Lettera sulla inopportunità del proseguimento iter costruzione ascensore al castello a Udine
L’ascensore al castello deve partire, costi quel che costi. Anche a costo di ricorrere “all’avanzo, a un mutuo o a altri fondi regionali”, parole del vicesindaco Loris Michelini, riportate dal Messaggero Veneto.
Parole che, in un momento come questo, con ditte che chiudono, crisi galoppante e con non si sa quanti presto saranno in grado di pagare le tasse, è assolutamente fuori luogo.
Ma, come sempre succede in politica, non si ascolta e la tanto sbandierata “responsabilità degli amministratori” resta mera propaganda elettorale mentre i costi da pagare restano sulle spalle dei cittadini, oltre a crisi, guerra e pandemia. In altri comuni, davanti ai costi lievitati delle opere pubbliche ci si è fermati. A Udine, certamente no. L’ascensore al castello (ben il secondo, come da affermazioni riportate nell’articolo) deve partire!
Rilevo che l’attuale presenza di un ascensore per il castello nella zona della biblioteca sarebbe sufficiente se pubblicizzata a dovere; in alternativa le navette che portano al castello devono essere attrezzate per il trasporto dei disabili – come ancora nel corso del mio mandato affermavo di fronte all’annosa ipotesi di un ascensore, con il relativo sperpero di denaro pubblico – navette che permetterebbero di apprezzare anche il porticato del Lippomano e che sarebbero state inserite nel piano del trasporto pubblico locale, praticamente a costo zero per l’amministrazione.
Inoltre, non si può escludere il rischio di danneggiamenti alle strutture vicine allo sbocco dell’ascensore, per esempio la Casa della contadinanza. Davvero, dopo le maldestre esperienze delle gare per la mensa scolastica (ha contato anche l’offerta economica) e con i rifiuti (da capitolato dovevano esserci controlli serrati, invece non viene fatto quasi niente), vogliamo rischiare di danneggiare beni storici della città?
Claudia Gallanda
già Consigliere comunale di Udine