Legambiente: non è più tollerabile lo sversamento deliberato delle acque meteoriche dell’autostrada sulle zone umide del Carso

Nel recente passato si è parlato molto dell’autostrada A4 in relazione alla richiesta di liberalizzazione e per l’ampliamento del casello del Lisert. In questo contesto Legambiente vuole mettere in luce un pesante e continuativo inquinamento causato dalla stessa autostrada a scapito delle zone umide del nostro territorio. L’autostrada, a partire dal casello del Lisert in direzione Venezia, attraversa una delle zone carsiche di maggior interesse ambientale, quali il sito natura 2000 del Carso Triestino e Goriziano, comprendente la palude Sablici ed il laghetto di Sablici, il Lago di Pietrarossa e i laghetti delle Mucille. Il lago di Pietrarossa con quello di Doberdò viene anche a costituire una delle 13 Riserve Naturali di interesse regionale. Nonostante l’evidente importanza ambientale del sito, riconosciuto con legge regionale quale Zona Speciale di Conservazione (ZSC), in diversi punti di questo tratto autostradale, a partire dagli anni ‘70, vengono riversate direttamente nei bacini idrici protetti, le acque meteoriche di dilavamento delle careggiate, con il loro carico inquinante, derivante dal passaggio giornaliero di diverse migliaia di automezzi. Nel comune di Ronchi, in via delle Fornaci, sono presenti ben due condotte di scarico nel sistema idrico dei laghetti delle Mucille. La prima condotta si immette nel bacino idrico in corrispondenza di un esteso canneto dove, nonostante tutto, nidifica una ricca avifauna. Nello stesso punto vengono immesse anche le acque di dilavamento stradale di via delle Fornaci, di Piazza dell’Olmo e di via Gorizia. La seconda imponente condotta, si immette invece nella canalizzazione a diretto contatto della zona della sorgente delle Mucille. (vedi foto) Nella zona della riserva naturale del lago di Pietrarossa vengono immesse direttamente le acque di dilavamento autostradale in almeno tre punti, mentre nella zona successiva verso il casello del Lisert sembrerebbe presente una canalizzazione che raccoglie tutte le acque di scarico per immetterle poi nel canale emissario di Pietrarossa o nel lago di Sablici. La normativa regionale che regola la materia è il Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) del 2018, che prevede (ex art 35) che le autostrade devono essere dotate di idonei sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche. Ma questo non vale per le autostrade esistenti per le quali, le disposizioni sopra descritte non rappresentano un obbligo inderogabile, ma solo un riferimento cui tendere. Ancor meno risolutiva risulta essere sotto questo aspetto la normativa che riguarda la gestione del sito natura 2000 del Carso Triestino e Goriziano, poiché la mancata obbligatorietà della realizzazione di idonei sistemi di trattamento delle acque vale anche per i lavori di adeguamento straordinario ed anche per le nuove realizzazioni. Legambiente denuncia questo paradosso sconcertante: da una parte una normativa regionale, che in linea di principio vuole conservare in modo “speciale” una zona di grande rilevanza ambientale, dall’altra la mancanza di strumenti concreti per garantirne la tutela dall’inquinamento ed impedirne il degrado. In considerazione di tutto questo il nostro circolo chiede ai candidati a Sindaco dei comuni di Monfalcone e di Ronchi di esprimersi in merito, ed ai consiglieri regionali del territorio, di attivarsi per trovare una soluzione adeguata, sia rapportandosi con Autovie venete, sia attivandosi per una rapida modifica della normativa regionale, per impedire lo sversamento delle acque di dilavamento stradale nelle zone umide e negli specchi d’acqua protetti.