Lettera da Monfalcone ai parlamentari europei
Monfalcone è l’Europa, un legame nella vita di ogni giorno. Tenendo in considerazione le specificità del territorio: tipo di economia produttiva, di aziende industriali che vi operano, del mondo del lavoro necessario, sottolineo alcuni punti che influenzano negativamente la salute dei lavoratori. Punti che coinvolgono migliaia di persone, in particolare nell’edilizia e nella navalmeccanica.
-Le Risoluzione del Parlamento Europeo del 2013, e del 2021 richiamano e invitano gli Stati, a fare un censimento degli edifici pubblici, commerciali e privati per individuare la presenza di amianto e di altre sostanze pericolose. Sottolineo la fibra isolante H351 usata dal 1960/2000, oggi classificata come possibile cancerogena. Il certificato preventivo, i dati informativi dovrebbero essere a disposizione di chi vi opera, essere vincolanti per l’inizio dei lavori, per aver diritto ai finanziamenti pubblici, nelle compravendite degli edifici. In assenza dei censimenti e dei certificati, decine di migliaia di lavoratori impegnati, nelle ristrutturazioni per efficienza energetica sono stati mandati allo sbaraglio nelle esposizioni. Parliamo di lavoratori che operano in ditte di appalto e subappalto, i più ricattabili.
-Nell’aggiornamento della Direttiva UE in materia di sostanze cancerogene fatto nel 2017/18, i limiti di pericolosità precedenti sono stati cambiati in negativo, peggiorando i rischi per la salute dei lavoratori. Sottolineo il “silicio” materiale cancerogeno che si trova nei prodotti dell’edilizia, negli isolanti, nelle fibre artificiali vetrose, utilizzate in quantità massicce nella navalmeccanica. Nella regione Veneto e nel FVG ci sono decine di casi di esposti al silicio ed alcuni casi di morti, nell’edilizia. Siamo in emergenza, tanto che le ASUGI hanno elaborato un documento delle “Buone maniere” che indica le regole di comportamento per la prevenzione, che le Aziende e i lavoratori dovrebbero attenersi. Parliamo di appalto e subappalto, di immigrati, ricattati e precari, e di scarsità di personale delle aziende della Medicina del Lavoro preposte all’informazione, alla formazione, al controllo.
-L’Euceb è un ente indipendente europeo che dà la certificazione di idoneità, rispetto alle normative, per le fibre artificiali vetrose, materiali isolanti. Ente indipendente ma di “proprietà” delle aziende produttrici del materiale. Risulta che il contrasto sull’indipendenza sia stato superato con l’appalto delle analisi. Il punto rimane, ed è: che le normative sul livello di pericolosità sono state modificate alla base. L’ente certifica il rispetto delle norme europee, ma non le conseguenze sulla salute dei materiali che compongono il prodotto. Nel Documento Stato-Regioni del 2015 vengono classificate le pericolosità dei tipi di materiali, viene certificato che anche le fibre non cancerogene procurano infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio. Di conseguenza dovrebbero essere vincolanti le conoscenze delle composizioni dei materiali e le conseguenze per la salute (le norme fatte dagli uomini sono una mediazione), sulla qualità delle protezioni individuali, sui corsi sulla sicurezza, la raccolta dati dell’esposizione, un’anagrafe, per ogni singolo lavoratore da inserire nella tessera sanitaria, i servizi di igiene.
-A Monfalcone c’è un problema!!! in “un’azienda di stato”, questi lavoratori vengono discriminati, non hanno diritto agli spogliatoi, di conseguenza sono costretti ad andare a casa, da mogli e figli, con la tuta impregnata di fibre. Ricordo la stampa locale del 23/4/2020 e sottolineo il silenzio irresponsabile, incivile e inaccettabile. Per una questione di salute personale e pubblica, per questi tipi di lavori, le tute dovrebbero essere lavate in stabilimento.
– Il cemento amianto dei tubi per il trasporto dell’acqua potabile (oltre 2800 Km nella nostra Regione), materia trattata nella Risoluzione del Parlamento Europeo 2013, del 2021. Il progetto dell’ex Provincia di Gorizia sulla base del “Principio di precauzione” è diventato un punto di riferimento. Servono indicazioni vincolanti europee, anche nei tempi, per leggi nazionali “zero amianto” che fissino i limiti di fibre per la sicurezza dell’acqua sulla base del: non esiste livello sotto la quale si è sicuri”. Serve che l’amianto diventi discriminante, nelle analisi che vengono fatte. Inoltre serve una legge sui rifiuti riguardante i tubi dismessi, seguendo gli studi dei Scienziati, del Ministero dell’Ambiente 2017, dell’Inail 2019.
-Siamo nella “terra delle morti di amianto” italiana e slovena, va rivendicato un “Centro Europeo” transfrontaliero amianto finalizzato alla ricerca, allo studio delle fibre artificiali vetrose, alla sorveglianza sanitaria. La richiesta è stata presentata dal Consigliere Moretti e fatta propria dalla Giunta Regionale nel 2021. In occasione di GO25 il tema va risolto.
La protezione diventi la spina dorsale della transizione e del futuro sviluppo.
Luigino Francovig