Legacoop Fvg esprime solidarietà ai lavoratori Wartsila e si dice disponibile a studiare un modello Workers BuyOut
Solidarietà nei confronti dei lavoratori della Wartsila, che hanno deciso di scendere in piazza domani, sabato 3 settembre, a Trieste. Ma anche la disponibilità «allo studio di eventuali operazioni straordinarie a sostegno della continuità produttiva ed occupazionale, come già accaduto nel caso di altri Workers BuyOut di successo in Italia, ovvero imprese recuperate dai lavoratori». È quanto propone Legacoop Fvg, i cui vertici ritengono che la vertenza Wartsila «non possa essere solo una questione di cui si occupa, tra le molteplici cause, il sindacato, visto che l’associazione, e le proprie associate, rivolgono sin dalla loro nascita le proprie attenzioni al territorio e ai suoi abitanti, che ne compongono la base sociale, e lo fanno promuovendo benessere e cultura, nell’intento di rimuovere le condizioni che arrecano danno o pregiudizio alla salute e alla convivenza tra i cittadini, a partire dai più deboli». Per la Lega delle cooperative del Friuli Venezia Giulia, infatti, «fare cooperazione – spiegano i vertici – vuol dire credere convintamente ad un modello economico che realizza progresso e benessere collettivo prevedendo e favorendo lo scambio di ricchezze tra le risorse e non il loro sfruttamento, siano esse umane, finanziarie, ambientali. Il tutto in una dimensione di equità e corresponsabilità tra lavoratori e datori di lavoro». Ecco perché, anche secondo Legacoop Fvg, la scelta presa dai vertici di Wartsila, «seppur legittima sul piano normativo, appare sconvolgente dal punto di vista politico principalmente per due ragioni, oltre che per il modo. Questa decisione, infatti – commentano ancora da Legacoop Fvg – sottende un modello economico, che andrebbe disincentivato e tutt’altro che favorito, esattamente opposto a quello che le cooperative testimoniamo ogni giorno. Dall’altro – continua la nota dell’associazione – rappresenta il risultato di un progressivo impoverimento della classe lavoratrice a vantaggio del capitale, al punto che centinaia di persone e di famiglie si ritrovano oggi ostaggio delle politiche di fondi internazionali diventati proprietari di un’industria che per decenni ha sempre rappresentato un asset strategico per Trieste, la regione e il Paese. Non può dunque essere sottaciuta la responsabilità di una politica – è l’affondo di Legacoop Fvg – che per troppo tempo ha acriticamente seguito un modello che ancora una volta mostra risvolti di un cinismo inumano». Da qui la proposta dei “workers BuyOut”. «Essendo Legacoop Fvg particolarmente attenta non solo alle proprie associate, ma a tutto il territorio entro cui vivono ed operano – concludono i vertici dell’associazione regionale –, non possiamo sentirci semplici spettatori di questo dramma e diamo, nei limiti del possibile, la nostra disponibilità allo studio di eventuali operazioni straordinarie a sostegno della continuità produttiva ed occupazionale, come già accaduto nel caso di altri Workers BuyOut di successo in Italia, ovvero imprese recuperate dai lavoratori stessi».