”. Poi forse rendendosi conto di aver esagerato ha aggiunto un ipocrita “rispettando comunque il disagio e le forme civili e legittime di protesta a cui rispondere con il dialogo e il confronto”.